
Insolita perché la donna, che ha da poco spento 70 candeline, non immaginava di certo di entrare in ruolo dopo la pensione. Lei che è stata per anni insegnante di sostegno alle superiori si era ormai rassegnata alla precarietà. L'ultimo tentativo di 'farsi sentire' nel 2018, quando aveva presentato ricorso per l'assegnazione di una cattedra a tempo indeterminato.
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Il posto di ruolo arrivato grazie a un ricorso nel 2018
Proprio da quel ricorso la docente è stata ripescata per il contratto a tempo indeterminato. Peccato fosse ormai troppo tardi. Contattata dal 'Fatto.it' la signora ha preferito non commentare, seppur ammettendo la ricostruzione fatta. Non c'è dubbio che resti l'amaro in bocca per una situazione inspiegabile, come afferma Simonetta Ascarelli, segretaria provinciale Flc Cgil di Rimini: ”Se n’è andata dal mondo del lavoro da precaria senza ricostruzione di carriera; priva di un inquadramento rapportato all’anzianità; senza un minimo di diritti economici. È un’ingiustizia”.Il paradosso, stando a quanto affermato dalla segretaria Flc Cgil Rimini, sta nel fatto di come, dal punto di vista burocratico, tutto sia filato per il verso giusto: “Certo è che questa vicenda è il simbolo di come la forma di reclutamento nel mondo della scuola debba essere modificata. In Italia, facciamo pochi concorsi e pure male. L’amministrazione deve definire le competenze, la preparazione tecnica ma anche pedagogica; va costruita una procedura certa, con concorsi ogni due anni. Quest’anno avremo trenta mila posti vacanti che andranno a precari che spesso non prenderanno le cattedre per motivi famigliari. In questi giorni sto avendo a che fare con molte madri di famiglia, con figli di due-tre anni, che non se la sentono di lasciare Rimini per andare a insegnare a Reggio Emilia” ha infine concluso la segretaria Flc Cgil Rimini.