Matteo Bortone
Autore
Cristian docente a 20 anni

A soli 20 anni, appena compiuti, Cristian Battaglia Ferruggia ha vinto il concorso nazionale come insegnante tecnico-pratico nella classe B011, diventando un docente di ruolo.

Da Palermo si è trasferito a Bergamo, dove insegna all'IIS Mario Rigoni Stern, con studenti che sono quasi suoi coetanei. Un traguardo eccezionale, a tratti raro per la sua età, che dimostra l’impegno e la passione per l’insegnamento.

Indice

  1. Il percorso al ruolo
  2. L'impatto con gli studenti
  3. Da Palermo per insegnare
  4. Studia lingue all'università

Il percorso al ruolo

Tutto è iniziato con il diploma conseguito nel 2024 in “Agraria, Agroalimentare e Agroindustria”. Cristian, dopo la fine della scuola, non ha però perso tempo e si è iscritto al concorso PNRR2, sfruttando i requisiti che permettevano l'accesso con il solo titolo tecnico.

Il neo docente ha superato lo scritto con 72/100 e ha letteralmente brillato nella prova pratica e orale con 95/100, ottenendo il punteggio pieno nel colloquio.

Questi risultati lo hanno proiettato al decimo posto nella graduatoria regionale della Lombardia, garantendogli il ruolo nella classe di concorso B011 (Laboratori di scienze e tecnologie agrarie).

L'impatto con gli studenti

Entrare in classe quando si è quasi coetanei dei propri alunni non è una sfida da poco. In alcuni casi, Cristian si è trovato davanti ragazzi addirittura più grandi di lui. “L’impatto con i ragazzi è stato strano. Una bella stranezza. Non è ordinario vedere un docente di 20 anni”, ha raccontato a Orizzonte Scuola.

Tuttavia, proprio questa vicinanza anagrafica è diventata il suo punto di forza: “I ragazzi hanno fiducia in me e io mi sento vicino a loro. Riesco a comunicare in maniera più diretta. Quasi ogni giorno ricevo frasi meravigliose che mi rendono felice e mi fanno capire che sto facendo bene il mio lavoro.

Per coinvolgere la classe, Cristian punta tutto su un approccio smart e dinamico: “Utilizzo strumenti moderni per svolgere lezione”, spiega. “Gli studenti hanno bisogno di diversità. Io stesso spesso non mi sentivo a mio agio con la classica lezione frontale. A volte facciamo lezione all’aperto. Quando siamo in aula utilizzo i power point“.

Da Palermo per insegnare

Il successo professionale ha richiesto un sacrificio personale non indifferente: il trasferimento da Palermo a Bergamo. Una scelta che Cristian sta affrontando con determinazione, nonostante le difficoltà logistiche.

Non sono abituato a stare lontano da casa. C’è una grande differenza. Però mi trovo bene grazie al clima che c’è a scuola. I colleghi sono molto disponibili e da subito mi hanno fatto i complimenti perché sono l’insegnante più giovane. I primi giorni sono stati felici ma pesanti”, ammette il docente.

Il passaggio di ruolo ha riservato anche momenti ironici: “Mi sono ritrovato a utilizzare il registro elettronico da studente a docente. Non conoscevo nulla”, dice sorridendo, “Per fortuna i miei colleghi mi hanno supportato“.

Attualmente vive con uno zio, in attesa di trasferirsi in un appartamento in affitto a gennaio. Un passo, questo, reso difficile dai costi elevati della vita al Nord: “Qui gli affitti sono molto alti. Senza il supporto della mia famiglia sarebbe stato un problema. Ma questo ora passa in secondo piano. All’affitto e altre spese si aggiunge poi la spesa per l’abilitazione. Vedo infatti tanti colleghi scoraggiati e questo mi dispiace perché i ragazzi lo notano“.

Studia lingue all'università

Nonostante il lavoro a tempo pieno e le responsabilità del ruolo, Cristian non ha comunque smesso di essere uno studente. È infatti iscritto all'università, nella facoltà di Lingue: una passione nata proprio tra i banchi di scuola.

“Grazie a una professoressa mi sono innamorato dell’inglese. Gli insegnanti che ti cambiano la vita…“, ricorda con gratitudine. Il suo obiettivo è ambizioso: continuare il percorso nell'insegnamento, magari specializzandosi proprio nelle lingue straniere.

Stare in aula non è solo trasmettere nozioni tecniche, ma un impegno civile e umano: “Per me fare l’insegnante è una missione: aiutare i ragazzi come me a crescere umanamente e professionalmente. Io con i ragazzi parlo molto. Mi sono accorto che la scuola manca di empatia. Necessitiamo di docenti che sappiano guardare negli occhi i ragazzi e aiutarli nei periodi di maggiore difficoltà. Il programma non è tutto. Non serve correre. Ho detto ai ragazzi che io ci sono, prima di tutto, viene prima questo. Prima di conoscere il ph del terreno, si costruisce la persona”.

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