
Nel caso in cui tale proposta venisse approvata, infatti, verrebbero implementate una serie di misure, tra cui: la possibilità del 5 in condotta per le violazioni gravi del regolamento di istituto; l'assegnazione di un debito formativo per coloro che otterranno un 6 in condotta; l'introduzione di attività rieducative e di “cittadinanza solidale” durante le sospensioni disciplinari; e il requisito minimo di un 9 in condotta per conseguire il massimo dei crediti per l'esame di Maturità.
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L'Unione Degli Studenti dice no alla riforma del voto in condotta
L’Unione Degli Studenti, tramite comunicato, si dichiara del tutto contraria alla proposta, giudicata autoritaria. Così Bianca Chiesa, coordinatrice nazionale dell’Unione degli Studenti: “Questo DDL rappresenta una delle prime misure concrete della riforma Valditara, che mira a rafforzare nelle scuole le culture dell'autorità e della punizione, piuttosto che quelle dell’ascolto, della comunità, della partecipazione e della rappresentanza”. Continua Chiesa: “Come si può analizzare dalle misure prese, il disegno di legge va a colpevolizzare ed isolare gli individui che trasgrediscono rispetto alle regole imposte, aumentando il peso di una valutazione soggettiva come quella del comportamento e aggravando le sanzioni che ne conseguono”.“Come Unione Degli Studenti, ci opponiamo radicalmente alle misure che si stanno intraprendendo e al modello di scuola messo in campo dal ministero”, prosegue Alice Beccari, dell’esecutivo nazionale dell’UDS. “Pensiamo che le scuole siano spazi dove il reciproco rispetto e collaborazione fra personale scolastico e studenti siano impossibilitati se continua ad esserci un rapporto di subordinazione. Non serve inasprire le sanzioni, ma costruire una riforma della didattica e della valutazione che stimoli l'interesse degli studenti e permetta loro di sviluppare senso critico (e quindi interesse) sulle materie studiate”.
A rafforzare il problema, ci sarebbe inoltre la mancanza di dialogo. “In aggiunta”, riprende Chiesa, “non c'è stato ancora nessun incontro con le organizzazioni studentesche in materia, dimostrando come le misure intraprese sugli studenti vengano sempre eseguite senza una consultazione con loro, ma solo tramite un'imposizione dall'alto. Il Forum delle Associazioni Studentesche maggiormente rappresentative dovrebbe essere convocato almeno tre volte l’anno, ma nello scorso anno è stato convocato una volta sola”. Conclude la coordinatrice nazionale dell’Unione degli Studenti: “Il Ministro continua a sottrarsi al confronto ma noi no: siamo pronti e mobilitarci e dal 16 al 18 febbraio saremo a Roma per l’assemblea nazionale studentesca, contro questo modello di scuola”.