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Lascia la Germania per tornare a insegnare in Italia ma rimane senza stipendioPiera Dore, questo il nome della prof 43enne che insegna a Sassari nelle scuole statali dell’infanzia. Un lavoro che però non le sta fruttando il dovuto, visto che da ottobre non riceve lo stipendio: “Fino ad oggi sono stata retribuita per una sola giornata di lavoro, 70 euro.
Tutto il resto non so che fine abbia fatto”
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Eppure Piera ha puntato tutto su questo lavoro: basti pensare che ha cambiato completamente vita tornando in Italia dopo 10 anni passati in Germania. Di certo non si aspettava una situazione simile.

La docente: “Per insegnare ho cambiato vita”

La docente ha cominciato a svolgere la sua mansione da quest’anno, ma è un sogno che coltiva da sempre, come lei stessa ammette ai microfoni de ‘Il Messaggero’: “Ho studiato per diventare maestra e nell'aprile scorso ho deciso di inserirmi nelle liste aggiuntive delle scuole. Ho pensato che potesse essere la volta buona e così, per insegnare, ho cambiato vita: ero entusiasta di questo nuovo inizio”. Un cambio di vita che l’ha vista tornare in Italia dopo 10 anni passati a lavorare in Germania. “Volevo tornare per insegnare ed ero piena di speranze”. Ma purtroppo la realtà che ha trovato non è stata appunto delle migliori: “Adesso mi trovo con questo triste benvenuto da parte del mio Paese: la scuola statale non mi paga lo stipendio e sono precipitata in profonda difficoltà per mantenermi. Non mi accadeva da anni”.

Piera racconta che ha iniziato a lavorare lo scorso 6 ottobre, ed è andata avanti con continuità fino alla fine di novembre, anche per 5 giorni alla settimana. “Mi sembrava che tutto andasse bene. Ma poi mi sono accorta che qualcosa non funzionava: lo stipendio non arrivava. Piera spiega, infatti, che fino a oggi è stata retribuita solo per una singola giornata di lavoro, il cui ammontare corrisponde a 70 euro. “Tutto il resto non so che fine abbia fatto. Secondo i miei conti approssimativi circa 2mila euro per 40 giorni di lavoro”.

La prof è con le spalle al muro: “Pensavo fosse un sogno lavorare a scuola, ora vivo una grande delusione”

Per questo, spiega a ‘Il Messaggero’, si è vista obbligata a fermarsi: “Dovevo spostarmi ogni volta con la mia auto, anche per 50 chilometri al giorno. Ero arrivata al punto che non potevo pagarmi la benzina o il parcheggio. Trovo sia tutto assurdo: praticamente non posso permettermi di lavorare. Senza contare i problemi con la casa”. Problemi che hanno a che fare anche con le spese di tutti i giorni, per non parlare delle bollette: “Sono tornata in Italia e ho preso una casa in affitto. Ho pagato la caparra e agli allacci delle utenze, ma ora ci sono le bollette e le spese necessarie. Sono in grande difficoltà”.

Quando Piera aveva deciso di trasferirsi in Italia, le sue aspettative erano di tutt’altro genere: Pensavo fosse un sogno lavorare a scuola: quando studiavo, andavo nelle scuole del mio Paese per fare esperienza. Ci tenevo davvero al mio lavoro e sono tornata in Italia per questo. Ora vivo una grande delusione.

Alla domanda: “Che Natale è stato, il suo?”, la docente risponde in maniera amara: “Non un Natale sereno, forse il più brutto mai passato”.