
Oltre un anno di pandemia e la parola Dad, che fino a qualche tempo fa appariva come un acronimo incomprensibile, è diventata parte integrante del nostro vivere quotidiano. Nonostante ciò molti bambini e ragazzi e, di riflesso, le loro famiglie hanno ancora parecchi problemi a familiarizzare con le nuove modalità d'apprendimento; spesso per ragioni 'strutturali' (limiti tecnologici in primis), ma non solo.
Per questo, a distanza di oltre dodici mesi dalla prima 'campanella digitale', solo 3 genitori su 10 promuovono la didattica a distanza vissuta dai propri figli. A dirlo un'indagine condotta dall’Istituto Demopolis, per l’impresa sociale Con i Bambini, su un campione composto da 2.004 intervistati, all’interno del quale troviamo, genitori con figli minorenni, insegnanti e rappresentanti del Terzo Settore.Perché la ricerca ha voluto indagare l'effetto Dad in modo sistemico, coinvolgendo tutti i co-protagonisti del fenomeno (i protagonisti sono ovviamente gli studenti). Tutti quanti costretti, seppur in misura diversa, a mettersi in discussione e a portare avanti una storia che fino a quel momento non aveva fatto parte della propria vita. Quel che appariva scontato e quasi banale, come il suono della campanella, le relazioni tra compagni e con i prof o un’interrogazione faccia a faccia con i professori, sono diventate situazioni difficili da trasportare nel digitale. C’è chi ha dovuto iniziare a scrivere e a leggere da dietro lo schermo di un computer, chi - con tutte le difficoltà del caso - ha promosso nuovi metodi di insegnamento e ha cercato di reinventare il mestiere dell’insegnante. Senza dimenticare il ruolo fondamentale e indispensabile della famiglia, del suo apporto e della capacità che ha dovuto sviluppare per organizzare una nuova vita nel bel mezzo della pandemia da Covid-19.
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Dad, un anno dopo: disuguaglianze e disaffezione da parte degli studenti
Secondo lo studio condotto dall’Istituto Demopolis, emerge un dato fondamentale su cui concorda gran parte degli intervistati: la Dad non ha garantito un apporto omogeneo a tutti gli studenti. Troppe le disuguaglianze e le difficoltà riscontrate nel corso dei dodici mesi, che hanno portato a un notevole disaffezionamento degli studenti nei confronti dell’istituzione sociale primaria. L’esperienza è stata valutata in maniera negativa da tutte le categorie prese in considerazione. In particolare, come detto, è evidente che i genitori di figli in età scolastica hanno percepito la situazione data dalla Dad in maniera decisamente ostile: il 60% giudica negativamente l’esordio della didattica a distanza, solo il 34% la valuta in maniera positiva.I dati cambiano sensibilmente se prendiamo in considerazione la risposta date dagli insegnanti: il 48% ha infatti guardato alla Dad con positività, avendo dato un apporto costruttivo alla didattica. Rimane, comunque, alta la percentuale di maestri e professori che reputano non adeguata l’esperienza dell’ultimo anno (42%).
Il campione, però, si ricompatta sull'analisi della Dad nella sua seconda fase di sviluppo. Dopo la traumatica risposta all'emergenza, l'organizzazione sembra essere nel tempo migliorata. Tra i genitori, a pensarla così è il 67%; tra gli insegnanti il dato sale ancora e si attesta al 79%. L’opinione rimane positiva anche riguardo alla realizzazione di una maggiore autonomia nell’uso delle tecnologie da parte dei ragazzi: il 57% dei genitori, ad esempio, reputa l’esperienza come un accrescimento importante delle conoscenze dei figli.
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Genitori vs. insegnanti: criticità a confronto
Notevoli criticità, invece, sono state riscontrate su due fronti in particolare: la durata dell’orario scolastico e il reale accesso alle lezioni. Se, in generale, il 31% dei genitori (comunque non pochi) l’orario scolastico è stato eccessivamente ridotto, tra le mamme e i papà degli alunni delle scuole elementari si arriva al 42%. Diverso il pensiero degli insegnanti, che reputano adeguata la durata delle lezioni.Mentre è ben il 51% dei genitori a giudicare non sufficienti le possibilità di accesso alla Dad da parte di tutti gli studenti. Una problematica che, per gli insegnanti, è da imputare nella scarsa dotazione tecnologica da parte delle stesse famiglie (68%). Per le famiglie, invece, ciò è causato soprattutto dalla poca padronanza tecnica degli insegnanti nella gestione di piattaforme e sistemi d'insegnamento (48%).
Le problematiche degli studenti: troppa distrazione, nessun contatto con i compagni
I genitori, inoltre, lamentano situazioni che, a distanza di un anno, non sono ancora state prese in considerazione e che, a loro avviso, hanno portato gli studenti alla disaffezione totale nei confronti della scuola. Tra queste viene messe in cima alla lista la distrazione dei ragazzi durante le lezioni a causa di chat, social e altre attività che è possibile svolgere in concomitanza con la Dad (la riporta il 73% del campione). Ancora più incisiva nel contribuire a vivere in maniera negativa l’esperienza della didattica a distanza è stata l’assenza totale delle relazioni con i compagni (citata dall'83%). Una vita sociale che con i vari lockdown è stata quasi totalmente azzerata e che nello studio porta a un bassissimo livello di attenzione e a una grande fatica nel seguire le lezioni (è così per il 65%).