
E un primo assaggio arriva dai risultati dell'indagine del portale 'La Tecnica della Scuola' che porta alla luce un diffuso malessere nel corpo docente. In particolare per quanto riguarda tutte le problematiche ad oggi irrisolte. Classi pollaio, burnout e senza dimenticare la tematica degli aumenti salariali: il malcontento serpeggia tra gli insegnanti che chiedono nuove misure al Ministero dell'Istruzione e del Merito.
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Il sondaggio: per un insegnante su due lo stipendio resta il nodo da sciogliere
Tra i 740 lettori che hanno partecipato all’indagine, in gran parte docenti, il 51% ritiene che l’esigenza primaria che l’Esecutivo in carica dovrebbe affrontare nell’immediato è quella dell’aumento stipendiale, sebbene negli ultimi mesi sia stato incrementato di circa 120 euro lordi medi attraverso il rinnovo contrattuale 2019/21. Per gli insegnanti questo è il principale nodo da sciogliere, ma la lista dei problemi è ancora molto lunga. In primis, le difficoltà riscontrate nella gestione delle classi pollaio: una problematica scaturita dall'innalzamento della soglia minima per la composizione delle classi prime della scuola superiore; portato a 27 alunni dal governo Berlusconi nel 2009.
Pensioni anticipate e potenziamento del personale nelle scuole
Non da meno è la questione legata al burnout e alla possibilità di anticipare la pensione. Tale trattamento è al momento riservato, infatti, solo i maestri della scuola dell’infanzia e primaria che hanno diritto all’anticipo pensionistico (Ape Sociale), con l’opportunità d’uscita dal lavoro a 63 anni per chi ha almeno 35 annualità di contributi riconosciuti. In questo senso, i docenti partecipanti al sondaggio hanno chiesto di estendere il beneficio a tutta la categoria.E poi c'è chi chiede di rimettere mano al ridimensionamento del personale. La manovra varata ormai più di 15 anni fa dai Ministri Giulio Tremonti e Mariastella Gelmini ha ridotto considerevolmente il numero di docenti, Ata e dirigenti nelle strutture scolastiche, incidendo in maniera negativa sull'offerta formativa. A tutto ciò si aggiungono nuove richieste, per tutelare sia i lavoratori che l'esperienza degli studenti: come, ad esempio, la stabilizzazione dei precari, l'invio degli ispettori nelle scuole, lo stanziamento di maggiori risorse per il sostegno agli alunni disabili, pensioni più alte senza alzare l'età minima e l'eliminazione delle promozioni facili.