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concorso straordinario scuola 2020

Dopo un'estate fatta di attese, per migliaia di precari della scuola sta per arrivare il momento della verità: il 22 ottobre, infatti, inizierà ufficialmente il concorso straordinario che dovrà riempire 32 mila cattedre 'di ruolo' in più rispetto a quanto previsto prima della pandemia.

Una selezione, nata proprio per tamponare l'emergenza Covid ma che di fatto servirà soprattutto a stabilizzare chi aveva già iniziato a lavorare nella scuola da precario: infatti chi vincerà il concorso riceverà una cattedra da titolare il prossimo anno, anche se con decorrenza giuridica dal 1 settembre 2020. A cui seguirà il 'vecchio' concorso ordinario – con ulteriori 46mila posti, tra scuole dell'infanzia, primaria e secondaria – che probabilmente andrà in scena subito dopo la fine di quello straordinario. Ma qual è il profilo dei candidati? Come si procederà alla scelta dei profili più adatti? Come saranno distribuite le cattedre?

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Concorso straordinario 2020, chi parteciperà

Come detto, si tratta di un concorso che si rivolge a chi nelle scuole – medie o superiori - già ci ha messo piede da tempo. Il requisito principale per poter partecipare è, infatti, quello di aver svolto - tra gli anni scolastici 2008/2009 e 2019/2020 (come insegnante comune o di sostegno) - almeno 3 anni di servizio, anche non consecutivi, su posto comune o di sostegno. A cui si aggiunge: aver svolto almeno un anno di servizio, nello stesso intervallo di tempo, nella materia o nella tipologia di posto per la quale si concorre. Ovviamente, poi, è necessario: il possesso di laurea coerente con la classe di concorso a cui si partecipa e l'abilitazione specifica per quella classe. Nonché, per il posto di sostegno, il titolo di accesso alla procedura e l'ulteriore specializzazione per il relativo grado

Passerà la metà dei candidati

Un concorso, questo, che darà ottime di chance di successo. Praticamente ce la farà 1 su 2, visto che a contendersi i 32mila posti saranno poco più di 64mila docenti (le domande arrivate sono state 64.563). Anche se la situazione varia (seppur non così bruscamente) a seconda della regione per cui ci si è candidati (ricordiamo, infatti, che il bando era nazionale ma le procedure si svolgeranno su base regionale). La regione con più partecipanti è nettamente la Lombardia:15.903 pretendenti (ma è anche la regione con più posti). Seguono staccate Toscana (5.923 candidati), Emilia-Romagna (5.824), Lazio (5.594). Ma tutte le grandi regioni si attestano attorno quota 5-6mila candidature.

Le cattedre per il sostegno tra le priorità

Tra le classi di insegnamento, il sostegno avrà un ruolo da protagonista, visto che circa 1 posto su 6 (5.669 su 32mila) sarà riservato a chi ha l'abilitazione proprio per questa specifica specializzazione. Anche perché l’ultimo rapporto Istat sulla disabilità testimonia quanto il fenomeno del precariato con il conseguente cambio di docente ogni anno sia sentito: al 59% degli studenti con disabilità non è garantita la continuità didattica. Tornando alle le materie 'ordinarie', invece, il maggior numero di cattedre andrà ai docenti di Italiano, storia e geografia per le medie con quasi 3.800 cattedre; per insegnare le discipline letterarie alle superiori le possibilità si dimezzano (1.753 posti), anche se va considerata una manciata di posti per chi, oltre che italiano, vuole insegnare anche latino e greco (60) o il solo latino (424). Carenza di docenti 'di ruolo' anche nell'area scientifica: per Matematica e Scienze ci sono 3.145 posti a disposizione, per la sola Matematica sono 1.027, per Matematica e Fisica sono 707, per Scienze e tecnologie informatiche si sale a 829.

L’identikit dei candidati

Per quanto riguarda, invece, la composizione anagrafica dei partecipanti: più di 2 su 3 sono donne (67,7%) mentre gli uomini si fermano al 32,3%. Quanto all'età: la fetta più consistente di domande (43,9%) è arrivata da persone tra i 31 e i 40 anni. Tanti anche quelli di età compresa tra i 41 e i 50 anni (sono il 35,2% del totale). Scarsa la rappresentanza degli under 30 (sono appena il 7%); decisamente di più gli over 50 (sono il 13,8%). Insomma, un concorso non proprio per giovanissimi.

Come funziona la prova scritta

Infine un accenno alla prova vera e propria. Forse troppo ottimisticamente, si sperava di concludere la procedura per l'inizio di quest'anno scolastico. Così non sarà. Ma, per accelerare i tempi, si è pensato di saltare la prova preselettiva e di passare direttamente a un'unica prova scritta, da svolgere al computer: cinque quesiti a risposta aperta – diversi a seconda della classe di concorso e della tipologia di insegnamento - volti ad accertare le competenze disciplinari e didattiche, più un sesto quesito che dovrà accertare la comprensione della lingua inglese. Per superare la prova servirà un punteggio minimo di 7/10. Chi riuscirà nell'impresa, però, dovrà attendere l'anno scolastico 2021/2022 per ottenere la tanto agognata stabilizzazione (anche perché, a causa delle norme anti-Covid, le prove si svolgeranno per gruppi e andranno avanti per settimane).