
Ma non nella scuola di Katharine Birbalsingh, dirigente scolastica che di recente si è guadagnata il titolo di preside più severa del Regno Unito.
Nel suo istituto, il 'Michaela Community School' di Wembley, infatti, si riga dritto. E i risultati sono sotto gli occhi di tutti: la scuola si è piazzata in cima alle classifiche di tutto il Paese, non solo per i voti dei suoi allievi ma anche per la loro preparazione
-
Leggi anche:
- 18App rubato, ci scrive uno studente: "I miei soldi già spesi da qualcun altro, volevo comprare i libri per l'Università"
- Padre di uno studente aggredisce l'insegnante di sostegno e lo fa cadere dalle scale
- Studentessa in classe con bandiera palestinese, la vicepreside: "Non si manifesta a scuola". La ragazza: "Discriminazione"
Il metodo tradizionale è antiquato, ma funziona
Una scuola, insomma, che riesce a tirare fuori il meglio degli studenti e lo fa con metodi tradizionali, quelli che oggi più di qualcuno vorrebbe accatonare: disciplina, compiti, interrogazioni e voti. In un'intervista, poi riportata da 'Il Corriere della Sera', la docente spiega i limiti di un approccio progressista, in cui il docente ”dà ai ragazzi un obiettivo e si muove tra i banchi ‘facilitando’ l’apprendimento piuttosto che insegnando”.Secondo la preside, invece, ”l’insegnante più tradizionale si posiziona vicino alla cattedra, gli allievi guardano e ascoltano l’insegnante. L’insegnante ha il compito di guidare l’autobus, se vogliamo, e assicurarsi che ogni allievo rimanga sull’autobus”. La differenza sta nel fatto di puntare tutto sull'apprendimento, invece che sul metodo.
Ma non è tutto qui. A rendere la formula della preside Birbalsingh così rigida sono anche le regole di comportamento. Ad esempio, nei corridoi non si parla: ”Non capisco perché il silenzio è così problematico; significa che da noi i ragazzi si muovo in fretta, arrivano alla lezione successiva senza perdere tempo e hanno più possibilità di studiare”. Guai, inoltre, anche per chi si presenta a scuola senza compiti: i malcapitati devono infatti rimanere a scuola un'ora in più. E a chi l'accusa di portare avanti un metodo oppressivo, la preside risponde provocatoria: ”Vi dico io cos’è oppressivo: finire la scuola senza saper leggere bene, senza conoscere un minimo di matematica, senza cultura e senza aspettative”.