
In seguito alla non ammissione, la famiglia della ragazza aveva fatto ricorso al Tar, che con una sentenza ha ribaltato la decisione dell’istituto. L’alunna potrà quindi frequentare la classe successiva quest’anno scolastico.
Leggi anche:
- Bocciato in quinta primaria alunno con istruzione parentale: il Tar respinge il ricorso
- Stop smartphone a scuola per studenti e prof, ritirati e restituiti alla fine delle lezioni: succede a Bologna
- Dà della svalvolata alla prof durante la lezione, il giudice: "Offendere un docente non è reato"
Il Tar promuove la studentessa bocciata per le troppe assenze
Le assenze accumulate dalla ragazza, che le sono inizialmente costate l’ammissione all’anno successivo, avevano, purtroppo, un motivo preciso: evitare di essere bullizzata dai compagni, che con le loro vessazioni le creavano stati d’ansia e attacchi di panico.Proprio per questo, la magistratura ha ribaltato il verdetto dei professori nei confronti della studentessa, iscritta a una scuola media in Sardegna, come riporta l’Unione Sarda e Repubblica.
Lucilla Tomassi
Il Tar dell’Isola ha quindi stabilito che l’alunna deve essere ammessa alla classe successiva, con le seguenti motivazioni: "in primo luogo non è stata valutata, in ragione della particolare situazione di disagio nella quale si è venuta a trovare la ragazza, la possibilità di una deroga ad personam del limite massimo di assenze consentito. - La nota quindi continua - In secondo luogo lo stesso organo scolastico non si è soffermato sulla possibilità, comunque, di procedere a una valutazione di merito del livello di preparazione raggiunto - dalla studentessa - che, come del resto contraddittoriamente riconosciuto dallo stesso Istituto scolastico, è ampiamente positivo e ben oltre la media necessaria alla promozione".
Per i giudici amministrativi, in sostanza, non risulta "affato che il numero delle assenze contestate abbia inciso sulla possibilità di procedere ad una valutazione dell'allieva. Né può ritenersi che il Consiglio di classe non disponesse di elementi di cognizione idonei a suscitare delle peculiari valutazioni - conclude la sentenza a favore della studentessa - Oltre alle segnalazioni della mamma".