
Eccoci ad un nuovo capitolo delle vicende tra scuola e Tar apparso sulla testata ArticoloTre.com: questa volta siamo a Torino e la storia riguarda una ragazza che, avendo superato il limite di assenze necessarie alla promozione, non è stata ammessa a sostenere l'esame di maturità 2014.
La studentessa di liceo linguistico non ha però accettato la decisione del suo istituto, visti i buoni voti a scuola e la sua situazione particolare: le molte assenze erano infatti tutte giustificate e motivate dal cattivo stato di salute dei genitori, che la ragazza doveva accudire. Così, è partito il ricorso al Tar del Piemonte che ha accolto la sua richiesta: l'esame di maturità è stato poi superato a pieni voti.TROPPE ASSENZE - Tutti gli studenti sanno ormai perfettamente che, secondo l'art. 14, comma 7 del DPR 122/2009, “...ai fini della validità dell’anno scolastico,[...], per procedere alla valutazione finale di ciascuno studente, è richiesta la frequenza di almeno tre quarti dell’orario annuale personalizzato". Nel caso della ragazza del liceo linguistico di Torino, al quinto anno non avrebbe dovuto superare le 248 ore di assenza. Ma questo non è accaduto, così l'istituto ha preso la sua decisione: niente esame di maturità. Né la ragazza, né la sua famiglia hanno però accettato questa presa di posizione e si sono rivolti al Tar.
CASO DA DEROGA? - Infatti, la studentessa ha sempre vantato buoni voti a scuola e le assenze, tutte giustificate, erano motivate dalla necessità di assistere i genitori in cattive condizioni di salute. In effetti, per l'articolo citato esiste la possibilità di deroghe: "Le istituzioni scolastiche possono stabilire, per casi eccezionali motivate e straordinarie deroghe al suddetto limite. Tale deroga è prevista per assenze documentate e continuative, a condizione, comunque, che tali assenze non pregiudichino, a giudizio del consiglio di classe, la possibilità di procedere alla valutazione degli alunni interessati. Il mancato conseguimento del limite minimo di frequenza, comprensivo delle deroghe riconosciute, comporta l’esclusione dallo scrutinio finale e la non ammissione alla classe successiva o all’esame finale di ciclo”.
SECONDO I GIUDICI... - Secondo i giudici, la scuola di è macchiata di una "grave" violazione del "principio di proporzione dell’azione amministrativa", poiché a conoscenza della situazione della ragazza. Di conseguenza, hanno stabilito che potesse sostenere l'esame di Maturità, poi superato a pieni voti.
NON E' LA PRIMA VOLTA... - Il Tar ha già accolto diverse volte i ricorsi delle famiglie in caso di bocciatura, anche in situazioni molto particolari. Una studentessa modello beccata a copiare durante l'esame di Maturità 2013 è stata infatti salvata dal Tar Campania, mentre il Tar di Lecce ha accolto il ricorso di una ragazza bocciata in sede d'esame di Stato 2012. La maturanda vantava infatti una buona media e accusava la commissione di averla presa di mira: i giudici le hanno dato ragione. E questi non sono stati i soli precedenti. Nel 2011 si è rivolto al Tar un ragazzo di Agrigento, che voleva ottenere una lode finale non riconosciuta, e una ragazza di Brindisi, non contenta del proprio voto di maturità. Nel 2013, il Tar del Lazio ha annullato una bocciatura per cattiva condotta di uno studente che frequentava la seconda media a Roma.
Carla Ardizzone