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bidella stalkingDal tribunale di Perugia è arrivata la sentenza di una storia molto particolare: una donna è stata condannata a quattro mesi di reclusione e 7mila euro di provvisionale.

I giudici hanno l'infatti ritenuta colpevole di stalking nei confronti di una studentessa che frequentava la scuola nella quale l'imputata lavorava nelle vesti di collaboratrice scolastica.

La bidella perseguitava una studente tramite lettere anonime e cartelloni

La donna, come riporta PerugiaToday, era accusata di aver inviato alla ragazzina e al padre di questa una cinquantina di missive anonime scritte con i ritagli di giornale, alcuni dei quali sono rimaste in mano al pubblico ministero mentre presentava le prove al giudice, di aver affisso un cartellone nel quale replicava quanto scritto nelle lettere anonime, nell’androne condominiale, e delle foto e una confezione di preservativi con consigli sulla sessualità protetta.

Secondo la ricostruzione dell’accusa e della parte civile, tra la donna e la studentessa, a causa della frequentazione che le legava sia a scuola, sia nel quartiere che condividevano, si era stabilita una amicizia molto forte. Tuttavia a un certo punto era accaduto qualcosa di non ben specificato, che aveva portato allo stalking e quindi al processo.

Nelle missive, che una perizia riconduce alla bidella, indirizzate al padre della ragazza si potevano leggere delle rivelazioni sul comportamento sessuale delle studentessa e consigli al genitore sull’educazione da impartire alla giovane.

Secondo la difesa, invece, che ha subito sottolineato come l’imputata sia comunque seguita dai servizi sociali, proprio queste sarebbero le intenzioni, seppur espresse in malo modo, cioè quelle di una madre che ha a cuore la reputazione di una figlia.