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di Margherita Paolini
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ragazza rimproverata con riferimento al campo di concentramento

“Se fossi stata ad Auschwitz, saresti stata attenta”. Queste le parole incriminate che hanno suscitato lo sdegno generale di una classe contro il pesante richiamo della professoressa ad una studentessa ebrea.

“Non sono antisemita” puntualizza l’insegnante. È accaduto al liceo Caravillani di Roma nell’ottobre dello scorso anno, sollevando ora un eco nazionale.

LA CLASSE IN PROTESTA- Il riferimento ad Auschwitz viene immediatamente percepito dalle orecchie degli altri studenti come un'evidente manifestazione di razzismo. Così la classe non ha tardato, dopo un primo momento di stupore, a rivelare tutta la propria solidarietà nei confronti della giovane presa di mira solo per qualche attimo di disattenzione alla lezione della prof. Sono partite prontamente le prime accuse di razzismo contro la professoressa di matematica e qualcuno ha anche minacciato di disertare tutte le sue lezioni. L’insegnante, nel tentativo di fornire una spiegazione accettabile delle proprie parole, ha finito con l’aggravare la propria posizione. Nelle sue intenzioni, infatti, il riferimento al campo di concentramento doveva evocare un luogo in cui vigevano regole ed ordine, senza considerare a quale prezzo e attraverso quali metodi.

NESSUNA PUNIZIONE PER LA PROF - In seguito all’episodio increscioso, la famiglia della ragazza si è rivolta prima alla preside della scuola che ha aperto prontamente un’istruttoria formale, e poi anche alla Comunità ebraica di Roma. L’insegnante protagonista del fatto negativo ha continuato invano a fornire un’interpretazione che smorzasse la violenza verbale del suo rimprovero. Alla fine si è messa in malattia in attesa del prossimo pensionamento. Non è scattata per lei la punizione a causa del fatto che, secondo le parole del preside del liceo, Anna Maria Trapani, non voleva effettivamente offendere nessuno.

RAGAZZI DA LODARE - Proprio nella giornata di ieri, la classe del liceo artistico è andata in visita al museo ebraico di Roma. Bellissime le parole spese nei confronti dei compagni della ragazza ebrea, dal presidente della Comunità ebraica, Riccardo Pacifici, che li ha definiti eroi evidenziando come il loro coinvolgimento attivo e la loro immediata reazione solidale siano comportamenti esemplari da premiare. La mancanza di indifferenza infatti rappresenta in casi come questo l’arma vincente contro le intolleranze e gli episodi di discriminazione.

A te è mai capitato di assistere ad episodi di questo genere a scuola?

Margherita Paolini