3' di lettura 3' di lettura
allarme bomba scuole internazionali romaAttimi di terrore nelle scuole internazionali della Capitale, dove nella giornata di venerdì sono stati segnalati diversi allarme bomba. ”Abbiamo installato una bomba telecomandata nei vostri istituti, pagate 100 mila dollari in bitcoin oppure la facciamo esplodere” è uno stralcio del contenuto del testo inviato tramite mail alle scuole straniere situate a Roma.


Nello specifico, parliamo del 'Marymount' di via di Villa Lauchili; del 'St. Stephen's School' all'Aventino; del 'The New School Rome' in via della Camilluccia e del 'St Geoger's British International School' alla Storta. Fortunatamente dopo ore di controlli gli artificieri hanno constatato il falso allarme, e, al momento, le autorità stanno indagando sull'accaduto.

Tentativo di estorsione alle scuole internazionali di Roma

Secondo le prime ricostruzioni, i sospetti hacker si sarebbero serviti di un server criptato svizzero, noto per la sua alta sicurezza, 'Proton.me', per spargere il terrore nelle scuole romane. Così alle 08:30 di lunedì mattina, la Digos ha fatto evacuare tutti gli istituti coinvolti: oltre 2mila – tra studenti, famiglie e docenti - in strada, mentre il reparto operativo svolgeva i controlli mediante l'aiuto dei cani anti-sabotaggio. In alcuni casi le scuole hanno interrotto l'attività per tutta la giornata, in altri invece, come alla Saint George's, le lezioni sono riprese nel dopo scuola e comunque i ragazzi hanno pranzato come sempre all'interno dell'istituto.

Nel dettaglio, ecco il testo del tentativo di estorsione recapitato alle scuole: ”Abbiamo installato più bombe nella tua scuola, sono state assemblate da personale militare. Sono fatte bene, nascoste nel tuo complesso e pronte per essere fatte scoppiare a distanza. Se veniamo a sapere che stai cercando di disattivarle, le facciamo scoppiare subito. Solo noi siamo in grado di renderle inoffensive se tu pagherai 100 mila dollari in bitcoin. Rispondi a questo indirizzo per avere le informazioni per pagare il riscatto. Se non riceveremo da te alcuna comunicazione al riguardo, capiremo che non sei collaborativo e faremo esplodere le bombe. Pagare è l'unico modo che hai per salvare delle vite, non metterci alla prova”. Sulla vicenda sta indagando anche la Polizia Postale che – così come segnala 'Il Corriere della Sera' – sospetta di un attacco hacker diffuso (di matrice russa), che potrebbe aver coinvolto non solo scuole straniere ma anche italiane. E non si esclude che analoghi messaggi siano stati inviati anche a istituti scolastici in Europa e che qualcuno abbia davvero pagato.