
Nello specifico, parliamo del 'Marymount' di via di Villa Lauchili; del 'St. Stephen's School' all'Aventino; del 'The New School Rome' in via della Camilluccia e del 'St Geoger's British International School' alla Storta. Fortunatamente dopo ore di controlli gli artificieri hanno constatato il falso allarme, e, al momento, le autorità stanno indagando sull'accaduto.
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Tentativo di estorsione alle scuole internazionali di Roma
Secondo le prime ricostruzioni, i sospetti hacker si sarebbero serviti di un server criptato svizzero, noto per la sua alta sicurezza, 'Proton.me', per spargere il terrore nelle scuole romane. Così alle 08:30 di lunedì mattina, la Digos ha fatto evacuare tutti gli istituti coinvolti: oltre 2mila – tra studenti, famiglie e docenti - in strada, mentre il reparto operativo svolgeva i controlli mediante l'aiuto dei cani anti-sabotaggio. In alcuni casi le scuole hanno interrotto l'attività per tutta la giornata, in altri invece, come alla Saint George's, le lezioni sono riprese nel dopo scuola e comunque i ragazzi hanno pranzato come sempre all'interno dell'istituto.Nel dettaglio, ecco il testo del tentativo di estorsione recapitato alle scuole: ”Abbiamo installato più bombe nella tua scuola, sono state assemblate da personale militare. Sono fatte bene, nascoste nel tuo complesso e pronte per essere fatte scoppiare a distanza. Se veniamo a sapere che stai cercando di disattivarle, le facciamo scoppiare subito. Solo noi siamo in grado di renderle inoffensive se tu pagherai 100 mila dollari in bitcoin. Rispondi a questo indirizzo per avere le informazioni per pagare il riscatto. Se non riceveremo da te alcuna comunicazione al riguardo, capiremo che non sei collaborativo e faremo esplodere le bombe. Pagare è l'unico modo che hai per salvare delle vite, non metterci alla prova”. Sulla vicenda sta indagando anche la Polizia Postale che – così come segnala 'Il Corriere della Sera' – sospetta di un attacco hacker diffuso (di matrice russa), che potrebbe aver coinvolto non solo scuole straniere ma anche italiane. E non si esclude che analoghi messaggi siano stati inviati anche a istituti scolastici in Europa e che qualcuno abbia davvero pagato.