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8 marzo gonna e smalto a scuolaL’8 marzo, festa della donna, è alle porte, ma quest’anno potrebbe finalmente essere accompagnata da una nuova consapevolezza. Infatti sono stati molti i movimenti studenteschi negli ultimi mesi che hanno dimostrato sostegno e appoggio verso un nuovo tipo di inclusività, iniziando dal Liceo Zucchi di Monza, che lo scorso novembre aveva indetto l’iniziativa #Zucchiingonna, invitando ragazzi e ragazze a presentarsi con la gonna a scuola per protestare contro la mascolinità tossica che spesso si diffonde proprio a partire dagli anni scolastici.
Successivamente all’inizio del 2022 molte sono state anche le proteste contro la professoressa che aveva insultato una studentessa con la pancia scoperta; anche in quel caso furono molti i ragazzi a partecipare mettendosi nei panni delle loro colleghe, letteralmente indossando indumenti femminili. Quindi, in occasione dell’8 marzo non mancano iniziative analoghe per dimostrare che la scuola sta realmente cambiando, partendo dai vestiti e dallo smalto.

Rivoluzione tra i banchi per la festa della donna: studenti in gonna e smalto

La proposta è nata dai ragazzi del collettivo studentesco del Liceo Marchesi di Padova, ma si sta diffondendo anche in altri istituti della zona, tutti intenzionati ad aderire all’iniziativa. Ma in cosa consisterà questo flash mob che avrà luogo nelle scuole l’8 marzo?

L’obiettivo è onorare la Giornata internazionale delle Donne con una protesta volta a rivendicare il diritto al rispetto, a prescindere dall’abbigliamento, e che quindi possa scardinare l’impostazione culturale che colpevolizza chi subisce molestie o violenza.

“Ci teniamo a fare qualcosa di simbolico per l’8 marzo, dopo che lo scorso anno la giornata è passata in sordina”, spiega Anna Ghedina a Il Mattino di Padova, studentessa del Liceo Marchesi e membro del collettivo. “Quando si va sull’argomento poi, si finisce a parlare di feste, fiori e canzoni. Questa narrazione ci ha scocciato”.

“Chiediamo rispetto” annunciano le studentesse che si mobiliteranno l’8 marzo

Dunque la giornata nella quale le scuole padovane vedranno sfilare studenti e studentesse vestiti ugualmente senza distinzione di sesso, sarà un lezione che i ragazzi hanno intenzione di impartire agli adulti e a coloro ancora legati agli stereotipi di genere.

“Andare a scuola in gonna può essere banale ma è il primo passo per cambiare un’idea diffusa di cosa sia il rispetto: per noi non ha nulla a che vedere con i vestiti, ma con come ci si comporta. Non è rispettoso, per esempio, insultarci o fischiarci nei corridoi. Crediamo ci sia bisogno di parlare di educazione sessuale e di educazione al consenso nelle scuole. Come collettivo spingiamo perché ci siano momenti di discussione su questi temi” ribadisce Anna Ghedina.

L’auspicio degli studenti è quello di coinvolgere anche tanti ragazzi e professori di altre scuole: “Al Marchesi sono pochi, ma abbiamo ricevuto feedback positivi - continua Ghedina - E se non è una gonna può essere lo smalto. Il vestiario non ha genere, una gonna non è necessariamente femminile”.

Anche la Rete degli Studenti Medi è interessata a partecipare all’iniziativa e rilancerà la giornata con un appello rivolto a studenti e studentesse di tutte le scuole della città: “La gonna rivendica una vera libertà di corpi, perché li svincola dai pregiudizi e dagli stereotipi a cui sono soggetti”, spiega la coordinatrice padovana Irene Bresciani, che continua e conclude: “Mostrare delle gambe, delle spalle, in generale la pelle in luogo pubblico deve finire di essere visto come una provocazione”.