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di paolodifalco01
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bullizzato ritirato da scuolaUn ragazzo di 12 anni frequenterà le lezioni a distanza a seguito delle offese e dei vari maltrattamenti subiti dai compagni di classe negli scorsi mesi.

Oggetto di derisione e vessazioni sarebbero state le cicatrici visibili al capo e al volto dell'adolescente causate da un incidente stradale avvenuto un anno fa.

L'incidente e le frasi offensive dei compagni di classe

La vicenda avvenuta in una scuola della provincia di Verona e riportata da 'L'Arena' ha come protagonista un adolescente di 12 anni che, circa un anno fa, è stato investito da una macchina nel paese in cui vive.
Adesso, dopo un difficile recupero e un delicato intervento alla testa e al volto, il dodicenne è ritornato a scuola dove sarebbe stato accolto con critiche, giudizi, offese e persino condanne.

Come ha riferito la madre del ragazzo alla testata:"Il primo episodio doloroso è avvenuto a pochi giorni dall’inizio dell’anno scolastico; un docente si è permesso di toccare la cicatrice che mio figlio ha sul viso e di esaminare gli esiti dell’operazione. Abbiamo chiesto l’intervento della dirigenza che ha richiamato l’insegnante. Quest’ultimo, tuttavia, non ha mai ritenuto opportuno scusarsi con mio figlio".

Dopo quest'episodio, inoltre, uno studente ha iniziato a prenderlo di mira con atteggiamenti sempre più aggressivi. "Un giorno" - riferisce la madre al giornale - "è arrivato a mettergli le mani sul collo e abbiamo deciso che non si poteva andare avanti così". Comportamento ha cui ha fatto seguito anche quello di un altro compagno di classe che si rivolgeva a lui con commenti legati a presunte ripercussioni dell’incidente come "Sei un mostro con quella cicatrice, meglio se non ti fai vedere", oppure "L’incidente ti ha reso stupido", o ancora, "Dio ti ha lasciato qui con quella faccia per punirti".

La decisione dei genitori

Frasi che hanno avuto serie ripercussioni anche sul 12enne, come ha raccontato la madre al quotidiano:"Ha pianto per tre ore, non riuscivo a calmarlo, non voleva più uscire di casa perché si sentiva un mostro, come gli era stato detto".

Vista la situazione i genitori si sono messi in contatto con la dirigenza della scuola:"Chiedevamo un’azione decisa per risolvere il problema alla radice, ma abbiamo ascoltato solo dichiarazioni di intenti. Fortunatamente, dopo tante insistenze, ci hanno riferito che attiveranno qualche ora di didattica a distanza. In questa scuola, però, nostro figlio soffre troppo, e chi dovrebbe proteggerlo non lo fa, per questo andrà via".

La dirigente scolastica del plesso, sempre a 'L'Arena', ha assicurato di aver "preso subito in carico la questione e di aver attivato una serie di azioni per verificare le circostanze e cercare di ripristinare un clima sereno".

Paolo Di Falco