
Il rientro a scuola è sempre più vicino e non mancano le preoccupazioni per un possibile aumento del rischio della circolazione del virus nella comunità. Cosa bisogna fare se c’è un alunno o un operatore scolastico con sintomi compatibili con quelli del Covid-19? Ecco cosa dicono le “Indicazioni operative per la gestione di casi e focolai di SARS-CoV-2 nelle scuole e nei servizi educativi dell’infanzia” messe a punto dall'Istituto Superiore di Sanità con Ministero della Salute, Ministero dell’Istruzione, INAIL, Fondazione Bruno Kessler, Regione Veneto e Regione Emilia-Romagna.
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Rientro a scuola: cosa succede in caso di sintomi compatibili con il Covid?
“La necessità di riprendere le attività scolastiche è indicata da tutte le agenzie internazionali, tra le quali l’Oms, come una priorità ed è tale anche per il nostro Paese”. A dirlo è il presidente dell’Istituto Superiore di Sanità Silvio Brusaferro in occasione dell’uscita delle indicazioni per la gestione di casi e focolai di Covid-19. Se da un lato è indubbio che la riapertura delle scuole italiane ponga dal punto di vista epidemiologico un possibile aumento del rischio della circolazione del virus nella comunità, dall’altro gli esperti sostengono che “non è nota la trasmissibilità di SARS-CoV-2 nelle scuole” ma solo alcune descrizioni scientifiche di outbreak in ambienti scolastici in altri paesi. Tra le azioni da intraprendere nel caso un alunno o un operatore scolastico abbia dei sintomi compatibili con il Covid-19, bisognerà identificare un referente scolastico adeguatamente formato in materia di Covid-19, compilare un registro degli eventuali contatti tra alunni e/o personale di classi diverse, collaborare con i genitori per la misurazione quotidiana della temperatura corporea e segnalare eventuali assenze per motivi di salute riconducibili al Covid-19.