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Concetti Chiave

  • The clinical approach in psychology focuses on individual relationships and problem-solving, while the experimental approach involves isolating study elements, measuring data, and conducting repeatable experiments.
  • Pure research in psychology aims to expand knowledge about behavior and mental processes, whereas applied research focuses on practical applications in real-world settings.
  • Ethical issues in psychological research involve moral questions about working with individuals, leading to the creation of ethical codes to ensure proper conduct in research activities.
  • In designing research, choices must be made about practical and theoretical elements, including translating theoretical concepts into empirical terms and selecting appropriate methodological procedures.
  • Sampling becomes an issue when studying a whole population; researchers use various techniques to create representative samples, distinguishing between theoretical samples and those composed of actual participants.

Indice

  1. Approccio clinico o sperimentale?
  2. Ricerca pura e ricerca applicata
  3. I problemi etici legati alla ricerca psicologica
  4. Compiere delle scelte
  5. Il problema del campionamento
  6. Disegno sperimentale o non sperimentale?
  7. Un metodo, diverse procedure
  8. Vantaggi e svantaggi dell’osservazione
  9. Tecniche di rilevazione dei dati: l’inchiesta
  10. Il questionario
  11. I questionari autodescrittivi
  12. L’intervista
  13. Il focus group
  14. Indagini longitudinali e trasversali
  15. Il test
  16. Il colloquio clinico
  17. Dall’associazione all’ipotesi sperimentale
  18. La verifica dell’ipotesi
  19. Per riassumere
  20. Le fasi di osservazione
  21. Osservazione
  22. Questionario
  23. Colloquio clinico
  24. Comenio e l’educazione universale: a scuola tra progetto educativo e progetto politico
  25. Metodo dell’educazione
  26. I principi del metodo
  27. I fini dell’educazione e il valore della scuola
  28. L’organizzazione del sistema scolastico
  29. La didattica elementare tra parole e cose
  30. Locke: l’educazione del gentiluomo, una riflessione critica sull’educazione
  31. La figura e i compiti del precettore
  32. Le finalità e i principi dell’educazione
  33. Il metodo educativo
  34. I contenuti dell’educazione
  35. Il programma di studi del gentlemen
  36. Rousseau: tra educazione e natura. Il quadro generale delle riflessioni di Rousseau
  37. La prefazione dell’Emilio
  38. Libro I: l’educazione da 0 a 3 anni
  39. Gli educatori e l’allievo ideali
  40. Libro II: l’educazione da 3 a 12 anni
  41. Libro III l’educazione da 12 a 15 anni
  42. Libro IV: l’educazione da 15 a 20 anni
  43. L’educazione come umanizzazione
  44. L’innovazione del sistema formativo
  45. L’educazione fisica o naturale
  46. L’educazione pratica o morale

Approccio clinico o sperimentale?

Approccio clinico: deriva dal greco kline = letto.
Si intende un approccio basato su una relazione individuale, prolungata nel tempo e sulla raccolta di indizi per risolvere un problema.
Approccio sperimentale: deriva dai legami con la fisiologia. Si divide in 3 fasi:
  1. Allestimento di una situazione artificiosa dove l’elemento che si vuole studiare è isolato da altri fattori che potrebbero impedirci di focalizzarlo;
  2. La misurazione cioè la traduzione in dati numerici;
  3. La ripetibilità delle esperienze compiute. Lo sperimentatore interviene attivamente, modifica elementi e situazioni per verificare ipotesi, mutamenti e testare le sue supposizioni.

Ricerca pura e ricerca applicata

La ricerca pura è condotta dagli studiosi per accrescere le nostre cognizioni sul comportamento e i processi mentali. La ricerca applicata scaturisce nei concreti contesti operativi e anch’essa contribuisce alla conoscenza di meccanismi e processi psichici.

I problemi etici legati alla ricerca psicologica

La psicologia ha a che fare con gli individui e i loro comportamenti: questo comporta una serie di interrogativi e problemi di ordine etico, cioè morale. Per correttezza gli psicologi, tramite i propri organismi scientifici, si danno dei codici etici: dove si definiscono gli standard di comportamento che tutti gli studiosi devono rispettare per garantire una corretta realizzazione delle attività di ricerca. Nel nostro paese oltre al Codice Deontologico gli studiosi hanno stabilito norme specifiche relative all’attività di ricerca.

Compiere delle scelte

Tra la formulazione di un’ipotesi e la raccolta delle informazioni c’è un altro passaggio: l’elaborazione del disegno di ricerca, ossia la stesura-piano di lavoro-complesso di linee guida per orientare la ricerca. Lo studioso deve compiere alcune scelte: elementi pratici e operativi della ricerca, scelte di natura teorica (traduzione in termini empiricamente rilevabili di quegli aspetti della realtà su cui sarà diretta l’indagine) e scelte riguardanti le procedure metodologiche da utilizzare.

Il problema del campionamento

Il problema sussiste quando l’oggetto della ricerca è una popolazione, cioè un insieme di soggetti accomunati da una caratteristica. Se il numero di soggetti è troppo consistente si decide di svolgere una ricerca su un campione rappresentativo di tutta la popolazione. Gli studiosi hanno elaborato diverse tecniche di campionamento, cioè procedure apposite per costruire campioni con alto grado di rappresentatività. C’è un campione teorico e uno effettivo: il primo è quello che il ricercatore predispone per la sua indagine il secondo è quello composto dalle persone che effettivamente vi parteciperanno.

Disegno sperimentale o non sperimentale?

L’esperimento differisce profondamente dagli altri metodi di ricerca, perché lo studioso interviene attivamente all’indagine. Così si riduce al minimo il rischio di distorsione dei risultati. Ma questa procedura, disegno sperimentale, non è sempre praticabile perché si possono isolare solo i fattori che sono emersi dall’indagine precedente. Se il ricercatore opta per un disegno non sperimentale deve decidere quale tecnica di rilevazione dei dati utilizzare: un’osservazione diretta dei soggetti di studio, un’inchiesta, un’analisi da un documento in archivio o tecniche di rilevazione indirette.

Un metodo, diverse procedure

L’osservazione può essere condotta in ambiente naturale o artificiale (con l’utilizzo di specchi unidirezionali). L’osservazione in laboratorio può essere strutturata, decidendo quali comportamenti saranno analizzati e stabilendo categorie precise in cui inserirli. L’osservazione in ambiente naturale non altera le condizioni abituali ma è difficile isolare tutti i fattori estranei che possono interferire, invece in laboratorio si può standardizzare l’ambiente (omologazione di entità differenti a un unico modello o tipo). Poi l’osservazione può essere non partecipante, partecipante (il ricercatore si mescola ai soggetti osservati) o scoperta.

Vantaggi e svantaggi dell’osservazione

L’osservazione non permette di studiare un ampio numero di soggetti e può dare risultati non affidabili: i soggetti osservati potrebbero cambiare il loro atteggiamento e l’osservatore potrebbe distorcere i risultati perché le sue aspettative lo porteranno a cogliere solo alcuni aspetti.

Tecniche di rilevazione dei dati: l’inchiesta

L’inchiesta consiste nell’interpellare su un certo argomento una determinata popolazione tramite questionari o inchieste.

Il questionario

Il questionario può essere spedito per posta oppure una persona incaricata lo ritirerà al termine. Per un buon questionario bisogna formulare domande:
  • Pertinenti all’argomento;
  • Comprensibili a tutti;
  • Brevi e chiare;
  • Prive di termini troppo complessi;
  • Univoche;
  • Neutrali.
Possono essere sia aperte sia chiuse. Le domande a risposta chiusa funzionano bene se si indaga su quesi caratteri che presentano modalità ben distinte e reciprocamente esclusive, velocizzano la compilazione del questionario. Ma presentano anche degli svantaggi: difficoltà di costruire il set di risposte quando le modalità del carattere indagato sono molteplici e non mutuamente esclusive, c’è quindi il rischio che la persona non trovi una giusta risposta tra le proposte.
Le domande aperte presentano 2 grandi limiti:
  1. Possono produrre risposte lontane o non pertinenti;
  2. Consentono tante risposte.

I questionari autodescrittivi

Nati negli USA nel anni ’30 del Novecento con la ricerca di Thurstone e Likert che in modo autonomo cercano di approntare sistemi di misurazione degli atteggiamenti, cioè delle posizoni interiori delle persone nei confronti di un determinato oggetto sociale. Con questo metodo è possibile sondare i reali atteggiamenti di una persona, anziché chiederle direttamente il suo punto di vista, la invitiamo a confrontarsi con una serie di voci già date, item.
Nel metodo di Likert lo studioso prepara un congruo numero di item, cioè di affermazioni sul tema, e invita il soggetto a posizionarsi in rapporto a essi collocandosi su una “scala” di favore o sfavore. Dovranno comparire item favorevoli e contrari, affermazioni a favore e a sfavore.

L’intervista

In questo caso c’è un colloquio tra l’intervistatore e la persona interpellata. L’intervista può anche essere svolta al telefono (ma non si possono fare domande troppo articolate). Queste interviste vengono rivolte a un gran numero di persone e devo quindi essere standardizzate (si deve cercare di portare tutti gli interpellati in condizione di ricevere gli stessi stimoli). Ci può essere un’intervista strutturata con un numero prestabilito di domande (ma se le persone hanno diversi livelli di cultura potrebbero esserci dei fraintendimenti). L’intervista consente di adattarsi a condizioni ed esigenze varie e un maggiore controllo del contesto, e ha un tempo limitato. L’intervistato può essere condizionato dall’intervistatore così si possono fare domande indirette o aneddotiche. L’intervista libera si limita a introdurre un tema e viene usata per dar voce alle persone che hanno un ruolo marginale. Un esempio sono le storie di vita.

Il focus group

Essa può essere definita un’intervista di gruppo focalizzata, cioè incentrata su temi specifici. C’è un piccolo gruppo, un moderatore che organizza la discussione. A volte c’è anche un osservatore. Oggi questa tecnica è usata come preliminare a un’indagine o come metodo di ricerca autonomo. Gli individui non devono conoscersi e devono essere diversi tra di loro.

Indagini longitudinali e trasversali

Le inchieste sono utilizzate soprattutto in psicologia sociale e in psicologia dello sviluppo. Lo studioso può prendere un campione e seguirlo per un periodo di tempo prolungato e rilevare possibili cambiamenti oppure confrontare campioni di età diverse. Nel primo caso abbiamo un’indagine longitudinale nel secondo trasversale.
L’indagine longitudinale ha il privilegio di concentrarsi sulla stessa unità campionaria di soggetti ma c’è il rischio di mortalità del campione. L’indagine trasversale rischia che sul risultato pesi l’effetto di coorte (le differenze potrebbero dipendere dalle esperienze dei soggetti).

Il test

Il test è uno strumento utilizzato per saggiare un certo tratto mentale o comportativo del soggetto che viene posto di fronte a una situazione-stimolo detta reattivo. Ci sono test di intelligenza, attitudinali, di personalità, proiettivi (il più famoso è il test di Rorschach).

Il colloquio clinico

Si tratta di un colloquio dove lo psicologo clinico o psicoterapeuta interviene in una situazione di disagio. Il soggetto si esprime liberamente e la raccolta dei dati è solo strumentale al lavoro di anamnesi.

Dall’associazione all’ipotesi sperimentale

Quando due eventi si presentano associati lo studioso deve decidere se l’associazione è casuale, se c’è un terzo fattore che la media, se un fattore incide sull’altro. C’è quindi una variabile indipendente e una dipendente. Il rapporto casuale è detto ipotesi sperimentale.

La verifica dell’ipotesi

L’esperimento permette di verificare l’ipotesi sperimentale. La procedura può essere svolta in laboratorio (più rigoroso, ma spesso i dati sono difficilmente esportabili) o nel campo.
Come si svolge un esperimento
Il gruppo dove viene manipolata la variabile indipendente è il gruppo sperimentale, l’altro dove la variabile non subisce variazioni è detto gruppo di controllo (è il termine di riferimento per saggiare la bontà di un’ipotesi). I due gruppi devono essere il più simili possibili. Il gruppo di controllo è un espediente utile per la veridicità del procedimento sperimentale, ma ce ne sono altri:
  1. La tecnica del doppio cieco: le persone soggette all’esperimento non sanno a che gruppo appartengono;
  2. Esperimento di copertura: consiste nel nascondere ai soggetti lo scopo reale dell’esperimento.

Per riassumere

La psicologia ingenua è la psicologia del senso comune, nella vita quotidiana tutti ci sentiamo in po' psicologi, l'uomo mette in atto di bisogni psicologici e assegna dei significati il comportamento degli altri, degli eventi della vita quotidiana, per spiegare li serve di stereotipi e frasi fatte.
L'uomo annulla il proprio giudizio per uniformarsi agli altri: questo si chiama conformismo sociale, c’è il bisogno di dare una risposta anche sbagliata pur di non apparire diversi.
La ricerca psicologica è la ricerca scientifica e si serve di un metodo scientifico dell'esperienza con dati ed esperimenti, ci sono procedimenti rigorosi matematici.
La ricerca empirica consiste nel raccogliere i dati provenienti dall'esperienza diretta con l'oggetto di studio.
La ricerca sperimentale utilizza esperimenti raccoglie dati che vanno poi analizzati e studiati.
La ricerca psicologica scientifica non è “psicologia ingenua” è il suo opposto. Quando l’uomo si affida alla psicologia di senso comune mette in moto dei movimenti: assegna dei significati ai comportamenti degli altri e agli eventi della vita quotidiana. Per spiegarli si serve di stereotipi che sono “socialmente” condivisi e frasi fatte.
E’ una ricerca di tipo empirico, quindi si serve nel raccogliere dati provenienti dall’esperienza diretta con l’oggetto della ricerca.
E’ una ricerca di tipo sperimentale, quindi va avanti e produce esperimenti (raccogliere dati che vanno osservati e analizzati in un ambiente artificiale).
Si basa su delle ipotesi che potrà essere convalidata o smentita.

Le fasi di osservazione

Ecco quali sono le principali fasi di osservazione:
  • Il ricercatore osserva/riflette/ragiona su un determinato fenomeno
  • Definizione del problema/fenomeno (definire l’oggetto della ricerca che dev’essere reso noto dal ricercatore)
  • Ipotesi
  • Scelta del metodo di ricerca psicologica (osservazione, intervista, questionario, colloquio clinico, test o reattivo mentale, esperimento) +raccolta dei dati che provengono da uno o più dei metodi scelti
  • Rielaborazione/analisi dei dati raccolti
  • Conferma o smentita dell’ipotesi/validità della ricerca scientifica
  • Elaborazione della teoria/conclusioni teoriche
  • Pubblicazione dei risultati dati dalla ricerca

Osservazione

Consiste nell’osservare i fenomeni che accadono relativi al fenomeno da studiare. E’ presente già nel novecento con l’antropologo Boas (motto: tutti in campo). -Questo metodo è utilizzato da tutte le scienze umani e dalle scienze naturali. Deve rispondere ad una regola: selezionare e scegliere il metodo di osservazione più adatto alla situazione da studiare; osservazione naturalistica e partecipante (tipica di Boas). La prima è un’osservazione del ricercatore molto distaccata nei confronti dei fenomeni che sta studiando (se volessimo osservare un’intera cittadina che passa per una stazione davanti ad un cartello inappropriato e il ricercatore si trova a studiare un fenomeno molto ampio, quindi deciderà di studiarlo
usando questa tipologia di osservazione); quella partecipata invece è un’osservazione sul campo ed è quella privilegiata dalla psicologia. Permette di immedesimarsi nei comportamenti degli altri e interagire, sentirsi parte integrante del gruppo. C’è un maggiore coinvolgimento e costruzione di livello empatico rispetto a quello che si crea con l’osservazione naturalistica. Viene preferita quando si ha molto tempo per l’osservazione oppure quando il fenomeno da osservare (villaggi, cittadine, tribù, classi, ecc...) è composto da pochi membri. Nell’ultimo caso può essere coperta (in cui l’osservatore non rende noto il suo ruolo) o scoperta (in cui il ricercatore rende noto il proprio ruolo).
La seconda regola consiste nel dover essere neutrali ed oggettivi. Deve evitare di filtrare il fenomeno che studia attraverso le proprie convinzioni. Nella ricerca scientifica si chiamano “interferenze soggettive”.
La terza regola consiste nel registrare in maniera efficace i dati: quando un ricercatore osserva un fenomeno può utilizzare la scrittura a mano, oppure registratori o telecamere. Il rischio dei tre strumenti consiste nel fatto che questi possono influenzare il comportamento naturale delle persone osservate. Robert Bales: tra il ‘900 e gli anni 2000 aveva studiato un metodo differente, che evitasse l’utilizzo di questi strumenti: egli inventò la checklist, che consiste nel prevedere prima dell'osservazione una sorta di “griglia” di osservazione, una lista di comportamenti che potrebbero verificarsi durante la ricerca e porre una x vicino ai comportamenti che si sono effettivamente presentati.
Quarta regola: rendere l’osservazione standardizzata. Non compiere troppi strappi alle “regole” perché si possono confrontare meglio i fenomeni osservati se sono osservati in condizioni uguali o simili.
Quinta regola: il ricercatore non deve limitarsi ad osservare occasionalmente ma deve mantenere l’osservazione continua, in maniera sistematica.
Sesta regola: osservare e raccogliere quante più informazioni possibili sul fenomeno studiato.
Settima regola: saper osservare e cogliere gli aspetti veramente significativi rispetto al fenomeno studiato
Ottava regola: l’osservazione può avvenire sia in un ambiente scientifico che in un ambiente naturale
Nona regola: definire con precisione il periodo di tempo durante il quale effettuare l’osservazione (per le osservazioni più corte è bene usare l’osservazione naturalistica, per quelle più lunghe magari è meglio utilizzare quella partecipata)

L'intervista:

  • Consiste in un colloquio tra due persone, il ricercatore e il soggetto dell’intervista L’intervistatore non deve mai intervenire nelle risposte dell’intervistato. -Nel caso in cui un intervistato abbia una qualsiasi forma di reticenza nel parlare o disagio, il ricercatore dice che tutte le sue risposte lui stanno valorizzando e aiutando la ricerca.
  • La ricerca prevede due tipologie di ricerca: interviste relative a ricerche esplorative e interviste relative a ricerche interpretative.
  • Ricerca esplorativa: esplorare le opinioni delle persone su un determinato fenomeno/argomento.
  • Ricerca interpretativa: ricerche che hanno come obiettivo l’interpretare le cause di un determinato fenomeno sociale, psicologico, culturale ecc...e le modalità in cui il fenomeno si è sviluppato nel tempo e in cui oggi e nel futuro si manifesterà.
  • Varie tipologie di intervista: consiste nelle modalità con cui il ricercatore porge le domande all’intervistato.
  • intervista strutturata: il ricercatore arriva in casa dell’intervistato predisponendo una serie di domande di “protocollo” che si era già preparato, che porge all’intervistato. Le sottopone in maniera strutturata, facendo in modo che le domande vengano poste nell’ordine esatto in cui sono state la lui programmate. Questo tipo di intervista non prevederà qualsiasi tipo di deviazione o cambiamento. E’ estremamente rigida.
  • intervista semistrutturata: ci sono domande di partenza già pronte da porre all’intervistato, ma in questo caso il ricercatore, quando lo ritiene necessario, può andare oltre alle domande già programmate per approfondire domande particolarmente pertinenti o interessanti al fenomeno studiato.
  • intervista non strutturata: scelta dell’intervistatore di condurre intervista quasi totalmente improvvisata. Richiede un grande livello di competenza del ricercatore. Non si serve di alcuno schema ma si lascia guidare dall’intuito (e.g: ricostruire la vita di un personaggio storico attraverso interviste autobiografiche).
  • La scelta della tipologia dipende dalla personalità che ha il ricercatore e come si sente più a suo agio.

Modi in cui l’intervistatore conduce l'intervista:

  • intervista direttiva: si sceglie quando ci si vuole attenere rigidamente agli argomenti di pertinenza della ricerca. Censura quello che l’intervistato dice che non è pertinente al fenomeno studiato.
  • intervista non direttiva: lascia maggior libertà all’intervistato di parlare di argomenti anche non soggetto della ricerca.
  • intervista oggettiva: chiede di riferire come effettivamente stanno i fatti nella realtà, oggettivamente.
  • intervista soggettiva: quando chiede di riferire il suo punto di vista, idee e opinioni sul fenomeno studiato.
  • Anche qui i risultati vengono registrati in modo da non intralciare l’intervistato, e nel caso si sentisse a disagio con l’utilizzo di un particolare metodo di registrazione il ricercatore deve cambiarlo.

Questionario

Viene utilizzato in casi in cui il ricercatore voglia fare sondaggi o inchieste, o quando la ricerca prevede un campione di persone più ampio, o quando si intende somministrare un questionario al campione le cui persone sono chiamate a rispondere in completa autonomia e per iscritto.
Il ricercatore ha il compito di creare il questionario, costruirlo attraverso le domande. Queste devono essere chiare, distinte, poste bene, con un lessico e un tono adatto, perché le persone che rispondono al questionario non hanno la possibilità di chiedere chiarimenti. -Il questionario è strutturato con la tecnica dell’imbuto: le domande all’inizio sono più generiche, mentre quelle più specifiche e impegnative vengono poste alla fine del questionario.
Le domande del questionario devono poste in maniera tale da essere semplici. Devono essere svolte in un tempo contenuto.
Devono essere neutrali, senza doppi significati da chiarire.
Tipologie di questionario:
  • a domande aperte: più libertà da parte del soggetto, si può esprimere con più chiarezza e dettagli ciò che si prova.
  • a domande chiuse: il soggetto deve scegliere tra una serie di risposte già premesse dal ricercatore in un tempo precedente, oppure scegliere il livello di un’emozione da uno a dieci ecc…, oppure scegliere tra sì o no, vero falso, ecc...

Colloquio clinico

Un metodo diverso dagli altri. Si divide in tre momenti:
  1. Il paziente giunge ad un contatto nei confronti dello psicologo. Per la prima volta è il soggetto che si rivolge allo psicologo, di solito perché si trova in una condizione particolare di malattia o disagio o bisogno di aiuto professionale. Il colloquio non è standardizzabile (grande differenza rispetto all’osservazione). Qui lo psicologo non ha il compito di raccogliere dati scientifici finalizzati ad una ricerca, dunque la finalità principale è quello di raccogliere informazioni all’aiuto e al sostegno del paziente. Il colloquio non è finalizzato nemmeno alla somministrazione di farmaci. Nonostante non faccia parte di una ricerca scientifica specifica ha una grande importanza di tipo teorico; grazie al colloquio il ricercatore-psicologo può utilizzare tutto ciò che acquisisce dai pazienti in una linea teorica (come Freud).
  2. Il momento in cui avviene effettivamente il colloquio clinico, definita in psicologia dall’anamnesi. L’anamnesi è la ricostruzione di un evento traumatico (un’altra finalità del colloquio clinico). Il paziente dev’essere messo nelle condizioni di portare al ricordo e di conseguenza di ricostruire la storia della nascita e sviluppo di quel disagio e del soggetto in sé.
  3. Si abbandona il colloquio clinico e si giunge a quello diagnostico. Si valuta il paziente allo stato attuale (cioè le conseguenze che il disturbo ha avuto sulla sua persona), quindi rispondere alla richiesta di aiuto del paziente.

Osservazione naturalistica: è preferita quando è necessario un periodo di osservazione ridotto e molte persone.
Osservazione partecipante: è la ricerca sul campo dove lo studioso si immedesima nel comportamento che sta osservando e interagisce con gli altri soggetti dell'esperimento.
Vantaggi della standardizzazione sono:altri ricercatori possono utilizzare e replicare le osservazioni a situazioni diverse, raccogliere dati più oggettivi, maggiore controllo del comportamento, migliore confronto con tutti i dati raccolti.
Intervista: viene utilizzata per ricerche interpretative che hanno come obiettivo quello di interpretare le cause di un fenomeno e capire come si è formato; per le ricerche esplorative che hanno come obiettivo quello di conoscere le opinioni delle persone.
Tipologie interviste: strutturata, semi-strutturata, non strutturata, direttiva (cioè il ricercatore si attende rigidamente agli argomenti della ricerca) e non direttiva (il ricercatore è più permissivo), soggettiva (il ricercatore chiede all’intervistato di riferire il suo punto di vista su un argomento) e oggettiva (il ricercatore chiedergli intervistato di riferire soltanto i fatti accaduti).
Le variabili dell'esperimento sono: materiali (elementi concreti), non materiali (elementi per comprendere la preferenza), quantitative (elementi misurabili), qualitative (aggiungere delle caratteristiche per restringere il campo di studio), intervenienti (elementi che influenzano le persone indipendentemente dall' esperimento).

Comenio e l’educazione universale: a scuola tra progetto educativo e progetto politico

Filosofo, pedagogista e uomo di Chiesa, Comenio è il più grande erede della tradizione rinascimentale e dello spirito religioso della Riforma protestante, scriverà un programma di rinnovamento morale e religioso della società. Nella Consultazione universale sulla riforma degli affari umani si parla dell’intreccio tra riforma e educazione, pace tra i popoli e riforma politica. Comenio parla di Panpaedia (dal greco pan, tutto e paiedia, educazione) cioè fa l’esempio di scuola universale affinché tutti gli uomini vengano educati a tutte le cose e diventino integralmente colti. In nome dello spirito cristiano afferma che la conoscenza, la politica e la religione non possono che procedere in sinergia. La rinascita dell’umanità sarà possibile sono mediante la diffusione universale del sapere (pansophia).
L’insegnamento è “l’arte delle arti” perché è atta a far apprendere tutto a tutti nel modo più immediato e piacevole.

Metodo dell’educazione

Nel Didactica magna viene scritto un metodo valido per insegnare ogni branca della conoscenza; si parla di curriculum, disciplina e doveri dei governanti. Dio si rivela all’uomo in 3 libri: quello della mente, quello della natura e le Sacre Scritture.

I principi del metodo

(osservando la natura si può dedurre che...)
Ecco quali sono i principi del metodo:
  • Insegnamento tempestivo;
  • Lezione graduale (dal generico allo specifico)
  • L’esercizio proporzionato all’età
  • Insegnamenti collegati in parallelo
  • La conoscenza deve iniziare dai sensi
  • Insegnare solo cose direttamente utili
  • Continuità tra le discipline e tra i diversi gradi di istruzione

I fini dell’educazione e il valore della scuola

L’uomo è compendio di tutte le opere divine. Dio colloca l’uomo sulla terra affinché sia creatura razionale, domini sé stesso e le altre creature (virtù) e perché rappresenti la perfezione del suo creatore (religione). Solo questi sono i legittimi scopi dell’educazione. Nell’uomo non esiste che la mera attitudine, tutti devono essere educati attraverso le scuole.

L’organizzazione del sistema scolastico

Ci sono 4 gradi scolastici:
  1. Scuola materna (infanzia), generalissime nozioni;
  2. Istituto letterario (puerizia), nozioni di base;
  3. Ginnasio (adolescenza), 7 arti liberali e la scienza;
  4. Accademia (giovinezza).

Ogni grado è composto da 7 anni, i primi due sono per la scuola. Poi nel libro Consultatio catholica aumenta il numero delle scuole in 8, secondo il principio della panscholia (sistema scolastico-educativo che segue la formazione dell’individuo durante tutto il corso della vita).

La didattica elementare tra parole e cose

Nell’ Orbis sensualium pictus è un sussidiario destinato alla prima educazione, riassunto chiaro e sistematico, le immagini sono corredate a un titolo e a una didascalia. Inoltre le pagine sono contrassegnate da un numero.

Locke: l’educazione del gentiluomo, una riflessione critica sull’educazione

Locke è il padre dell’empirismo moderno (riconosce nell’esperienza il limite della ragione). Il filosofo ricerca gli ambiti dove poter applicare l’intelletto con profitto. Durante l’esilio (dovuto ad alcuni problemi con la corte inglese) un aristocratico di nome Edward Clarke di Chipley gli chiese consiglio su come educare il figlio. Da questa corrispondenza nacque la raccolta di 217 Pensieri sull’educazione (1693). Locke sviluppa un percorso di studio adatta ai gentlemen inglesi (classe dominante). Studia invece per i più poveri le Working school (coniugandola lavoro con la presenza obbligatoria in chiesa la domenica). L’educazione doveva essere individuale per rispettare.

La figura e i compiti del precettore

Un precettore ha esperienza del mondo, saggio, colto, coerente nell’agire e deve essere capace di comprendere l’alunno. L’educazione deve essere fondata su dati precisi: il fanciullo deve essere osservato quando si esprime liberamente così potranno essere individuati aspetti comuni a tutti i bambini. Il bambino ha bisogno di una guida: l’educatore incarna la legge alla quale l’alunno deve sottomettersi per la propria libertà.

Le finalità e i principi dell’educazione

Il precettore deve rispettare la libertà dell’educando e deve insegnargli a controllare le proprie inclinazioni attraverso la ragione. L’acquisizione di buone abitudini razionali conduce all’autocontrollo. Il self-control porta alla virtù.
Il fine dell’educazione consiste:
  • Nella saggezza;
  • Nella civiltà;
  • Nella cultura.

Raccomanda lo sviluppo di un’indole attenta e capace di pensieri elevati. Ciò che conta è l’esercizio virtuoso di disposizioni realmente acquisite nella propria interiorità. La cultura passa in secondo piano. Importante è il concetto di onore e di rispettabilità, stima e reputazione.

Il metodo educativo

Bisogna rendere l’alunno padrone dei principi a lui trasmessi. L’esercizio è utile per produrre l’abitudine. Il precettore deve scegliere i momenti giusti per impartire l’educazione. La didattica deve essere improntata sull’esperienza. Partire dal pratico e incoraggiare l’attività del fanciullo. Itinerario graduale, dal semplice al complesso. L’educazione non è nozionismo ma formazione alla competenza. Premi e castighi sono necessari ma quelle esterne generano un carattere da “schiavo”. Dovranno essere l’amore della stima e il timore della vergogna ad essere il vero stimolo.

I contenuti dell’educazione

I materiali di gioco devono essere costruiti dalle piccole cose della vita quotidiana. Ogni lavoro manale rafforza l’esercizio ed è utile per la salute. Importanti l’agricoltura e la falegnameria. Quindi il gentlemen non è solo il ricco proprietario ma un uomo d’affari. Fondamentale è l’igiene alimentare, vita all’aria aperta, libertà di movimento e comodità domestiche molto limitate aiutano nell’indurimento fisico e nell’educazione alla salute. Importanti sono i viaggi (per la saggezza e la prudenza). Importante spiegare al fanciullo l’idea di Dio ed educarlo all’amore e alla reverenza (ma non bisogna aggiungervi nulla) così si sviluppa la verità e la bontà.

Il programma di studi del gentlemen

Locke teorizza una formazione integrale con un orientamento più spiccatamente pratico. Locke osteggia il verbalismo e la retorica. Lo mnemonismo va molto limitato. La lettura deve aver come unico scopo la riflessione su libri facili e divertenti. La grammatica va appresa solo per quello che riguarda la propria lingua madre. Il latino va appreso dopo il francese, il disegno insegnato solo se esistono scopi pratici. Dare spazio maggiore alla matematica, geografia e diritto civile e pubblico. L’educazione va poi completata con la filosofia naturale, lezioni di stile, ballo, equitazione e scherma.

Rousseau: tra educazione e natura. Il quadro generale delle riflessioni di Rousseau

Rousseau fa una lunga riflessione sulla natura dell’uomo e sulle condizioni della società. Sia Il contratto sociale sia l’Emilio pongono l’idea di rifondare la società e rinnovare l’equilibrio. Nel Discorso sulle scienze e le arti afferma che le conoscenze tecniche e scientifiche hanno allontanato l’uomo dalla natura rendendolo infelice. Mito del buon selvaggio. Nel Discorso sull’origine e i fondamenti dell’ineguaglianza tra gli uomini Rousseau descrive la condizione originaria dell’umanità. L’Emilio vuole essere quindi un progetto per la formazione di un individuo protagonista del suo tempo. Rousseau punto alla formazione di un cittadino che costruisca una società giusta e uguale. Bisogna rispettare le diverse fasi dello sviluppo per ritornare il più possibile allo stato di natura originale. L’educazione deve rispondere alle sue richieste, ai suoi bisogni, ai suoi interessi e inclinazioni.

La prefazione dell’Emilio

Rousseau dice che l’arte di educare i giovani non è stata ancora sviluppata nel modo corretto. Bisogna saper riconoscere le peculiarità di ogni età. Divide lo sviluppo in fasi: ciascuna descrive un aspetto cognitivo e affettivo. Puerocentrismo educativo secondo il quale la natura e le caratteristiche dell’educando devono essere poste già a partire dall’età infantile.

Libro I: l’educazione da 0 a 3 anni

L’uomo originariamente è buono ma a causa della complessità della società diventa infelice. L’educazione è impartita dalla natura (per lo sviluppo interno delle nostre facoltà e dei nostri organi), dagli uomini (all’uso che ne facciamo) e dalle cose (all’acquisizione delle esperienze degli oggetti). L’educazione che proviene dalla natura non dipende da noi e quella che deriva dalle cose ne dipende fino a un certo punto. Solo di quella degli uomini siamo veramente padroni. Per avere l’armonia sarà dunque necessario avvicinare il più possibile le 2 educazioni delle quali abbiamo il controllo allo scopo di avere l’educazione prodotta dalla natura che coincide con il pieno dispiegamento delle facoltà umane senza le interazioni indotte dalla società. Bisogna scegliere se formare un uomo o un cittadino. L’unica educazione efficace è quella naturale: chi è ben educato potrà offrire un contributo positivo al miglioramento sociale. Emilio viene da una famiglia nobile. Per Rousseau è necessaria un’educazione al cambiamento e quindi una formazione integrale. Sono sbagliate le cure e le precauzioni eccessive, le minacce e le balie.

Gli educatori e l’allievo ideali

Il primo allevamento e nutrimento del bambino sono di responsabilità della madre. L’unico vero precettore è il padre. Emilio è ricco e orfano, è francese (così dotato di maggiori capacità di adattamento) è un bambino normale, sano e robusto.
I luoghi e i metodi educativi ideali
La campagna è il luogo migliore dove armonizzare le 3 educazioni. L’esperienza senso-motoria è la matrice dello sviluppo infantile. Fin da bambino non deve prendere cattive abitudini, va favorita la curiosità naturale del bambino. Va promossa l’attività esplorativa, creare delle gerarchie mentali. Bisogna frenare la prepotenza del bambino. Nel Saggio sull’origine delle lingue da molta importanza alle lingue: vocalizzazioni infantili, gesti, mimica del volto, pianto espressivo poi pochi termini, poi gli pronuncia bene e infine gli collega agli oggetti. Il linguaggio permette a Emilio a interpretare la propria esperienza personale.

Libro II: l’educazione da 3 a 12 anni

Emilio imparerà a muoversi e a parlare, acquistare conoscenza di sé, a ricordare e ad essere felice. Verrà lasciato libero di muoversi, non sarà capace di ragionare in maniera astratta, non gli si faranno lezioni verbali ma saranno sufficienti esperienze e esempio. Tutto dovrà essere collegato a uno scopo concreto, quindi sono banditi favore e libri. Bisogna educarlo a commisurare i suoi desideri alle sue possibilità, quindi bisogna estirpare ogni possibile degenerazione, deve capire che otterrà ciò che vuole solo se ne ha veramente bisogno. La natura non insegna male quindi il precettore deve togliere le cattive influenze (educazione negativa). Le esperienze sono presentate dal precettore. Cosa vuol dire libertà? Se essa va intesa come assenza di condizionamenti nessuno è libero perché siamo condizionati dalla nostra natura, il precettore deve guidare il fanciullo a un libero sviluppo di essa.

Libro III l’educazione da 12 a 15 anni

Questo periodo è il più prezioso e anche il più breve, il precettore deve selezionare le cose che il fanciullo deve apprendere. All’attività del corpo vi si aggiunge quella dello spirito. Il passaggio dalle conoscenze stabili a quelle intellettuali deve sempre avvenire attraverso l’esperienza diretta. Rousseau è contrario all’educazione libresca. All’educazione negativa si affianca l’intervento positivo che deve suscitare gli interrogativi corretti. Emilio sarà allenato a cercare in sé stesso i mezzi di indagine. L’errore verrà corretto da Emilio stesso. L’educazione continuerà in forma indiretta, sarà incentrata sull’utilità, sull’interesse e sullo sforzo. L’allievo imparerà ad amare le scienze e come approfondirle e non i contenuti. Sono importanti quindi le competenze. Consiglia Robinson Crusoe. Ciò che avvicina l’uomo allo stato di natura è il lavoro, gli esercizi materiali e quelli spirituali si integrano a vicenda.

Libro IV: l’educazione da 15 a 20 anni

L’uomo esce dall’infanzia quando lo stabilisce la natura e qui c’è un momento di crisi perché comprende l’esistenza di altri uomini. Emilio imparerà a ragionare in modo astratto, il percorso educativo dovrà sempre essere fondato sulla natura (educazione sentimentale, morale, sociale, religiosa ed estetica).il precettore non dovrà favorire l’insorgere delle passioni, importante è l’educazione sessuale (su alcune cose deve rimanere ignorante). La curiosità è destata dall’esperienza. Prima dei 10 anni deve apprendere la differenza tra i sessi e il precettore deve chiamare le cose con il nome corretto, non servono lezioni di pudore e onestà. Non bisogna eccitare la curiosità ma se è già esistente non bisogna ingannarla. Preparare Emilio alla vita amorosa. La sola passione naturale dell’uomo e originaria è l’amore di sé (benevolenza e pietà), però quest’amore può trasformarsi in amor proprio cioè in egoismo (nasce dalle contrapposizioni agli altri). Deve comprendere le disuguaglianze sociali per capire il suo posto. Per capire l’empatia e la pietà deve conoscere le condizioni più tristi. Ora deve imparare i comportamenti umani e qui viene riscoperto il valore dell’uomo. L’educazione religiosa va impartita in maniera graduale. Le cose che Emilio deve aver ben presente sono: che Dio esiste, l’anima è immortale e che l’uomo è libero.
Kant: la pedagogia “critica”

L’educazione come umanizzazione

L’educazione è un’esigenza primaria dell’uomo, un cammino che lo porta alla realizzazione piena dell’umanità. Prende le distanze dall’ottimismo di Rousseau e individua un’animalità istintuale che deve essere dominata dall’esterno per poi sottomettersi alla ragione. La disciplina deve bloccare gli istinti mentre l’istruzione ha il compito di insegnare a pensare. All’anomia del bambino deve subentrare l’eteronomia che porterà poi all’autonomia. Il fanciullo ha la massima libertà nel rispetto dei suoi limiti, della sua salute e della libertà altrui.

L’innovazione del sistema formativo

Una corretta educazione può derivare solo da sforzi congiunti di persone illuminate e competenti. Lo stato deve dare il suo sostegno per la costruzione delle scuole. L’allevamento, la disciplina e la formazione morale devono essere affrontati nell’ambito domestico.

L’educazione fisica o naturale

Molto importante è l’esercizio fisico svolto attraverso attività e giochi. L’educazione naturale riguarda anche l’anima e si distingue dall’educazione morale in quanto concerne le facoltà intellettuali e la ragione. Kant ritiene inferiori le facoltà della sensibilità, dell’immaginazione, della memoria e dell’attenzione quindi devono venir sviluppate nella funzione della capacità di giudizio razionale. Anche lui è contrario alla lettura di romanzi. Se il fanciullo viene limitato nella sua libertà impara a obbedire alle massime morali.

L’educazione pratica o morale

Comprende: l’abilità, la prudenza e la moralità. Il carattere va formato attraverso l’esercizio costante del dovere (obbedire alle leggi).
Il timore della propria coscienza va a sostituire quello di Dio. L’obiettivo dell’educazione pratica è quello di insegnare a riconoscere le azioni buone in sé stesse. Senso puro del dovere. Kant pecca di adultismo. La pedagogia di Kant esprime una tensione educativa verso un fine altissimo piuttosto di offrire un insieme di proposte applicabili.

Domande da interrogazione

  1. Qual è la differenza tra approccio clinico e approccio sperimentale nella ricerca psicologica?
  2. L'approccio clinico si basa su una relazione individuale e prolungata nel tempo, mentre l'approccio sperimentale isola l'elemento da studiare in un ambiente controllato per misurarlo e ripetere l'esperimento.

  3. Quali sono i problemi etici legati alla ricerca psicologica?
  4. La ricerca psicologica deve rispettare codici etici per garantire la correttezza delle attività, poiché coinvolge individui e comportamenti, sollevando interrogativi morali.

  5. Come si affronta il problema del campionamento nella ricerca?
  6. Si utilizza un campione rappresentativo della popolazione, elaborando tecniche di campionamento per garantire un alto grado di rappresentatività.

  7. Quali sono i vantaggi e gli svantaggi dell'osservazione come metodo di ricerca?
  8. L'osservazione permette di studiare fenomeni in ambiente naturale, ma può essere influenzata dalle aspettative dell'osservatore e non consente di studiare un ampio numero di soggetti.

  9. In cosa consiste il metodo educativo di Comenio?
  10. Comenio propone un metodo universale per insegnare ogni branca della conoscenza, basato su principi come l'insegnamento tempestivo e la continuità tra le discipline.

Domande e risposte