Concetti Chiave
- I gestaltisti, arrivati in America, si confrontarono con il comportamentismo di Watson, che si concentrava sullo studio dei comportamenti come rappresentazioni degli stati mentali.
- Il comportamentismo, influenzato dal positivismo, sostiene che il soggetto e l'oggetto non possono coincidere nello studio scientifico, escludendo così l'introspezione.
- La psicologia obiettiva, sviluppatasi in USA e Russia, propone lo studio solo dei comportamenti osservabili, opponendosi all'introspezionismo di Wundt e degli associazionisti.
- Tra XIX e XX secolo, si delineano tre approcci riguardo l'anima: eliminativista, conciliatorio e scientifico, con il termine "psicologia senz’anima" di Albert Lange che indica un atteggiamento neutro.
- Con l'inizio del 1900, il concetto di anima comincia a essere abbandonato in psicologia, considerato non rilevante per la psicologia empirica sperimentale, secondo Angell.
La psicologia obiettiva
I gestaltisti andando in America trovarono la scuola comportamentista, la quale aveva cioè fatto proprio il manifesto del comportamentismo di Watson. Studiare la mente per loro vuol dire studiare in terza persona i comportamenti, che in qualche modo sono rappresentativi degli stati mentali concomitanti, verso i quali però non si fa scienza, essi sono abbandonati → epoché.
Lo spirito del comportamentismo era quello del positivismo di fine 800 → non si può contemporaneamente far coincidere soggetto e oggetto nello studio scientifico, occorre che il soggetto sia altro dall’oggetto → non è ppssibile fare ps dei vissuti in prima persona.
Contemporaneamente allo sviluppo della ps fenomenologica, in USA e in Russia nasce la psicologia obiettiva. Essa mira a osservare ciò che non ha contaminazioni soggettive, perché ritengono che l’introspezionismo rimane uno studio metafisico. Solo lo studio del comportamento osservabile dall’esterno è valido scientificamente. Ma non siamo quindi tornati alla fisica o alla biologia? Teniamola aperta.
I comportamentisti contestano a Wundt e agli associazionisti l’uso dell’introspezione, metodo che contamina l’oggetto con il soggetto.
Ci sono tre principali approcci all’anima nella psicologia fra XIX e XX secolo:
• Eliminativista → si cerca di costruire una nuova scienza sbarazzandosi del concetto di anima.
• Si cerca di salvare il concetto metafisico di anima, conciliandolo con le concezioni scientifiche.
• Si mantiene il concetto di anima definendolo in termini scientifici.
Albert Lange conia il termine psicologia senz’anima, che non implica la negazione dell’esistenza di essa, è piuttosto un atteggiamento riservato nei confronti di questa. Verso la metà dell’800 si cercò di salvare il significato metafisico di anima, conciliandolo con le numerose scoperte in fisiologia e psicologia. Brentano mette l’anima alo centro del suo sistema, per lui essa è portatrice delle rappresentazioni e altre proprietà che si possono percepire solamente attraverso le esperienze interne. Wundt invece afferma: “ se lasciamo cadere l’ipotesi metafisica, l’osservazione ci dà un gruppo di funzioni unite a definiti processi psichici”. Con l’inizio del 900 i tempi erano maturi per potersi sbarazare definitivamente del concetto di anima in psicologia grazie a Angell che afferma che il termine anima è stato applicato a una supposta essenza spirituale che persiste dopo la morte e come tale non è connessa a problemi risolvibili dalla ps empirica sperimentale.
Domande da interrogazione
- Qual è l'approccio dei comportamentisti verso lo studio della mente?
- Quali sono i tre principali approcci all'anima nella psicologia tra il XIX e il XX secolo?
- Come si è evoluto il concetto di anima nella psicologia con l'inizio del XX secolo?
I comportamentisti studiano la mente attraverso l'osservazione dei comportamenti in terza persona, ritenendo che gli stati mentali concomitanti non possano essere oggetto di scienza.
Gli approcci sono: eliminativista, che cerca di eliminare il concetto di anima; quello che cerca di conciliare il concetto metafisico di anima con le concezioni scientifiche; e quello che definisce l'anima in termini scientifici.
Con l'inizio del XX secolo, grazie a figure come Angell, si è cercato di eliminare il concetto di anima dalla psicologia, considerandolo non connesso a problemi risolvibili dalla psicologia empirica sperimentale.