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Concetti Chiave

  • La Psicologia dell'Io è una branca della Psicoanalisi, sviluppatasi principalmente negli Stati Uniti negli anni '30, focalizzandosi sugli aspetti razionali dell'individuo e sull'importanza dell'Io rispetto all'Es e al Super-Io.
  • Heinz Hartmann, uno dei principali esponenti della Psicologia dell'Io, propone un modello della personalità che evidenzia l'Io come elemento centrale per lo sviluppo, distinto dalle dinamiche di conflitto psicanalitiche tradizionali.
  • Hartmann introduce l'idea di un Io composto da funzioni autonome primarie, come pensiero e volontà, e funzioni autonome secondarie legate ai meccanismi di difesa.
  • Anna Freud, figlia di Sigmund Freud, contribuisce allo sviluppo della Psicologia dell'Io attraverso studi sui meccanismi di difesa e la psicanalisi infantile, espandendo le teorie del padre.
  • Anna Freud sottolinea l'importanza della consapevolezza delle emozioni nei pazienti, introducendo il concetto di "struttura degli affetti" per comprendere il legame tra affetti ed emozioni inconsce.
Questo appunto di Psicologia presenta il tema della Psicologia dell’Io, presentandone le caratteristiche principali, collocando storicamente la nascita della disciplina ed esponendo in maniera sintetica l’operato e le teorizzazioni dei vari esponenti di questa corrente psicologica.
La Psicologia dell’Io: caratteristiche ed esponenti principali articolo

Indice

  1. La Psicologia dell’Io: una branca della Psicologia
  2. Heinz Hartmann e la Psicologia dell’Io
  3. Anna Freud e la psicologia dell’Io

La Psicologia dell’Io: una branca della Psicologia

All’interno del sistema delle conoscenze pratiche e teoriche della psicologia generale, si colloca la Psicologia dell’Io, che rappresenta una branca della Psicoanalisi, nata a partire dagli studi e dalle teorie elaborate da Sigmund Freud verso la fine del 1800.

La Psicologia dell’Io sostiene una teoria secondo cui nelle situazioni in cui si verificano dei conflitti intrapsichici, ovvero interni alla psiche dell’individuo, l’Io individuale mantiene i propri processi e meccanismi di funzionamento separati da quelli propri dell’Es. Le tre topiche distinte da Freud nell’elaborazione della teoria psicanalitica sono: l’Io, l’es, e il Super-Io.

  • L’io rappresenta la struttura razionale dell’individuo;
  • L’es rappresenta l’inconscio;
  • Il Super-Io rappresenta la coscienza morale.

Partendo dalle elaborazioni fatte da Freud, la Psicologia dell’io si afferma intorno al 1930, principalmente in ambito americano, ed è a tutti gli effetti una corrente, una scuola di pensiero della psicologia che, rispetto ad altre correnti derivanti dalla psicanalisi, tenta di enfatizzare gli aspetti razionali dell’individuo, eleggendo quindi l’Io in posizione privilegiata rispetto all’Es e al Super-Io. Questa corrente di pensiero, nata negli anni ’30, ebbe un grande sviluppo fra gli anni ’40 e ’70, per poi andare gradualmente in declino. I principali esponenti di questa corrente furono Heinz Hartmann e Anna Freud, figlia del celebre autore della psicanalisi.

Heinz Hartmann e la Psicologia dell’Io

Heinz Hartmann fu uno psichiatra e psicanalista viennese che è ricordato come uno degli esponenti di punta della corrente della Psicologia dell’Io. Nei suoi studi circa i presupposti di base della teoria psicanalitica, adotta come punto di partenza una critica rispetto al fatto che la psicanalisi si concentrasse troppo sugli aspetti inconsci della psiche, tentando di sviscerare i temi del conflitto e della patologia, trascurando invece tutti quelli che erano ritenuti comportamenti non patologici. In risposta a questa critica propone un modello della personalità volto ad indagare i vari aspetti della personalità e dello sviluppo in situazioni normali. Secondo Hartmann l’Io riveste un ruolo centrale per i processi di sviluppo dell’individuo, e ipotizza che l’Io sia formato da una moltitudine di sottostrutture, ciascuna con un compito ben preciso. Infatti, per Hartmann l’io discende essenzialmente da tre fattori: Pulsioni, Realtà e Fattori ereditari. Ciò che rende la psicologia dell’io innovativa rispetto alle teorie della psicanalisi è il collocare l’io come elemento esterno alla sfera dei conflitti, mentre, nella psicanalisi, secondo Freud l’io era posto in una situazione di eterno conflitto con l’Es e il super io. Hartmann, collocando l’io come elemento esterno ai conflitti, ritiene che questi sia distinguibile in due sottocategorie, ciascuna con la propria funzione: una parte dell’io è responsabile delle funzioni autonome primarie, mentre l’altra è responsabile delle funzioni autonome secondarie.

  • Fanno parte delle funzioni autonome primarie la volontà, il pensiero, l’intenzionalità, il linguaggio, l’intelligenza e la percezione;
  • mentre fanno parte del secondo gruppo di funzioni, tutte le forme di comportamento che si originano come meccanismo di difesa dalle pulsioni.

Partendo dalla distinzione fra queste due tipologie di funzioni, Hartmann afferma che l’adattamento dell’individuo viene definito e regolato da un rapporto in cui figurano organismo, io ed ambiente, rapporto che consente un corretto sviluppo ed adattamento.
La Psicologia dell’Io: caratteristiche ed esponenti principali articolo

Anna Freud e la psicologia dell’Io

Anna Freud

, figlia del celebre Sigmund Freud, fu una psicanalista di origine austriaca. Ella, seguendo le orme tracciate dal padre, si dedicò alla psicanalisi, ponendo l’enfasi soprattutto sulla psicanalisi infantile e sui meccanismi di difesa dell’io. Proprio per gli studi condotti sull’io, ella è considerata la capostipite della Psicologia dell’io. Fra i maggiori meriti di Anna Freud nello studio dell’Io vi è essenzialmente il merito di aver proseguito le ricerche paterne circa i meccanismi di difesa, aggiungendone di nuovi a quelli individuati dal padre. Il punto di partenza della riflessione operata da Anna Freud nello studio della psicologia dell’Io fu l’implementazione e lo sviluppo della teoria sulle difese dell’io, avviata dal padre. Ella, infatti, riteneva che ogni osservazione fatta dall’analista dipendesse direttamente dall’io. Secondo lei, le pulsioni inconsce derivanti dall’Es “fremevano” per essere liberate, mentre invece quelle derivanti dall’io no, in quanto non vi era una sorta di “guadagno” nel liberarle. Partendo da questo presupposto, la Freud vede la figura dello psicanalista come un facilitatore per la liberazione degli impulsi provenienti dall’es. Infatti, riferendosi ad uno studio condotto sui pazienti nel 1936 ella scrive che uno dei compiti dell’analista è quello di portare alla luce ciò che dimora nell’inconscio. Altro elemento di innovazione introdotto da Anna Freud è stata l’attenzione posta sulle emozioni provate dai pazienti, ella infatti afferma che gli individuo hanno la capacità di creare una barriera di difesa contro le emozioni, e partendo da questo presupposto, ella è in grado di rappresentare una sorta di “struttura degli affetti”, grazie alla quale è possibile per il terapista comprendere sia il modo in cui gli affetti si sviluppano, sia al contempo comprendere il legame fra affetti ed emozioni inconsce che dimorano nell’Es.
Per ulteriori approfondimenti sulla psicologia dell’io vedi anche qua

Domande da interrogazione

  1. Qual è l'origine storica della Psicologia dell'Io?
  2. La Psicologia dell'Io è una branca della Psicoanalisi nata dagli studi di Sigmund Freud verso la fine del 1800, affermatasi intorno al 1930 principalmente in ambito americano.

  3. Quali sono le principali teorie di Heinz Hartmann nella Psicologia dell'Io?
  4. Heinz Hartmann ha proposto un modello della personalità che enfatizza l'Io come elemento esterno ai conflitti intrapsichici, distinguendo tra funzioni autonome primarie e secondarie.

  5. In che modo Anna Freud ha contribuito alla Psicologia dell'Io?
  6. Anna Freud ha proseguito le ricerche sui meccanismi di difesa dell'Io, aggiungendo nuovi concetti e ponendo attenzione sulle emozioni e la loro relazione con l'inconscio.

  7. Qual è la differenza tra l'Io secondo Freud e Hartmann?
  8. Mentre Freud vedeva l'Io in conflitto con l'Es e il Super-Io, Hartmann lo considerava un elemento esterno ai conflitti, con funzioni autonome che regolano l'adattamento dell'individuo.

  9. Quali sono le funzioni autonome primarie secondo Hartmann?
  10. Le funzioni autonome primarie includono la volontà, il pensiero, l'intenzionalità, il linguaggio, l'intelligenza e la percezione.

Domande e risposte