Concetti Chiave
- La psicologia è una scienza sociale che studia la psiche umana e i processi mentali, utilizzando metodi empirici e non empirici per comprendere i comportamenti.
- L'empirismo, basato sull'esperienza, è una corrente filosofica che ha influenzato la psicologia, contrapponendosi all'innatismo e sottolineando l'importanza delle esperienze passate.
- I metodi empirici in psicologia si basano sull'osservazione diretta e comprendono oggettività, variabili e controllo per garantire risultati scientificamente validi.
- I metodi non empirici, al contrario, non si basano sul principio di verificabilità e includono la logica e l'autorità, che possono portare a conclusioni non verificabili.
- L'uso di metodi empirici e non empirici permette alla psicologia di creare nuove teorie scientifiche basate su tecniche di osservazione e quadri teorici.

Indice
La Psicologia come scienza: cosa studia? Quali metodi utilizza?
All’interno della galassia delle scienze umane e sociali, la psicologia riveste una funzione di fondamentale importanza, in quanto si occupa di studiare e indagare i processi posti alla base dell’agire umano, i comportamenti e i meccanismi secondo i quali funziona la mente umana, per cui si può dire che la psicologia è la scienza sociale che studia e analizza la psiche umana e i processi ad essa correlati. Volendo risalire al significato etimologico della parola, il termine psicologia deriva dal greco, e nello specifico dai termini psiche- spirito o anima, e logos- discorso; quindi psicologia significa studio (o discorso) sull’anima. Ovviamente, per indagare la psiche umana e i suoi processi, gli psicologi non si avvalgono solo della semplice intuizione, ma fanno uso di alcuni metodi di indagine finalizzati a conoscere e comprendere i comportamenti umani. Fra i metodi più utilizzati vi sono i metodi di tipo empirico, i metodi non empirici e i metodi sperimentali.
L’Empirismo come corrente alla base del metodo di conoscenza
Il termine empirismo, che deriva dal greco empeirìa, cioè esperienza, rappresenta la corrente di pensiero filosofico secondo cui l’esperienza costituisce l’unica fonte legittima della conoscenza, negando che la conoscenza possa essere il prodotto di idee innate e già presenti nell’uomo. Nel panorama scientifico l’aggettivo empirico spesso va di pari passo con l’uso del termine scienza, sia che si tratti di scienze sociali, che di scienze naturali, e questo accostamento terminologico indica implicitamente un metodo di lavoro che si avvale di ipotesi, le quali possono essere avvalorate o smentite dall’esperimento.
Tornando però alla psicologia, l’empirismo assume una connotazione differente, infatti per gli psicologi l’empirismo rappresenta la concezione secondo cui il comportamento umano si è formato e strutturato nel tempo a partire da tutto l’insieme delle esperienze passate del singolo individuo, visione opposta rispetto alla corrente dell’innatismo. Infatti, soprattutto in una prima fase, la psicologia ha avuto una forte influenza dalla concezione empirica, i cui massimi esponenti furono Bain e Stuart Mill.
Per approfondimenti sull'empirismo vedi anche qui
I metodi per la conoscenza del comportamento in psicologia: metodi empirici e non empirici
In psicologia, il “metodo” sta ad indicare un mix tra tecniche e quadri di riferimento teorici. Attraverso questo mix, gli psicologi ottengono delle nuove informazioni, e le utilizzando per formulare delle ipotesi utili a creare delle nuove teorie scientifiche. Per creare una nuova teoria, in psicologia come in tutte le scienze sociali, però non basta solo l’osservazione e l’unione fra tecniche da applicare sul campo e approccio teorico, ma occorre fare riferimento anche alla metodologia, ovvero un insieme di istruzioni e indicazioni da seguire, che fanno sì che il lavoro svolto dal ricercatore sia scientificamente valido. Nel caso specifico dello studio del comportamento (umano o animale), questo può essere studiato facendo ricorso a varie metodologie, che possono essere ricondotte a due grandi categorie: i metodi empirici e i metodi non empirici.
La categoria dei metodi empirici racchiude tutto l’insieme dei metodi che sono basati sull’esperienza, quindi sull’osservazione diretta del fenomeno o del comportamento oggetto di studio. Di conseguenza, i metodi empirici, o scientifici, o ancora metodi sperimentali, costituiscono quei metodi di ricerca che, oltre a basarsi sull’esperienza e sul principio di osservabilità, prevedono tre caratteristiche fondamentali: oggettività, variabili e controllo.
- Nel metodo empirico, il termine "oggettività" sta ad indicare l’osservazione oggettiva del soggetto in situazione (diversa dall’interpretazione soggettiva);
- Le variabili stanno ad indicare le diverse categorie e declinazioni attraverso cui un fenomeno si rende palese al ricercatore;
- Infine, il controllo implica che l’osservazione effettuata dal ricercatore debba essere “controllata”, cioè ripulita da tutte le possibili influenze da parte di variabili estranee rispetto a quelle prese in considerazione dal ricercatore.
Per cui si può dire che i metodi empirici annettono nel proprio sistema di funzionamento, sia la scienza che l’intuizione. L’intuizione, a sua volta comprende il misticismo e il senso comune. Quest’ultimo si basa principalmente sull’osservazione, ma non per forza trae sostentamento dalla logica, per cui non è caratterizzato dalla verifica delle informazioni, per cui si oppone alla scienza, che in primis è contro-intuitiva, e in secondo luogo sfida i principi di senso comune.
Se i metodi di tipo empirico vengono identificati come metodi “scientifici” poiché basati sull’esperienza e sull’osservazione, appare logico che i metodi non empirici comprendano invece tutte le prassi che non si basano sul principio di verificabilità. Per cui si può dire che i metodi non empirici (o anche non scientificamente validi) comprendono i principi della logica e dell’autorità rispetto ad un fenomeno o comportamento preso in esame. Nello specifico, il principio di autorità consiste nell’accettazione passiva (o remissiva) di una o più affermazioni, reputate vere poiché definite tali da una persona che è considerata come autorità (es. uno studioso famoso, un grande psicologo). In quest’ottica, ciò che viene sostenuto dall’autorità non può essere confutato, ma allo stesso modo questo metodo è inefficacie poiché molto spesso le affermazioni sostenute dalle autorità non sono verificabili, in quanto a loro sostegno non vengono presentati dati che ne possano confermare la veridicità.
Per ulteriori approfondimenti sullo studio del comportamento vedi anche qua
Domande da interrogazione
- Qual è il ruolo della psicologia all'interno delle scienze umane e sociali?
- Cosa rappresenta l'empirismo nel contesto psicologico?
- Quali sono le caratteristiche fondamentali dei metodi empirici in psicologia?
- In cosa si differenziano i metodi empirici dai metodi non empirici?
- Qual è il limite principale dei metodi non empirici?
La psicologia riveste un'importanza fondamentale nello studio dei processi alla base dell'agire umano, dei comportamenti e dei meccanismi della mente, analizzando la psiche umana e i processi correlati.
L'empirismo in psicologia è la concezione secondo cui il comportamento umano si forma attraverso le esperienze passate, in contrasto con l'innatismo, ed è stato influenzato da pensatori come Bain e Stuart Mill.
I metodi empirici si basano sull'esperienza e l'osservazione diretta, e prevedono oggettività, variabili e controllo per garantire la validità scientifica delle osservazioni.
I metodi empirici si basano sull'osservazione e verificabilità, mentre i metodi non empirici si fondano su principi di logica e autorità, senza necessità di verifica empirica.
Il limite principale dei metodi non empirici è l'accettazione passiva di affermazioni basate sull'autorità, che spesso non sono verificabili e mancano di dati a sostegno della loro veridicità.