Concetti Chiave
- L'antropologia, nata nell'Ottocento, studia l'uomo e la cultura, esaminando come l'uomo modifica la vita naturale attraverso regole culturali.
- Discipline dell'antropologia culturale includono l'antropologia della parentela, della religione, politica, economica, linguistica, paleoantropologia e medica.
- L'antropologia fisica si concentra sull'uomo come essere biologico, mentre l'antropologia culturale analizza le manifestazioni culturali umane.
- La cultura è trasmessa verticalmente tramite inculturazione, orizzontalmente attraverso acculturazione, e inversamente con la socializzazione rovesciata.
- La globalizzazione ha portato cambiamenti significativi nell'antropologia, accelerando la storia e le interazioni culturali, come osservato da Marc Augé.
Cos’è l’antropologia?
Dal greco antropos (uomo) e logos (discorso).L’antropologia nasce nell’Ottocento (anno in cui ci fu la rivoluzione industriale che influì sull’uomo comportando diversi cambiamenti), per questo si rese necessaria una nuova indagine scientifica. L’uomo è l’unico capace di elaborare la cultura e questo termine significa modificare le condizioni naturali della vita della specie umana, introducendo regole di vario tipo come, per esempio, religiose, parentela, forme di vita ecc.
Il termine cultura può avere due significati: il primo, classico, indica la formazione; il secondo, antropologico, indica un insieme complesso di elementi.
Una disciplina antropologica è l’etnografia, che si basa sull’osservazione diretta dei comportamenti sociali e culturali di un gruppo umano e sui resoconti dei soggetti studiati e che di solito presuppone una permanenza abbastanza lunga da parte dei ricercatori presso il popolo preso in esame.
L’uomo è inferiore agli animali e perciò non sarebbe in grado di sopravvivere; perciò si completa per cultura e non per natura.
Il termine cultura può avere due significati: il primo, classico, è la formazione; il secondo, antropologico, è un insieme complesso di elementi.
L’antropologia può essere:
Culturale:
• L’antropologia della parentela studia le relazioni di parentela nelle diverse società.
• L’antropologia della religione studia le manifestazioni della religiosità come feste e riti.
• L’antropologia politica si occupa delle forme di aggregazione, come per esempio tribù e Stati.
• L’antropologia economica studia la produzione delle risorse, lo scambio, la condivisione dei beni.
• L’antropologia linguistica studia il linguaggio umano e le relazioni tra lingua e cultura.
• La paleoantropologia ricostruisce la vita degli antichi ominidi nella preistoria.
• L’antropologia medica interessa alcuni aspetti culturali della malattia (alcune malattie non sono solo fisiche ma riguardano anche problemi culturali e ambientali).
Fisica:
Studia l’uomo come essere biologico.
Kroeber si è chiesto: “Quando l’uomo ha iniziato a produrre culture?”
Secondo lui, l’uomo non ha prodotto cultura fino al punto critico (l’evoluzione del cervello — la scatola cranica — che a un certo punto ha raggiunto il superorganico, cioè la cultura) dove ha iniziato a elaborare elementi culturali.
Questa teoria, però, è stata sostituita dalla teoria interattiva, secondo la quale l’uomo e la cultura si chiamano a vicenda e si completano, potendo così elaborare la cultura.
Uno dei fondatori dell’antropologia culturale è Tylor (che dice che ogni gruppo umano è associato a una propria cultura che coincide con le abitudini quotidiane come, per esempio, il costume, l’arte e le credenze).
Quindi Tylor descrisse la cultura come un insieme complesso comprendente ogni abitudine quotidiana acquisita dall’uomo in quanto membro di una società.
Secondo questo punto di vista, non esiste una cultura “alta” distinta da una cultura di “basso livello”, infatti tutte le produzioni umane sono egualmente degne di rispetto e attenzione.
Lui presenta l’espressione “cultura primitiva”, che non ha un significato dispregiativo, ma indica una cultura che si esprimeva in modi diversi.
Borofsky dice che la cultura è trasmessa attraverso l’apprendimento e comprende un sistema di conoscenze condiviso dai membri di una società e un insieme di tradizioni e costumi che regolano il comportamento.
Secondo lui, l’uomo si distingue dagli altri esseri viventi in quanto produttore di cultura o di civiltà.
Quello che manca agli animali è l’uso della lingua.
Il caso di Victor (esempio)
Victor è un fanciullo casualmente trovato nei boschi, dodicenne che era stato abbandonato quando ancora non camminava ed era vissuto come un animale; per esempio si riparava sugli alberi, si nutriva di ghiande. Nel suo caso si interessò il medico Jean che lo portò a casa propria per fare un programma rieducativo. Il medico era convinto che la condizione del ragazzo fosse l’effetto della lunga permanenza nei boschi e delle mancate sollecitazioni culturali e che soltanto attraverso l’educazione e l’apprendimento si diventasse pienamente uomini o donne. Quindi avviò un progetto dedicato all’ambiente sociale e al risveglio della sensibilità; vista, tatto e gusto migliorarono notevolmente. E così Victor imparò a riconoscere e usare i diversi utensili, a cucinare e ad apparecchiare, anche se non riuscì mai a leggere o scrivere.Perciò la cultura si può trasmettere alle nuove generazioni (dagli adulti ai membri più giovani) attraverso un processo verticale (inculturazione).
E tra gruppi sociali diversi in maniera orizzontale (acculturazione), cioè la trasformazione di una cultura in seguito all’incontro con altre civiltà.
Poi c’è la socializzazione rovesciata che si verifica quando sono le nuove generazioni a trasmettere il sapere a quelle più anziane, come nel caso delle competenze digitali.
Nella seconda metà del Novecento, l’antropologia subì un cambiamento: a causa della modernizzazione tutti i popoli sono coinvolti nella globalizzazione economica e culturale, e a loro volta le culture sono soggette a profondi cambiamenti. Come dice Marc Augé, c’è un restringimento del pianeta e quindi è molto più semplice spostarsi, con un’accelerazione della storia che coincide con la cronaca, cioè in tempo reale.
L’antropologia ha origini ottocentesche e ci sono alcuni precursori della disciplina:
• Erodoto: le sue storie sono ricche di usanze dei popoli con cui i Greci entrano in contatto.
• Marco Polo: nelle loro opere sono presenti dei principi detti capisaldi dell’antropologia:
• Il lavoro sul campo, ossia l’importanza dell’osservazione diretta.
• Il relativismo culturale, ossia la consapevolezza della relatività di usi e costumi.
• Il decentramento, ossia la capacità di cogliere il punto di vista dell’altro e di considerare con distacco critico la propria cultura.
Alla diffusione dell’atteggiamento antropologico contribuirono anche viaggiatori come Cristoforo Colombo, che scoprì l’America.
Uno dei primi autori che avvertì l’esigenza di rapportarsi all’altro non per semplice curiosità, ma con intento comparativo, fu un filosofo francese, Michel de Montaigne, nel scritto “Dei cannibali”, che descrive le usanze dei brasiliani che praticano il cannibalismo, rifiutandosi di classificare come barbaro ciò che gli sembra diverso (descrive senza pregiudizi la natura).
Nel contesto dell’Illuminismo, movimento culturale che promuove i valori della ragione e dello spirito critico, emerge l’atteggiamento filosofico attraverso il racconto filosofico, per esempio nel romanzo “Lettere persiane” scritto da Charles de Montesquieu, nel quale i nobili persiani, durante un viaggio in Francia, osservano con curiosità le usanze europee (lavoro sul campo), che determina nei due giovani viaggiatori la consapevolezza della relatività di usi, costumi e valori (capiscono il relativismo culturale). Il punto di vista dei viaggiatori può descrivere la propria società in modo distaccato, come se la vedessero per la prima volta, realizzando quel distanziamento rispetto all’oggetto.
Anche nel breve racconto di Denis Diderot, che anticipa alcuni temi sviluppati nell’antropologia come “Il supplemento al viaggio di Bougainville”, racconta di un tahitiano che ospita un giovane missionario e gli parla della sua cultura, che non è selvaggia, ma i loro comportamenti culturali sono corretti perché rispecchiano il loro essere etico.
Montesquieu e Diderot, insieme ad altri pensatori illuministi, sono consapevoli che i codici culturali con cui la civiltà occidentale comprende la realtà non sono universali e che il confronto con altri popoli potrebbe metterli in discussione. Infatti assumono un atteggiamento ironico verso i costumi europei. Così nasce una critica dell’eurocentrismo, ossia la tendenza a interpretare ogni cosa secondo il punto di vista della cultura europea ritenuta superiore alle altre.
L’evoluzionismo è una concezione secondo cui tutta la realtà naturale e sociale è in continuo movimento da uno stato originario indefinito verso forme sempre più complesse. Ha rappresentato un tentativo di trovare nuove leggi generali valide per tutte le civiltà.
Domande da interrogazione
- Cos'è l'antropologia e quali sono le sue origini?
- Quali sono le principali discipline dell'antropologia culturale?
- Come si trasmette la cultura secondo l'antropologia?
- Chi sono alcuni dei precursori dell'antropologia e quali concetti hanno introdotto?
- Quali cambiamenti ha subito l'antropologia nella seconda metà del Novecento?
L'antropologia è lo studio dell'uomo e della cultura, nata nell'Ottocento durante la rivoluzione industriale. Si occupa di come l'uomo modifica le condizioni naturali della vita attraverso la cultura.
Le principali discipline includono l'antropologia della parentela, della religione, politica, economica, linguistica, paleoantropologia e medica, ognuna focalizzata su aspetti specifici delle società umane.
La cultura si trasmette verticalmente attraverso l'inculturazione, orizzontalmente tramite l'acculturazione, e attraverso la socializzazione rovesciata, dove le nuove generazioni insegnano alle più anziane.
Precursori come Erodoto, Marco Polo, e Michel de Montaigne hanno introdotto concetti come il lavoro sul campo, il relativismo culturale, e il decentramento, contribuendo alla nascita dell'antropologia.
L'antropologia ha subito cambiamenti dovuti alla modernizzazione e globalizzazione, con culture soggette a profondi cambiamenti e un'accelerazione della storia, come descritto da Marc Augé.