Concetti Chiave
- La pedagogia dal 1600 al 1800 ha esplorato lo sviluppo dell'individuo, con pedagogisti come Comenio, Locke e Rousseau che hanno proposto modelli educativi basati su gradualità, esperienza e sviluppo individuale.
- Comenio ha introdotto la struttura scolastica in cicli, ponendo l'accento su gradualità, ciclicità e globalità, con l'obiettivo di trasmettere un sapere universale e una formazione morale.
- Locke ha enfatizzato l'educazione attraverso l'esperienza diretta, promuovendo la curiosità e l'autonomia dell'allievo, con l'obiettivo di sviluppare la virtù e la ragione.
- Rousseau ha proposto un percorso educativo in diverse fasi, concentrandosi sullo sviluppo fisico e intellettuale e sull'importanza dell'educazione naturale e sociale.
- Nel periodo 1700-1800, pedagogisti come Pestalozzi, Fröbel e Lambruschini hanno promosso l'importanza dell'educazione graduale, il gioco, lo sviluppo spirituale e l'educazione indiretta, ponendo l'accento sulla cooperazione tra maestro e allievo.

Indice
Le teorie pedagogiche, cosa sono, utilità e scopi
La pedagogia si pone lo scopo di studiare i processi di educazione e di formazione dell’essere umano, con particolare riferimento ai processi che si verificano in età infantile.
Il pedagogista, ovvero lo specialista dei processi di educazione e formazione ha il compito di predisporre basi operative, strumenti e teorie utili a facilitare i processi di formazione e apprendimento nei bambini. Nello specifico i pedagogisti, nella storia, si sono occupati dello studio della formazione, e in base a questi studi hanno elaborato una serie di Teorie Pedagogiche, ovvero degli schemi, delle proposte didattiche, articolate in più fasi, utili a facilitare per i discenti i processi di apprendimento. La finalità delle teorie pedagogiche, ovvero il motivo per cui queste vengono elaborate e adottate è quello di costruire dei modelli e delle pratiche di intervento che possano essere utilizzate nella pratica quotidiana; ne sono un esempio lampante le proposte didattiche elaborate dai più noti pedagogisti della storia: Comenio, Locke e Rousseau, i quali delinearono un filo logico da seguire al fine di istruire ed educare i bambini sin dalla prima infanzia. Tuttavia, prima di procedere nella descrizione delle teorie pedagogiche elaborate a partire dal 1600 fino al 1800 è utile chiarire il quadro storico-culturale di riferimento.
Fra il 15° e il 16° secolo, lo scontro avvenuto fra Riforma luterana e Controriforma cattolica ebbe come effetto un brusco arresto nelle idee pedagogiche pre-umaniste, secondo le quali l’educazione era intesa come percorso interno al soggetto, in supporto del quale la pedagogia fungeva da aiuto nel processo di sviluppo della personalità individuale. Diversamente, sia la Riforma che la Controriforma proposero un modello di formazione fondata sui principi religiosi e sul rispetto delle autorità, prevedendo obiettivi ben stabiliti e metodi dai quali non ci si poteva discostare, il cui fine ultimo era assoggettare l’individuo, a differenza del fine umanista che intendeva l’educazione come sviluppo della personalità individuale in tutte le direzioni possibili.
Le teorie pedagogiche principali dal 1600 al 1700
Jan Amos Comenio si occupò degli aspetti metodologici e didattici della scuola e dell’educazione, interrogandosi circa i fini dei processi educativi, l’ordine dei piani di studio la funzione sociale della scuola e dell’educazione, e la gradualità della didattica. Comenio afferma che “educare è vivere”, e che per educare sia necessario delineare degli obiettivi. Il metodo proposto da Comenio è riconducibile a tre principi fondamentali: Gradualità, ciclicità e globalità. Inoltre, effettua una distinzione fra cicli scolastici:
- La schola materna: da 1 a 6 anni; periodo educativo in cui si predispone un clima scolastico in grado di avvicinare il bambino al contatto con diverse esperienze, cosí che nascano le curiositá e gli interessi. In questo primo momento bisogna contare sulla spontaneitá del bambino
- La schola vernacula: da 6 a12 anni. Qui afferma che la lingua insegnata deve essere quella dello stato nazionale in modo da rafforzare i rapporti tra i bambini. Alla fine del ciclo i bambini devono essere in grado di leggere scrivere e di sviluppare le prime competenze aritmetiche.
- La schola latina: dai 12 ai 18 anni (ricopre il ruolo di liceo). Si basa sullo studio del tedesco e del latino a cui poi si aggiunge l’ebraico e il greco, alla fine di questo ciclo scolastico gli alunni devono padroneggiare abilmente le abilità dialettiche e retoriche.
- Accademia: dai 18 ai 25 anni (università). Qui gli studi arrivano a possedere un valore universale. Infatti, in questa fase Comenio parla di Pansofia che è l’ideale del sapere universale e che implica l’idea di trasmettere tutto il sapere. Inoltre, per Comenio l’educazione non si basa solo all’istruzione in sé, ma comprende anche la formazione morale, in quanto l’individuo deve essere educato e istruito nella pluralità dei campi della conoscenza.
Locke parla di educazione come Esperienza, affermando che l'educazione aiuta a sviluppare un punto di vista critico sul rapporto con la realtà naturale. Locke, infatti, parla di esperienza diretta dell'allievo, che deve mettere in moto la curiosità e l'interesse, sostenendo cosí la realizzazione di ogni apprendimento. Locke pone enfasi sul ruolo dell'educatore, che assume una nuova funzione che coincide in buona parte nel predisporre un piano di esperienze che l'allievo dovrà puoi compiere in autonomia. L’obiettivo di Locke è quello di educare l’uomo alla formazione della virtù, che pensi a ed operi secondo la ragione. L'obiettivo del pedagogista è creare un percorso articolato in esperienze, in cui il bambino è guidato dall’educatore nell'uso della libertà e della ragione.
Rosseau sviluppa le tappe del percorso educativo nell’Emilio e parla di diversi percorsi di formazione di un bambino.
L'educazione fino a 5 anni: In questo periodo l’attenzione è rivolta all'alimentazione e agli esercizi fisici, convinto che una robusta costituzione fisica possa essere utile per avere un carattere forte e pieno di volontà, utile ad affrontare le sfide della vita.
- Educazione dai 5 ai 12 anni: questa fase è il periodo più critico della vita del bambino e per questo è necessario intervenire lasciando che le cose avvengano in maniera spontanea, lasciando il bambino libero di lavorare sulla curiosità, in modo da motivarne l'attivismo naturale e quindi sul desiderio di conoscere la realtà.
- Educazione dai 12 ai 15 anni: l'individuo raggiunge un grado maggiore di energia e si fa sempre più curioso dal punto di vista intellettuale; infatti, in questo momento della vita è possibile dare il massimo e cercare di stimolare il sapere. La guida dell'insegnante rimane comunque la curiosità.
- Educazione dai 15 ai 20 anni: fino a 15 anni ragazzo è stato educatp a sviluppare le doti individuali, il fisico, i Sensi e la curiosità verso le cose; dai 15 anni in poi inizia la vera e propria educazione rivolta verso gli altri; infatti, il giovane deve essere preparato per entrare nella vita sociale e quindi deve comprendere il significato e le modalità delle relazioni. Rousseau educò Emilio appunto ai 20 anni in solitudine e in natura. La natura per Rousseau può essere considerata sia un concetto, che la parola fondamentale.

Le Teorie Pedagogiche principali dal 1700 al 1800
Pestalozzi crede nell'utilità di un'educazione del popolo che veicoli un rinnovamento spirituale nel punto di partenza dei processi di insegnamento e di apprendimento. Il compito del pedagogista è lo stimolo delle facoltà mentali, per cui occorre che gli insegnanti creino le condizioni per stimolare intellettualmente gli allievi. Il processo di apprendimento, secondo Pestalozzi deve essere graduale, e si sviluppa tramite l'incoraggiamento del maestro che si colloca a fianco del bambino, assumendo una posizione laterale e stimolando e incoraggiando il bambino tramite l’approvazione. Pestalozzi educa i bambini all'interno della società perché afferma che il bambino si troverebbe male a entrare nella società in un secondo momento se fosse solo, diversamente da Rousseau che educa un solo bambino lontano da tutti. Pestalozzi scrive diverse norme per guidare al meglio l'educazione: la prima è l'osservazione, la seconda è il linguaggio, la terza è che il maestro non può giudicare i risultati degli allievi, ma deve avvenire un insegnamento graduale, e ogni argomento affrontato dal maestro deve prevedere un giusto periodo di tempo affinché possa essere assimilato da tutti, rispettando i tempi e l'individualità di ogni bambino.
Fröbel riguardo all'educazione parla di gioco e di doni. I doni sono strumenti, adeguati alla natura del bambino che ne facilitano lo sviluppo spirituale e l'attività ludica. Fröbel individua sei doni, ognuno dei quali nasconde un principio educativo che ha lo scopo di avvicinare il bambino alla vita e alla realtà circostante. Fröbel fonda il Kindergarten, ovvero il primo asilo circondato dalla natura.
Secondo Lambruschini il compito del maestro è cooperare con l’allievo, diventando un cooperatore spirituale del Fanciullo. Per lui assume una grande importanza l'educazione indiretta in cui il metodo presuppone un atteggiamento di accompagnamento dell’allievo senza toglierne la spontaneità. Lambruschini sostiene le scuole private e i principi della libertà di insegnamento, affermando anche che lo Stato non deve però rinunciare alla creazione di istituti, ma non deve assumere il diritto di emanare leggi e regolamenti per le scuole private che non hanno come obiettivi il rilascio di titoli di studio.
Ferrante Aporti compie la sua prima esperienza con la scuola dei piccoli, un'istituzione a pagamento di cui nel 1791 assume la direzione; successivamente apre un asilo gratuito per bambini poveri, dando vita a un'esperienza inedita in Italia. Aporti si interessa dello studio dell’età infanti, e propone fra gli obiettivi del suo asilo gratuito quello della lotta alla povertà, affermando l'obiettivo delle istruzioni è quello di educare i bambini più poveri, in quanto, in assenza di istituzioni rivolte anche a loro, questi sarebbero lasciati in balia degli eventi della vita, e non avrebbero modo di accedere ai fondamenti basilari dell’istruzione.
Capponi vuole che l’educazione si basi sulle forze creative dello spirito che consentono all’allievo di riconoscere gli obiettivi della propria missione esistenziale. Tramite il suo pensiero educativo intendeva tirare fuori la personalitá individuale al fine di preparare ogni individuo a diventare capace di agire all’interno della società. Capponi non definisce un metodo di studio e non viene definita l’organizzazione scolastica.
Per ulteriori approfondimenti sulle teorie pedagogiche vedi anche qua
Domande da interrogazione
- Qual è lo scopo principale della pedagogia secondo il testo?
- Quali sono i principi fondamentali del metodo educativo di Comenio?
- Come descrive Locke il ruolo dell'educatore?
- Qual è la visione di Rousseau sull'educazione durante l'infanzia?
- Quali sono le idee principali di Pestalozzi sull'educazione?
La pedagogia si propone di studiare i processi di educazione e formazione dell'essere umano, specialmente durante l'infanzia, per facilitare l'apprendimento e lo sviluppo personale.
Comenio basa il suo metodo educativo su tre principi fondamentali: gradualità, ciclicità e globalità, con una distinzione tra diversi cicli scolastici.
Locke vede l'educatore come colui che predispone un piano di esperienze per l'allievo, promuovendo la curiosità e l'interesse per sviluppare un punto di vista critico e la virtù.
Rousseau enfatizza l'importanza di un'educazione che rispetti la spontaneità del bambino, promuovendo la curiosità e l'attivismo naturale, con un focus sulla robustezza fisica e la libertà.
Pestalozzi crede in un'educazione che stimoli le facoltà mentali e sia graduale, con l'insegnante che incoraggia e approva, educando i bambini all'interno della società per un migliore adattamento.