BrunaBonanno
Sapiens
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Concetti Chiave

  • Ovide Decroly ha sviluppato una pedagogia sperimentale, basata sull'esperienza diretta piuttosto che sulla teoria astratta, influenzata dalla psicologia e dall'evoluzionismo.
  • La sua pedagogia si concentra sui bisogni fondamentali dell'uomo, come nutrirsi e proteggersi, e propone che l'educazione parta dallo studio dell'individuo e dell'ambiente.
  • Decroly critica la scuola tradizionale per il suo distacco dalla realtà e propone una scuola che non solo prepari alla vita, ma sia essa stessa vita attraverso l'insegnamento basato sugli interessi degli studenti.
  • Il metodo di Decroly ruota attorno ai "centri di interesse" e alle "idee associate", incoraggiando un apprendimento globale e motivato, piuttosto che un approccio nozionistico e frammentato.
  • Decroly promuove un'educazione inclusiva, non distinguendo tra soggetti normali e irregolari, ma individualizzando l'insegnamento per adattarsi ai bisogni unici di ciascun alunno.
Questo appunto di Pedagogia presenta un riassunto completo sull'attivista novecentesco Ovide Decroly, spiegando nel dettaglio i fondamenti della sua idea pedagogica e la sua idea di scuola che "educa alla vita attraverso la vita".
Ovide Decroly: il pensiero pedagogico che educa alla vita attraverso la vita articolo

Indice

  1. Ovide Decroly: una breve introduzione
  2. I presupposti pedagogici sviluppati da Decroly, uno dei Grandi pedagogisti del ‘900
  3. Il metodo di Decroly relativo alla scuola e all’insegnamento

Ovide Decroly: una breve introduzione

Decroly è uno dei pedagogisti del Novecento a cui viene attribuito il merito di aver costruito una pedagogia, non più deduttiva e teoretica, ma sperimentale.

Egli nacque a Renaix nel 1871, e la prima educazione gli venne impartita dal padre, che mise a disposizione sua e dei fratelli un giardino dove curare piante e animali ed un laboratorio per il gioco e per il lavoro. Altro elemento fondamentale per capire lo sviluppo del suo pensiero è il contrasto avvenuto durante la scuola secondaria, con gli insegnanti, in quanto lo studio del latino avveniva in maniera distaccata dalla realtà e dall'esperienza, perchè si basava troppo sulla conoscenza esclusivamente teorica di quanto scritto sui libri.
I suoi studi proseguono e nel 1898 si laurea in medicina, specializzandosi nello studio delle malattie nervose, studio che si ricollegava alla psicologia e alla filosofia, discipline per le quali egli nutriva un profondo interesse. Queste esperienze rappresentano gli elementi che più hanno avuto un’influenza sul suo pensiero, portandolo a fondare, nel 1901, l'Ecole pour enfants irreguliers (la scuola per i soggetti irregolari), e nel 1907, l’Ecole de l'Ermitage, ai margini di un bosco (entrambe le scuole si occupavano di soggetti "irregolari").
Entrambe le scuole sono laboratori pedagogici sperimentali, così come la Casa dei Bambini montessoriana, perchè Decroly (così come la Montessori) era convinto che la pedagogia scientifica doveva necessariamente sorgere all'interno della scuola, e non effettuando prima la ricerca sperimentale per poi applicare i risultati all'educazione.

I presupposti pedagogici sviluppati da Decroly, uno dei Grandi pedagogisti del ‘900

Decroly ricorre alla psicologia sperimentale per risolvere problemi di ordine didattico e metodologico, mentre per quanto riguarda il fine dell'educazione, elabora la sua teoria partendo dall'evoluzionismo darwiniano, teoria secondo la quale la vita è un insieme di processi di adattamento tra l'individuo e il suo ambiente.
Egli sostiene che la pedagogia deve necessariamente ricercare il suo fine non all'interno della filosofia, dell'etica o della politica (come era sempre avvenuto), ma deve partire dai bisogni fondamentali che l'uomo deve soddisfare per potersi adattare all'ambiente. Questi bisogni comprendono:

  • nutrirsi
  • proteggersi dalle intemperie
  • difendersi dai nemici
  • lavorare in comune
  • ricrearsi

Una volta raggiunta l'età matura, il soggetto saprà rispondere a questi bisogni; quindi, saprà adempiere a funzioni sia individuali che sociali, il che sarà utile sia alla conservazione dell'individuo che alla conservazione della specie. Per raggiungere questo fine ultimo secondo Decroly è necessario dirigere l'insegnamento verso due fondamentali direzioni, gli elementi che costituiscono la vita, che Decroly pone a fondamento del suo metodo:

  • lo studio dell’individuo
  • lo studio dell’ambiente

E, nello specifico, questi due elementi devono essere raccordati con i bisogni del soggetto e con i dati dell’ambiente che possono soddisfare questi bisogni.
Seguendo questa linea di principio, Decroly critica la scuola tradizionale, in quanto la scuola del periodo sosteneva l’idea che la scuola dovesse “preparare alla vita”, anche se in realtà accadeva l’opposto, in quanto con l’obiettivo di formare l’uomo futuro, la scuola non faceva altro che allontanarsi dai bisogni quotidiani degli alunni. Quindi Decroly prospetta una scuola rinnovata che anziché preparare alla vita, sia vita stessa.
Per far si che ciò avvenga, è necessario che la scuola faccia convergere tutti i contenuti delle diverse materie attorno ad un interesse centrale presente in tutte le lezioni (quindi tutte le singole parti devono convergere tra loro formando un tutto indivisibile). È anche necessario che ogni alunno venga aiutato individualmente, perché così facendo tutti riescono a trarre beneficio dalla scuola e da quello che si studia, non solo gli individui più capaci, e inoltre si fa in modo che l’alunno sviluppi così il desiderio di conoscere sia stesso che i suoi simili (cosa che non avverrebbe attraverso il semplice accumulo sistematico di conoscenze).
Secondo Decroly lo studio della vita individuale e dell’ambiente, nella scuola deve avvenire in due direzioni:

  • trasmettendo la cultura necessaria, quindi gli strumenti, per rafforzare tutti gli aspetti della personalità infantile per permettere un adattamento più rapido e sicuro (quindi appunto studiando l’individuo e l’ambiente per permettere all’alunno di soddisfare i suoi bisogni)
  • la voglia di conoscere questi due aspetti che costituiscono la vita, deve provenire dal diretto desiderio dell’alunno.

Come risultato, nell’idea di Decroly, vi era una scuola che intendesse insegnare al bambino a vivere, e un bambino motivato dal desiderio di imparare per soddisfare i suoi bisogni.
Questa idea, apparentemente perfetta in teoria nella pratica non trova la stessa applicazione, in quanto Decroly, partendo da una posizione evoluzionistica e naturalistica tende a tralasciare quelli i bisogni culturali e spirituali; e inoltre, stabilendo apriori quali sono i bisogni-interessi degli alunni, pone poca attenzione a quelli che sono gli interessi più spontanei e autentici di ciascun individuo (es. parte dall’idea che dato che tutti gli esseri umani hanno bisogno, ad esempio, di nutrirsi, allora tutti saranno interessati a studiare argomenti che riguardano il nutrirsi, accantonando un po’, di fatto,l’idea di individualizzazione dell’apprendimento).
Nonostante ciò, Decroly ha rappresentato un tentativo nel voler trovare una motivazione all’apprendimento, superando il distacco tra la scuola e la vita. Distacco che spesso si traduceva in scarso interesse da parte degli alunni.
Ovide Decroly: il pensiero pedagogico che educa alla vita attraverso la vita articolo

Il metodo di Decroly relativo alla scuola e all’insegnamento

In merito al tentativo di motivare l’alunno, nell’opera “Verso la scuola rinnovata” è presente un’indagine statistica, secondo la quale solo il 15% dei ragazzi in Belgio riescono a percorrere regolarmente il corso di studi obbligatorio. Questa indagine si traduce in un’accusa rivolta alla scuola da parte di Decroly, che, secondo lui, è responsabile di molte deviazioni della personalità degli alunni. Egli scrive che non solo la scuola non riesce a raggiungere gli obbiettivi che si prefigge, ma infonde agli alunni abitudini sbagliate di distrazione, pigrizia, disinteresse, ribellione e disgusto per lo studio. Chiaramente esistono anche aspetti socioculturali che influiscono nel generare questi effetti, ma Decroly si sofferma solo sulla vita scolastica perché convinto che cambiando il metodo didattico e ponendovi alla base dei criteri psicologici, si possa arrivare anche al conseguente cambiamento sociale.
Per quanto riguarda la struttura della metodologia di Decroly, egli vi pone a fondamento il piano delle idee associate, che attiva i tre processi che fanno parte del cosiddetto “trittico decroliano”; partendo dai bisogni fondamentali, nella scuola elementare gli alunni si accosteranno in modo globale a tutti i quattro bisogni durante il primo anno, mentre durante i successivi quattro affronteranno lo studio di tutti i quattro bisogni nello specifico (uno diverso ogni anno). Ogni bisogno costituisce un centro di interesse, il che significa che tutte le materie si concentreranno su argomenti che tratteranno il modo in cui soddisfare uno dei 4 bisogni, tenendo presente il centro di interesse, quindi il bisogno studiato nell’anno in questione. Una volta fissato il centro di interesse, deve essere stabilito il programma delle idee associate da seguire, ovvero individuare quali contenuti culturali è più adeguato trasmettere affinché i bambini capiscano dove e in che modo l’uomo trova o ha trovato nell’ambiente un modo per soddisfare i bisogni.
Quindi si affronterà lo studio dell’ambiente vicino, nello spazio e nel tempo, inteso sia come ambiente naturale che sociale. La sezione che riguarda il fanciullo e la natura, si divide in 4 capitoli:

  • il fanciullo e gli animali
  • il fanciullo e le piante
  • il fanciullo e la terra
  • il fanciullo e il sole, la luna e gli altri corpi celesti

Mentre la sezione riguardante il fanciullo e gli alti uomini include:

  • i rapporti con i genitori
  • i rapporti con tutti quelli che vivono intorno al fanciullo
  • e infine, il rapporto tra il fanciullo e la società

Allo stesso modo, si studierà l’ambiente lontano nello spazio e nel tempo, ovvero come l’uomo ha provveduto in passato al soddisfacimento dei suoi bisogni. Decroly sostiene che i contenuti culturali trasmessi nella sua scuola, non cambiano rispetto alla scuola tradizionale; ciò che cambia invece è il modo in cui gli argomenti sono distribuiti. Perché, mentre la scuola tradizionale seguiva un programma prefissato dagli adulti, nella scuola rinnovata di Decroly si segue invece il percorso opposto: cioè il programma nasce dopo che si sono stabiliti i bisogni fondamentali e che gli alunni siano diventati consapevoli di essi, così che l’apprendimento si traduca nel “fare esperienze motivate e significative” per chi impara.
In realtà oltre a questo, la scuola di Decroly ha anche altri elementi di novità:
Dà unità all’esperienza perché unifica tutte le discipline sotto un’idea comune; per cui ancora oggi l’insegnamento è definito da programmi interdisciplinari.
Sostituisce al verbalismo e al nozionismo l’attività di ricerca, mettendo di fatto l’alunno al primo posto rispetto ai contenuti ed iscrivendosi a pieno titolo tra i pedagogisti attivisti.
I centri di interesse e il piano delle idee associate danno avvio a 3 processi fondamentali, attraverso i quali, secondo Decroly, deve passare ogni nuova esperienza dell’alunno: Osservazione, Associazione, ed Espressione.
Uno dei contributi più originali del pensiero di Decroly è dato dalla scoperta della funzione di globalizzazione. Decroly critica la teoria associazionistica che derivava dall’empirismo, sostenendo che l’idea di una didattica di tipo analitico non era scientificamente fondata perché il soggetto non è naturalmente portato a conoscere prima la parte e poi il tutto, ma al contrario, prima si ha un approccio globale con i dati di esperienza, quindi prima si coglie il tutto, poi le sue parti. Egli fa un esempio, dicendo che così come la mamma si presenta al bambino tutta intera e non nei particolari, il mondo che lo circonda viene percepito dal bambino come unitario, nella sua interezza, e poi sta a lui mettere ordine al caos.
Per questo si può parlare di lato centripeto di questo fenomeno- ciò che il soggetto coglie dall’ambiente mediate le sensazioni. Succede anche quando anziché osservare, esprimiamo qualcosa, ad esempio disegnando: prima tracciamo a grandi linee quello che sarà il disegno, cioè facciamo uno schizzo, e poi passiamo ai dettagli. In questo caso si parla di lato centrifugo- quello che il soggetto esterna. In entrambi i casi, tutti e due i processi partono da un approccio globale alla realtà.
Quindi Decroly considera la funzione di globalizzazione come una vera e propria struttura mentale che organizza sia ciò che il bambino percepisce, che ciò che il bambino poi esprime; quindi, abbraccia il soggetto nella sua totalità, nella sua globalità. È proprio la funzione di globalizzazione che da’ un senso sia al programma delle idee associate, che hai centri di interesse. Infatti, Decroly precisa che il loro insieme costituisce un sistema unitario. Anche se di fatto, il pedagogista non riesce a superare la distinzione fra le materie, egli cerca di concentrarsi delineare, all’interno delle varie materie un filo comune, studiando come interviene la funzione di globalizzazione:

  • Lettura: il bambino si accosta prima alle immagini corrispondenti ad un vocabolo, e visualizza la parola nella sua globalità assimilandola
  • Scrittura: usa lo stesso procedimento che veniva usato per la lettura
  • Disegno: nel disegno la funzione di globalizzazione è più evidente; infatti, il maestro inizialmente lascia il bambino disegnare spontaneamente, anche sbagliando, e a poco a poco lo aiuterà a fare le giuste correzioni paragonando il disegno del bambino alla realtà
  • Aritmetica: il bambino impara prima le nozioni di più o meno, tanto o poco, abbastanza o non abbastanza ecc.., così facendo, legando i dati ad una rappresentazione numerica gli risulterà più facile eseguire i calcoli
  • Scienze Naturali: lo studio deve avere carattere globale perché l’esperienza che il soggetto fa per conoscere il mondo deve avvenire così come è avvenuta per i primitivi, osservando e cercando di capire come è meglio rapportarsi con la natura, senza aver bisogno che qualcuno lo spieghi prima
  • Geografia e Storia: come abbiamo già detto si configurano, rispettivamente, come studio della vita nello spazio e nel tempo; che si sostengono e arricchiscono a vicenda. Il bambino familiarizza con entrambe le materie partendo proprio dalla sua storia personale e impara a collocarla in uno spazio e in un tempo ben definito
  • Lingua: le altre lingue dovevano essere imparate così come era stato per la lingua materna, andando nel paese di origine per assimilare la lingua ascoltando le forme più usate di linguaggio, senza seguire un ordine prestabilito. Anche allo studio delle lingue morte si può applicare un metodo globale, infatti Decroly suggerisce di partire, per lo studio del latino, da proverbi o brevi citazioni che esprimono idee ed esperienze che l’alunno già conosce
  • Lavori Manuali: il bambino parte dall’idea generale di ciò che vuole realizzare, e man mano che lavora con l’argilla o la carta o la stoffa ecc.., perfeziona sempre di più il suo lavoretto fino a raggiungere il risultato che vuole
  • Ginnastica: sostiene che nella maggior parte dei casi è impossibile far studiare ai bambini tutti i movimenti da fare, ad esempio, durante il girotondo o una danza, perché i bambini apprendono i movimenti in blocco, così come fanno quando imparano a camminare, a correre o a saltare.

Per quanto riguarda l’educazione dei soggetti irregolari, Decroly si distacca dalla pedagogia tradizionale che aveva da sempre considerato importante solo la dimensione intellettuale del soggetto, concezione secondo la quale se il soggetto avesse avuto qualche difficoltà ad apprendere, sarebbe stato tagliato fuori dalla pratica educativa. Per Decroly invece non esiste una pedagogia solo per i soggetti normali e una solo per i soggetti irregolari; infatti, non si occupa di fare pedagogia “speciale” per questi ultimi, ma semplicemente riserva un’attenzione maggiore ai soggetti irregolari, occupandosi di individualizzare quanto più possibile in metodo educativo, per permettere anche a loro un positivo adattamento all’ambiente e una piena realizzazione della personalità.
Per ulteriori approfondimenti sulla pedagogia di Ovide Decroly vedi anche qua

Domande da interrogazione

  1. Chi era Ovide Decroly e quale fu il suo contributo alla pedagogia?
  2. Ovide Decroly fu un pedagogista del Novecento noto per aver sviluppato una pedagogia sperimentale. Fondò scuole per soggetti "irregolari" e promosse un'educazione che "educa alla vita attraverso la vita", criticando la scuola tradizionale per il suo distacco dalla realtà.

  3. Quali sono i presupposti pedagogici di Decroly?
  4. Decroly basava la sua pedagogia sui bisogni fondamentali dell'uomo, come nutrirsi e proteggersi, e sosteneva che l'educazione dovesse partire dallo studio dell'individuo e dell'ambiente per soddisfare questi bisogni, piuttosto che da teorie filosofiche o politiche.

  5. Come Decroly critica la scuola tradizionale?
  6. Decroly critica la scuola tradizionale per il suo approccio teorico e distaccato dalla vita reale, sostenendo che essa non prepara realmente alla vita ma si allontana dai bisogni quotidiani degli alunni. Propone una scuola che sia vita stessa, con un insegnamento centrato sugli interessi degli studenti.

  7. Qual è il metodo di insegnamento proposto da Decroly?
  8. Il metodo di Decroly si basa sui centri di interesse e sul piano delle idee associate, dove l'insegnamento è organizzato attorno ai bisogni fondamentali e gli alunni sono motivati a imparare attraverso esperienze significative e globali, piuttosto che attraverso un accumulo sistematico di conoscenze.

  9. Come Decroly affronta l'educazione dei soggetti irregolari?
  10. Decroly non distingue tra pedagogia per soggetti normali e irregolari, ma si concentra sull'individualizzazione del metodo educativo per permettere a tutti, inclusi i soggetti irregolari, di adattarsi positivamente all'ambiente e realizzare pienamente la propria personalità.

Domande e risposte