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Concetti Chiave

  • Negli anni '20, la seconda generazione di attivisti pedagogici perfezionò le teorie dell'educazione attiva, focalizzandosi sulla maturazione metodologica e sulla divulgazione.
  • Negli USA, Dewey influenzò nuovi modelli scolastici attraverso allievi come Kilpatrick, Parkhurst e Washburne, che svilupparono metodi innovativi come il metodo dei progetti e il Dalton Plan.
  • In Europa, figure come Claparède, Piaget e Decroly contribuirono a nuove tecniche educative e alla distinzione tra pedagogia sperimentale ed esperienziale, enfatizzando l'individualizzazione e la cooperazione.
  • In Francia e Germania, innovazioni pedagogiche come il lavoro libero per gruppi e la cooperativa scolastica promossero la partecipazione attiva e la responsabilità personale degli studenti.
  • La seconda generazione enfatizzò l'importanza di rispettare i ritmi di sviluppo individuali e favorire l'apprendimento cooperativo e personalizzato, rifiutando la rigidità delle classi tradizionali.

Indice

  1. L'evoluzione dell'educazione attiva
  2. Modelli scolastici negli Stati Uniti
  3. Contributi svizzeri e belgi all'educazione
  4. Innovazioni pedagogiche in Germania e Francia
  5. Obiettivi comuni delle iniziative educative
  6. Individualizzazione e socializzazione nell'educazione
  7. Motivazioni e metodi dell'apprendimento
  8. Declino dell'attivismo post-guerra

L'evoluzione dell'educazione attiva

Con gli anni ’20 entrarono in scena gli attivisti della seconda generazione, un gruppo di studiosi che proseguì e perfezionò le elaborazioni e le sistemazioni messe a punto dai promotori dell’educazione attiva, che si segnalarono non per significative integrazioni teoriche, ma per l’opera di maturazione metodologica e di divulgazione delle teorie attivistiche.

Modelli scolastici negli Stati Uniti

Negli Stati Uniti il punto di riferimento fu Dewey. Il suo insegnamento su approfondito dagli allievi, che crearono alcuni modelli scolastici allo scopo di diffonderne la pedagogia, sforzandosi di tradurla in precise formule metodologiche e organizzative. Si ebbero William Heard Kilpatrick, con il suo metodo dei progetti; Helen Parkhurst, promotrice del Dalton Laboratory Plan; Carleton Washburne, con il sistema delle scuole di Winnetka.

Contributi svizzeri e belgi all'educazione

In Svizzera, l’pera di Claparède, Bovet e Ferrière fu raccolta da Robert Dottrens, animatore di una scuola sperimentale e poi diretto dell’Istitut. Le ricerche di Piaget, le sue ricerche furono rivolte all’ambito della psicologia dello sviluppo infantile con notevoli ricadute, ma anche sul piano dei processi e dell’organizzazione dell’apprendimento. L’attenzione rivolta agli aspetti simbolici, al linguaggio, al gioco e al ruolo che essi hanno nella maturazione del pensiero e ai vari dinamismi che lo caratterizzano, aprirono interessanti prospettive sia in termini generali sia in relazione ad aspetti specifici di tipo metodologico e didattico.

In Belgio, l’allieva e collaboratrice di Decroly, J. Alexander-Deschamps, elaborò una serie di apposite tecniche e materiali che espose nel volume L’auto-èducation à l’ècole appliquée au programme du dr. Decroly. Raymnd Buyse fu impegnato nella sperimentazione pedagogica, uno dei primi tentativi di messa a punto della nozione di sperimentazione in educazione, ma soprattutto distinse “pedagogia sperimentale” e “pedagogia esperienziale”, importante perché viene così riconosciuto valore innovativo alle esperienze didattiche non irrigidite in un protocollo operativo.

Innovazioni pedagogiche in Germania e Francia

In Germania, Peter Petersen predispose nel 1924 nella scuola sperimentale annessa all’Università di Jena un “piano” incentrato sul principio dei gruppi anziché delle classi e volto a creare nella scuola una vita comunitaria.

In Francia si verificò un forte interesse per il rinnovamento metodologico e didattico. Roger Cousinet legò il suo nome al metodo di lavoro libero per gruppi avviato nel 1920 con una sperimentazione da lui promossa in qualità di ispettore scolastico. Nel 1918 un altro ispettore, Barthélemy Profit, aveva dato vita al sistema della cooperativa, nella convinzione che l’attività cooperativa era in grado di produrre motivazioni e partecipazione nell’attività formativa e di promuovere iniziative e responsabilità personali e di gruppo.

Obiettivi comuni delle iniziative educative

Le varie iniziative, pur svolte in ambienti e situazioni diverse, ebbero in comune l’obiettivo di attuare metodi di insegnamento e stili di vita scolastica rispettosi dei ritmi di sviluppo degli allievi e orientati a promuovere l’individualizzazione e il lavoro cooperativo per piccoli gruppo e ad impostare l’apprendimento come ricerca. Netto fu il rifiuto dell’organizzazione scolastica articolata in classi rigide che non tenevano conto della diversità dei ritmi di sviluppo dei singoli allievi. Il Dalton Plan della Parkhurst fu un progetto didattico che, pur senza escludere la classe come unità organizzativa, era predisposto su laboratori, uno per ogni materia; e ogni materia, a sua volta, era articolata in unità di lavoro, secondo un piano di studi massimo e minimo. Ciascun allievo stipulava con l’insegnante un vero e proprio contratto che prevedeva modalità e tempi di attuazione.

Individualizzazione e socializzazione nell'educazione

Rilevante fu l’idea di individualizzazione definita da Dottrens come esigenza di condurre l’insegnamento a l’apprendimento favorendo, stimolando e esercitando le capacità personali. Dagli anni ’20 i metodi dell’individualizzazione si moltiplicarono anche in conseguenza della miglior conoscenza delle tappe evolutive dell’intelligenza infantile. L’attenzione alle capacità individuali si congiunse, in genere, alla preoccupazione che la scuola promuovesse anche processi di socializzazione e di collaborazione, con appunto la messa a punto dei metodi dei piccoli gruppi di lavoro (Petersen, Cousinet), della cooperazione (Freinet), dei progetti consociativi (Kilpatrick).

Motivazioni e metodi dell'apprendimento

La motivazioni dell’apprendimento vengono individuate nel principio dell’attività personale, secondo gli autori di formazioni psicologica; oppure nel senso della soluzione di problemi, gli autori deweyani. Kilpatrick esaltava l’attività progettuale e di ricerca personale e di gruppo e le capacità di individuare gli obiettivi immediati, intermedi e finali e di organizzare conseguentemente le diverse fasi dell’apprendimento.

Declino dell'attivismo post-guerra

All’indomani della seconda guerra mondiale, la spinta innovatrice e propulsiva dell’attivismo si poteva considerare ormai esaurita, anche se questo fenomeno non apparve subito evidente e, anzi, gli anni ’50 e ’60 furono segnati in molti Paesi occidentali, compresa l’Italia, dalla diffusione di pratiche scolastiche frutto delle riflessioni e delle sperimentazioni attivistiche.

Domande da interrogazione

  1. Chi furono gli attivisti della seconda generazione dell'educazione nuova e quale fu il loro contributo principale?
  2. Gli attivisti della seconda generazione furono studiosi che perfezionarono le teorie dell'educazione attiva, concentrandosi sulla maturazione metodologica e sulla divulgazione delle teorie attivistiche, piuttosto che su nuove integrazioni teoriche.

  3. Quali furono alcuni dei modelli scolastici sviluppati negli Stati Uniti per diffondere la pedagogia di Dewey?
  4. Negli Stati Uniti, modelli scolastici come il metodo dei progetti di William Heard Kilpatrick, il Dalton Laboratory Plan di Helen Parkhurst e il sistema delle scuole di Winnetka di Carleton Washburne furono sviluppati per diffondere la pedagogia di Dewey.

  5. Quali furono le principali innovazioni pedagogiche introdotte in Belgio e Germania?
  6. In Belgio, J. Alexander-Deschamps sviluppò tecniche e materiali per l'auto-educazione, mentre Raymond Buyse distinse tra "pedagogia sperimentale" e "pedagogia esperienziale". In Germania, Peter Petersen introdusse un piano basato sui gruppi anziché sulle classi per promuovere una vita comunitaria nella scuola.

  7. Come venne affrontato il tema dell'individualizzazione dell'insegnamento negli anni '20?
  8. L'individualizzazione dell'insegnamento fu definita come l'esigenza di favorire e stimolare le capacità personali degli studenti, con metodi che rispettavano i ritmi di sviluppo individuali e promuovevano il lavoro cooperativo e la ricerca.

  9. Quali furono le motivazioni principali dell'apprendimento secondo gli attivisti della seconda generazione?
  10. Le motivazioni dell'apprendimento furono individuate nel principio dell'attività personale e nel senso della soluzione di problemi, con un'enfasi sull'attività progettuale e di ricerca personale e di gruppo, come sostenuto da autori di formazione psicologica e deweyani.

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