Concetti Chiave
- Tommaso d'Aquino esplora il ruolo dell'educatore come guida nel processo di apprendimento, valorizzando la spiritualità dell'intelletto umano.
- Contrariamente ad Agostino, Tommaso assegna al maestro una funzione attiva nel processo educativo, pur riconoscendo l'allievo come agente principale dell'apprendimento.
- Il maestro aiuta l'allievo a confrontare i principi primi già presenti nell'intelletto con le esperienze e i segni offerti dall'insegnamento.
- Tommaso distingue tra educazione come processo di autoapprendimento e educazione come azione esercitata da chi possiede la verità in atto.
- La concezione tomistica della verità come definitiva e trascendente limita la dottrina educativa, contrapponendosi a visioni moderne più dinamiche.
Gli scritti pedagogici di Tommaso sono l’undicesima Quaestio disputatae de veritate, che porta il titolo De Magistro e un articolo della Suiutua Theologiae (I, CXVII, 1) nei quali affronta il tema dei rap-porti fra educatore ed educando. E’ possibile, si chiede Tommaso, che un uomo possa educare un altro uomo?
Questo argomento era già stato affrontato da Agostino d’Ippona, che aveva sostenuto l’impossibilità di tale insegnamento, poiché solo il “maestro interiore” può farlo; il maestro a noi esterno può al massimo evocare con dei segni il rapporto della nostra niente con la verità.
Indice
Il ruolo del maestro secondo Tommaso
Tommaso intese valorizzare la spiritualità dell’intelletto, la sua molteplicità e la sua unione con le facoltà sensitive e vegetative che sono inseparabili dal corpo. Ciò ha conseguenze decisive anche dal punto di vista pedagogico. Il processo con cui un uomo ne ammaestra un altro si risolve nel far passare in atto la scienza che nel discente è in potenza. Ma la capacità di tradurre in atto le specie intelligibili potenzialmente presenti nell’intelletto passivo è prerogativa dell’intelletto agente. Allora, quale sarà la funzione del maestro umano? Il maestro non può infondere l’intelligibilità nelle cose né la capacità intellettiva nell’animo del discente; Luna e l’altro derivano dall’atto creatore di Dio e troveranno la loro unità nell’atto del conoscere. Il maestro umano non sostituisce il “lume interiore” che Dio ha infuso in ciascuno di noi (l’intelletto agente); non può trasfondere il proprio sapere nella mente dell’alunno; la sua funzione è di guidare il discente nel delicato lavoro comparativo per cui, applicando alle esperienze particolari quelle verità universali che sono colte dal lume della ragione, giunge mediante questa applicazione ad acquisire un metodo progressivo graduale.
L’intelletto agente astrae fino dalle prime esperienze i principi primi che sono il presupposto di ogni apprendimento. Ma i principi primi non bastano per il pieno sviluppo dell’uomo che potrebbe giungere al sapere confrontando i principi primi con la sua esperienza. Questa sarebbe la via della inventio o della scoperta, lunga e faticosa. L’uomo arriva prima al sapere confrontando i principi primi che già trova in sé con i segni che gli vengono offerti dall’insegnamento del maestro. Attraverso ciò il sapere individuale si arricchisce di quello accumulato dalla storia della cultura.
Confronto tra Agostino e Tommaso
Per Agostino il maestro si limitava ad ammonire, a stimolare; per Tommaso d'Aquino il maestro assume la dignità di vera e propria causa motrice del processo di apprendimento. Ma non è la causa principale: la causa principale è sempre l’attività del discente, così come, nel rapporto medico-malato, la causa principale della guarigione è nella disposizione del malato a recuperare la salute sia pur seguendo le prescrizioni del medico. Tommaso tenta di armonizzare autoeducazione ed eteroeducazione, azione umana e azione divina.
Autoeducazione e eteroeducazione
È l’allievo l’agente principale per l’apprendimento; ma il maestro è colui che gli fornisce i mezzi per passare dalla potenza all’atto.
A proposito di autoeducazione, Tommaso distingue fra educazione come “processo” con cui il soggetto conquista attivamente una verità nuova (e in questo caso autoeducazione e educazione sono la stessa cosa) ed educazione come “azione” esercitata da chi già possiede la verità in atto su chi tale verità la possiede solo in potenza e in questo caso autoeducazione sarebbe espressione contraddittoria e priva di senso.
Limiti della dottrina tomistica
Il limite della dottrina tomistica del rapporto educativo può essere identificato nella concezione della verità come qualcosa di definitivo e trascendente, di fronte alla quale maestro e scolaro non possono essere che passivi contemplatori; di conseguenza lo sforzo precedentemente fatto per giustificare una concreta attività dello spirito appare vanificato.
La pedagogia di Tommaso è agli antipodi della moderna concezione della verità come creazione dell’uomo, ma contiene spunti importanti:
Domande da interrogazione
- Qual è la funzione del maestro secondo Tommaso d'Aquino?
- Come Tommaso d'Aquino armonizza autoeducazione ed eteroeducazione?
- Qual è la differenza tra educazione come "processo" ed educazione come "azione" secondo Tommaso?
- Qual è il limite della dottrina tomistica del rapporto educativo?
- In che modo la pedagogia di Tommaso si differenzia dalla concezione moderna della verità?
Il maestro guida il discente nel lavoro comparativo, applicando verità universali alle esperienze particolari, ma non può infondere l'intelligibilità o la capacità intellettiva, che derivano da Dio.
Tommaso tenta di armonizzare autoeducazione ed eteroeducazione considerando l'allievo come agente principale dell'apprendimento, mentre il maestro fornisce i mezzi per passare dalla potenza all'atto.
L'educazione come "processo" è quando il soggetto conquista attivamente una verità nuova, mentre l'educazione come "azione" è esercitata da chi possiede già la verità su chi la possiede solo in potenza.
Il limite è la concezione della verità come definitiva e trascendente, che rende maestro e scolaro passivi contemplatori, vanificando l'attività concreta dello spirito.
La pedagogia di Tommaso è agli antipodi della concezione moderna della verità come creazione dell'uomo, ma offre spunti importanti nonostante la sua visione trascendente della verità.