Concetti Chiave
- Sant'Anselmo d'Aosta, nato ad Aosta nel 1033 o 1034, è considerato un grande esponente della Scolastica medievale.
- Fu priore e poi abate del monastero di Bec, dove scrisse opere filosofiche come "Monologion" e "Proslogion".
- Diventò arcivescovo di Canterbury nel 1093, affrontando esili e conflitti con i sovrani inglesi.
- Anselmo conciliava ragione e fede, sostenendo che la fede è il punto di partenza per comprendere, come esemplificato nel suo motto "credo ut intelligam".
- Il suo pensiero influenzò dibattiti successivi, in particolare con Pietro Abelardo che propose una maggiore autonomia della ragione.
Biografia di Sant'Anselmo d'Aosta
Sant'Anselmo d'Aosta nacque presso la città d'Aosta all'epoca facente parte del cosiddetto Regno di Arles o nel 1033 o nel 1034. Proveniva da una famiglia nobile e iniziò i suoi studi nell'Abbazia di Fruttuaria.
- la stesura della sua prima meditazione conosciuta come "Ad concitandum timorem"
- sei preghiere che erano state dedicata alla figlia di Guglielmo il Conquistatore, la principessa normanna Adele
- il Monologion, meditazione filosofica del 1076
- i Proslogion scritti nel biennio 1077-1078
- le riflessioni logico-grammaticali contenute nel De Grammatico e nel De Veritate scritti entrambi tra il 1080 e il 1085
- il De libertate Arbitrii sempre scritto intorno al 1085
Pensiero di Sant'Anselmo d’Aosta
La contesa fra dialettici e antidialettici trovò una soluzione con Anselmo d’Aosta (1033-1109) che fu il primo grande maestro della Scolastica medievale, movimento filosofico di sistemazione e insegnamento della tradizione patristica e della cultura profana che mirò a edificare la dottrina e il sapere cristiani ed ebbe come suoi centri, prima le scuole monastiche e poi le università. Anselmo prese di petto il problema dei rapporti fra ragione e fede (il tema costante di tutti gli autori della Scolastica) e propose una soluzione: Anselmo riteneva che non si debba approvare una fede cieca, priva dell’aiuto della ragione; tuttavia la fede è e deve restare il punto di partenza (affermava «credo ut intelligam», cioè: «credo per capire»), al quale la ragione si può applicare come strumento di chiarificazione e di sostegno. In questo senso Anselmo elaborò l’argomento a priori dell’esistenza di Dio: la ragione dimostra e rafforza sul suo terreno la verità, già autonoma e autosufficiente, del contenuto della fede rivelata.
Ma anche la soluzione di Anselmo d'Aosta fu fonte di ulteriori discussioni e sviluppi in quanto la ragione, una volta legittimata, tende inevitabilmente a infrangere la sua pretesa posizione subalterna rispetto alla fede e a rivendicare una sua funzione autonoma. Pietro Abelardo (1079-1142), nato solo quarant’anni dopo Anselmo d'Aosta, osservò che il dato della fede, così com’è presentato dalla tradizione, non è monolitico ma pieno di incertezze e di contraddizioni e cercò di far valere l’autonomia della ricerca sia nelle discipline umanistiche sia nella sfera religiosa contro l’immobilismo della cultura tradizionale.
Domande da interrogazione
- Qual è l'importanza di Sant'Anselmo d'Aosta nella filosofia scolastica medievale?
- Qual era la posizione di Sant'Anselmo riguardo al rapporto tra fede e ragione?
- Quali opere significative ha scritto Sant'Anselmo durante la sua vita?
- Quali furono le conseguenze delle idee di Sant'Anselmo sul dibattito tra ragione e fede?
- Quali furono le principali vicissitudini della vita di Sant'Anselmo d'Aosta?
Sant'Anselmo d'Aosta è considerato il primo grande maestro della Scolastica medievale, un movimento filosofico che mirava a sistematizzare e insegnare la tradizione patristica e la cultura profana per edificare la dottrina cristiana.
Sant'Anselmo riteneva che la fede non dovesse essere cieca e priva dell'aiuto della ragione. La fede è il punto di partenza, ma la ragione serve come strumento di chiarificazione e sostegno, come espresso nel suo motto "credo ut intelligam" (credo per capire).
Tra le opere significative di Sant'Anselmo ci sono il "Monologion", il "Proslogion", il "De Grammatico", il "De Veritate", il "De libertate Arbitrii" e il "Cur Deus homo".
Le idee di Sant'Anselmo portarono a ulteriori discussioni, poiché la legittimazione della ragione tendeva a rivendicare una funzione autonoma rispetto alla fede, come osservato da Pietro Abelardo.
Sant'Anselmo divenne arcivescovo di Canterbury, ma fu esiliato a causa di scontri con il re Guglielmo II. Dopo la morte del re, tornò in Inghilterra, ma fu nuovamente esiliato sotto il re Enrico, prima di riuscire a far prevalere la sua posizione e tornare definitivamente. Morì nel 1109.