Concetti Chiave
- Cletto Arrighi, pseudonimo di Carlo Righetti, introduce a Milano lo stile di vita Bohemien con il suo romanzo "La Scapigliatura e il 6 febbraio".
- Il movimento degli Scapigliati adotta uno stile di vita libero e sregolato, caratterizzato dall'uso di alcool e droghe, in particolare l'etere.
- Gli Scapigliati si oppongono alla borghesia milanese, prendendo di mira Alessandro Manzoni come simbolo del loro rifiuto.
- Il movimento apre la strada al romanzo verista e alla cultura decadente, influenzando profondamente la letteratura italiana.
- Iginio Ugo Tarchetti, importante figura scapigliata, è noto per il romanzo "Fosca", che esplora un morboso legame sentimentale con una donna malata.
Indice
Cletto Arrighi e la Scapigliatura
Cletto Arrighi, anagramma di Carlo Righetti, è uno scrittore e giornalista milanese, che tra i primi anni ’50 del XIX secolo entra in contatto con gli artisti parigini dell’epoca che vivevano secondo lo stile Bohemien, termine che indica uno stile di vita zingaresco, quindi libero e sregolato, è la Boemia infatti il luogo d’origine degli zingari.
Con il suo romanzo “La Scapigliatura e il 6 febbraio”, Arrighi, cerca quindi di tradurre il termine Bohemien, introducendo a Milano lo stile di vita di quegli artisti, a cui aderiscono molti scrittori milanesi, che vengono chiamati Scapigliati.Influenze e obiettivi degli Scapigliati
I Bohemien parigini facevano un forte uso di alcool e droghe per riuscire, per la prima volta nella letteratura, a distaccarsi dalla realtà borghese parigina aggressiva e ripugnante. Anche tra gli Scapigliati era forte l’uso di droghe, la principale era l’etere, ma a differenza di quella parigina, la borghesia milanese era pacifica e inerme, e non potendosi quindi scatenare contro di loro, prendono come obbiettivo Alessandro Manzoni, che diventa il simbolo di tutto ciò che gli Scapigliati rifiutano. I meriti principali degli scapigliati sono l’apertura alla coeva produzione europea, specialmente a quella francese e l’apertura della via sia al romanzo verista, Verga rimase infatti per anni a Milano dove scrisse romanzi di gusto scapigliato, sia alla cultura decadente, nella sua componente trasgressiva ed irrazionale.
Iginio Ugo Tarchetti e Fosca
Uno dei maggiori scrittori Scapigliati è Iginio Ugo Tarchetti, un militare che abbandona le armi dopo aver conosciuto il movimento scapigliato a Milano. Tra le sue più grandi opere vi è la Fosca, romanzo in cui l’artista narra gli ultimi cinque anni di vita di Giorgio, un ufficiale militare che di istanza in un piccolo paesino conosce Fosca, una donna orribile, definita dal proprio medio “la malattia personificata”, ma molto intelligente e sensibile. Giorgio inizia però a subirne il fascino, ed instaura con la donna un morboso legame sentimentale, finchè dopo una notte d’amore si rende conto di essere stato vittima della stessa malattia della donna.
Domande da interrogazione
- Chi era Cletto Arrighi e quale fu il suo contributo alla Scapigliatura?
- Quali erano le influenze e gli obiettivi principali degli Scapigliati?
- Chi era Iginio Ugo Tarchetti e quale opera significativa ha scritto?
Cletto Arrighi, pseudonimo di Carlo Righetti, era uno scrittore e giornalista milanese che introdusse lo stile di vita Bohemien a Milano attraverso il suo romanzo "La Scapigliatura e il 6 febbraio", influenzando molti scrittori milanesi noti come Scapigliati.
Gli Scapigliati furono influenzati dai Bohemien parigini, noti per l'uso di alcool e droghe per distaccarsi dalla realtà borghese. A Milano, presero di mira Alessandro Manzoni come simbolo di ciò che rifiutavano, contribuendo all'apertura verso la produzione europea e al romanzo verista e decadente.
Iginio Ugo Tarchetti era un importante scrittore Scapigliato che abbandonò la carriera militare per il movimento scapigliato. Tra le sue opere più significative c'è "Fosca", un romanzo che narra la storia di Giorgio e il suo legame con una donna definita "la malattia personificata".