Decadentismo - Movimento storico e letterario

Origini e Temi del Decadentismo

Il Decadentismo è una corrente letteraria che si sviluppa a partire dagli anni Settanta/Ottanta dell’Ottocento fino alla fine del secolo in gran parte d’Europa (Inghilterra:Wilde, Italia:D’Annunzio Germania: Mann).

L’appellativo di questo movimento si deve alla ripresa della critica del primo verso della poesia Languore di Paul Verlaine: Io sono l’Impero alla fine della decadenza (l’Impero romano quando ci sono le invasioni barbariche).

Temi principali di questo movimento sono:

Esotismo: fascino morboso per l’Oriente, gusto per tutto ciò che è diverso dall’Occidente. L’Oriente è la manifestazione suprema del lusso e della lussuria.

Erotismo: centrato sull’ amore connotato da aspetti funebri (Eros e Tanatos, Amore e Morte). Ad esempio nel “Piacere” di D’Annunzio il protagonista porta dei fiori alle amate ma appassiscono dal profumo della rosa si passa a un’aria ammorbata, putrida, marcia.

Edonismo: ricerca del piacere come ideale di vita.

Egotismo: compiacimento di se stessi appagare l’io senza limiti imposti dalla morale.

Estetismo: ricerca del bello in tutte le sue manifestazioni.

Caratteristiche del Romanzo Decadente

Il romanzo decadente si caratterizza per una trama molto esile, che punta sulle emozioni e sulla descrizione di pochi personaggi = romanzi intimistici.

I loro libri sono pieni di uomini raffinati e indolenti che disprezzano le masse e si rifugiano in un mondo di arte pura, separata dalla vita delle persone ordinarie.

Contengono inoltre elementi di dissacrazione e di rottura con la società, i romanzieri si scagliano contro la borghesia, dedita solo all’arricchimento.

È presente anche l’aspetto dello stravagante, dello strano, vogliono impressionare.

Joris-Karl Huysmans - À Rebours→ Huysmans, con il suo romanzo À rebours (Controcorrente) è il primo a tracciare la strada per questo nuovo tipo di romanzi. Non ha una trama e sviluppa attorno ad un unico personaggio, Jean Des Esseintes, un uomo nobile, l’ultimo discendente di una famiglia di alto lignaggio.

Des Esseintes e la Ricerca del Bello

Des Esseintes, nauseato dalla vita di città, si trasferisce in campagna, dove tutto ciò che fa è arredare la sua villa con gli oggetti più ricercati. Vive isolato, senza alcun contatto umano, circondato solo da ciò che gli procura piacere estetico. Egli infatti è alla continua ricerca del bello, di qualcosa che lo appaghi, ma non riesce mai a trovare soddisfazione in niente.

Questa malattia dell’animo e la solitudine lo portano ad avere allucinazioni e a dover tornare a Parigi, malgrado il suo disprezzo per una società che dava importanza solo all’utile. Questo suo tentativo di andare controcorrente era fallito, ormai anche lui era troppo civilizzato per vivere da solo.

Des Esseintes è una figura abbastanza autobiografica di Huysmans, infatti come lui ama l’impero in decadenza, parla degli scrittori latini di quel periodo, ne è affascinato insomma.

I colori hanno un ruolo molto importante all’interno del romanzo. Per questo Huysmans si ispira a La maschera della morte rossa di Edgar Allan Poe (ritenuto il maestro dai decadentisti per la prosa, in poesia era Baudelaire).

In questo romanzo Poe aveva scritto di un principe che fugge dalla peste e si rifugia con i suoi amici più cari in un castello dove arreda le stanze secondo i colori, con attenzione anche alle mobilie, ogni cosa del colore della stanza. Allo stesso modo, Des Esseintes arreda la sua sala da pranzo tutta di nero, addirittura fa cucinare persino cibi neri, ad esempio a base di nero di seppia.

Eccentricità e Insoddisfazione di Des Esseintes

Un’altra eccentricità di Des Esseintes è quella della raccolta dei fiori: egli è infatti un esperto di botanica, ma non ama i fiori che amano tutti, quelli troppo comuni come la rosa. Tutti quei fiori considerati esteticamente belli non lo soddisfano.

Lui è affascinato dalle piante carnivore, in modo particolare dalla cattura dell’insetto e dalla loro stravaganza e dal disgusto che suscitavano. Esse erano infatti ripugnanti, talvolta emettevano odori nauseabondi, ma più erano disgustose e tanto più lo affascinavano. Ad ogni modo, alla fine si stanca anche di quelle.

E poi ancora: Des Esseintes compra una sfinge, ma essa è una statua, sta ferma, non fa niente. Lui voleva che parlasse (come a Edipo). Allora assume una ventriloqua che parli da dietro la sfinge. Ma la sfinge così parlava da sola, lui voleva un dialogo. Allora compra una chimera, così che la ventriloqua possa far parlare entrambe e creare un dialogo.

Ovviamente si stanca anche di quello.

Des Esseintes aveva anche la passione per i quadri e in modo particolare passava sere intere contemplando la Salomé di Gustave Moreau, nel quadro L’Apparizione.

Ella era la nipote del re Erode, il quale aveva un’attenzione incestuosa nei suoi confronti e le chiede di ballare per lui. Lei dice che ballerà solo se le sarà dato ciò che vuole, e ciò che vuole è la testa di San Giovanni Battista su un piatto d’argento. Il quadro ritrae appunto Salomé che danza e la testa del santo gocciolante sangue.

Simbolismo e Morte della Tartaruga

Ultimo episodio che richiede menzione, è quello della tartaruga.

Dopo aver arredato la sua villa con mobili stoffe e tappeti pregiati, non si ritiene soddisfatto, sente che qualcosa di vivo potrebbe rendere la scena ancora più preziosa. Così compra una tartaruga, che possa far risaltare meglio i colori particolari del tappeto.

Ma non è ancora soddisfatto, la tartaruga non fa abbastanza contrasto con i colori del tappeto.

Così incarica un gioielliere di farne un rivestimento d’oro, che risulta poi simile a uno scudo barbarico. All’inizio si mostra contento, ma a lungo andare non gli sembra più che faccia abbastanza contrasto. Allora fa incastonare delle pietre molto preziose sul carapace dell’animale e si ritiene soddisfatto, ma la tartaruga, appesantita da oro e pietre, muore.

Questo episodio in particolare mette molto bene in luce la continua insoddisfazione e quindi la ricerca del bello. Anche il romanzo naturalista si soffermava molto sulla descrizione, ma qui prende proprio il sopravvento, la narrazione è infatti quasi assente da tanti sono i particolari descritti.

Con la morte della tartaruga si riconosce l’influenza simbolista sull’autore: è la vita che abbellisce l’arte e non il contrario, anche a prezzo della vita stessa.