Concetti Chiave
- Il Verismo italiano si sviluppa nella seconda metà dell'800, ispirato dal naturalismo francese e introdotto attraverso la scapigliatura, con un focus sulla rappresentazione oggettiva della realtà.
- Il Naturalismo si basa sul Positivismo, un movimento che promuove il progresso scientifico come chiave per descrivere la realtà e migliorare il futuro umano.
- Il Positivismo enfatizza la razionalità scientifica, utilizzando osservazione, analisi e sperimentazione come metodi per comprendere la realtà.
- Hippolyte Taine, figura centrale del naturalismo francese, applica ideali scientifici alla letteratura, promuovendo un'analisi oggettiva della realtà.
- Emile Zola, influenzato da Taine, sostiene che il romanziere deve applicare metodi scientifici anche ai sentimenti, trattandoli con oggettività.
Indice
Origini del Verismo italiano
Il Verismo italiano prende spunto dal naturalismo francese e si sviluppa nella seconda metà dell’800. Esso è stato introdotto con la scapigliatura, dove gli scapigliati prendevano spunto descrivendo la realtà così com’era, quindi una realtà oggettiva.
Fondamenti del Naturalismo e Positivismo
Il Naturalismo pone le sue basi sul Positivismo: movimento filosofico, scientifico, culturale, che era il movimento più sviluppato in Europa, in quanto rivendicava la centralità del progresso scientifico per l’indagine, cioè la descrizione della realtà, ma anche per il progresso umano, per costruire un futuro migliore.
Il Positivismo poneva al centro dell’analisi la razionalità scientifica, cioè il modo di pensare secondo il metodo scientifico, attraverso l’osservazione, l’analisi, la sperimentazione e l’ipotesi; ritenendolo l’unico metodo per analizzare la realtà.Taine e l'influenza sulla letteratura
Il massimo esponente del naturalismo francese era Taine, in quanto traspone questa ideologia (adottata su dati oggettivi) anche sulla letteratura in quanto quest’ultima deve compiere una fase descrittiva, analitica, scientifica della realtà, senza mistificarla.
Da qui ne trae spunto anche Emile Zola, il quale compone una grande opera: “il romanzo sperimentale”, dove sostiene che l’attività del romanziere assomiglia a quella scientifica.
Inoltre sostiene anche che il metodo scientifico deve essere applicato alla sfera sentimentale perché i sentimenti devono essere trattati con oggettività.