Susanna Galli
Autore
5 min lettura
Avvocati

È sempre stata considerata una laurea "sicura" ed è per questo che quella in Giurisprudenza continua ad attrarre tanti giovani in cerca di stabilità professionale ed economica. 

Ma cosa fare, concretamente, una volta ottenuto il titolo? Le strade possibili sono molte, anche molto diverse tra loro, e dipendono dalle aspirazioni personali: è possibile entrare subito nel mondo del lavoro, approfondire ulteriormente gli studi o iniziare un percorso che porta all’abilitazione in professioni legali.

Indice

  1. Le competenze sviluppate con la laurea in Giurisprudenza
  2. Cercare lavoro
  3. Continuare a studiare
  4. Fare il tirocinante negli uffici giudiziari
  5. Diventare avvocato
  6. Puntare alla magistratura o diventare notaio

Le competenze sviluppate con la laurea in Giurisprudenza

Partiamo dalle competenze. Sì, perché studiare Giurisprudenza non significa solo imparare a memoria articoli di legge. Il percorso universitario fornisce competenze trasversali e altamente spendibili, anche in ambiti non strettamente giuridici. 

Si sviluppa innanzitutto la capacità di analisi di testi complessi, la comprensione dei linguaggi tecnico-normativi, la logica argomentativa e l’autonomia di giudizio. Inoltre, le numerose esercitazioni, simulazioni e discussioni aiutano a rafforzare le competenze comunicative e di scrittura formale, fondamentali per redigere atti, contratti, pareri e documenti legali. 

Infine, chi studia Giurisprudenza impara anche a gestire il tempo, a organizzare lo studio e a lavorare per obiettivi – competenze richieste in qualsiasi settore lavorativo.

Cercare lavoro

Il titolo consente di partecipare a numerosi concorsi pubblici, sia a livello nazionale (magistratura, forze dell’ordine, agenzia delle entrate) sia presso enti locali, per ruoli amministrativi, contabili o legali. 

Anche nel settore privato le opportunità non mancano: aziende, banche, assicurazioni, società di consulenza e studi professionali cercano profili con competenze giuridiche per uffici legali, compliance, risorse umane e gestione dei contratti.

Continuare a studiare

La laurea in Giurisprudenza è un punto di partenza, non un traguardo. Chi desidera approfondire una materia specifica può frequentare un Master di primo o secondo livello, in Italia o all’estero. In alternativa, ci si può iscrivere a una Scuola di specializzazione per le professioni legali, che dura due anni e consente di accedere al concorso in magistratura (esonerando da un anno di pratica forense).

Un'altra opzione è il dottorato di ricerca, che offre una formazione accademica avanzata e può includere una borsa di studio triennale. Anche il dottorato consente di accedere al concorso in magistratura e apre la strada alla carriera universitaria o alla ricerca giuridica.

Fare il tirocinante negli uffici giudiziari

I laureati più meritevoli possono candidarsi per un tirocinio formativo presso gli uffici giudiziari, della durata di 18 mesi. 

Si tratta di un'esperienza altamente professionalizzante: il tirocinante lavora a stretto contatto con magistrati dei tribunali ordinari, delle corti d'appello, degli uffici requirenti e dei TAR. Questo percorso vale come titolo per accedere al concorso in magistratura e può costituire titolo di preferenza in diversi concorsi pubblici nel settore giustizia. 

Ai tirocinanti può essere assegnata, in base a graduatorie regionali, una borsa di studio, anche se l'importo resta limitato.

Diventare avvocato

Si tratta della strada più diretta e naturale. Per diventare avvocato bisogna svolgere un periodo di pratica forense di 18 mesi presso uno studio legale, il cui titolare sia iscritto all'albo da almeno cinque anni. Una parte della pratica può essere svolta già durante l'ultimo anno di studi. Al termine del tirocinio, è possibile sostenere l'esame di abilitazione all'esercizio della professione forense, che comprende una prova scritta e una prova orale.

La pratica può essere svolta anche presso l'Avvocatura dello Stato o altri enti pubblici. Chi ottiene l'abilitazione può esercitare la libera professione o lavorare come legale d'impresa, consulente o funzionario giuridico-amministrativo.

Puntare alla magistratura o diventare notaio

Il concorso in magistratura è tra i più selettivi e ambiti. Per partecipare è necessario possedere uno dei titoli abilitanti: la scuola di specializzazione, il dottorato, la pratica forense, il tirocinio presso gli uffici giudiziari o l'abilitazione all'esercizio della professione forense. Il percorso richiede una preparazione approfondita in diritto civile, penale e amministrativo.

Per chi invece punta alla carriera notarile, è previsto un periodo di pratica di 18 mesi (almeno 12 continuativi) presso uno studio notarile, seguito dal superamento di un concorso pubblico. In questo caso non è prevista alcuna scuola di specializzazione: serve un periodo di tirocinio notarile e un'elevata preparazione tecnica per superare le prove previste dal bando.

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