Giulia.Onofri
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Farmacisti

Quando si sceglie un corso universitario, la passione è importante, ma lo sono anche le prospettive occupazionali. La laurea in Farmacia si rivela una scelta strategica per chi desidera una formazione scientifica solida con un buon potenziale di impiego. 

Oltre al classico ruolo da farmacista, poi, oggi esistono diverse alternative professionali, in ambiti che vanno dall’industria al marketing farmaceutico, passando per la ricerca e la divulgazione scientifica.

Vediamo quindi quali percorsi si possono intraprendere dopo la laurea e quali competenze sono più richieste per entrare nel mondo del lavoro.

Indice

  1. Come si diventa farmacista: l’iter abilitante
  2. Quali competenze servono per lavorare in farmacia
  3. Lavorare nel settore industriale: quali opportunità per i farmacisti
  4. Le alternative: marketing, comunicazione, divulgazione
  5. Come trovare lavoro dopo la laurea: qualche consiglio utile

Come si diventa farmacista: l’iter abilitante

Il primo sbocco lavorativo immediato dopo la laurea in Farmacia resta l’esercizio della professione di farmacista. Per arrivarci, è necessario completare un percorso ben preciso. Già dal 4° (ma solitamente dal 5°) anno del corso di laurea è possibile iniziare il tirocinio professionale, purché si siano raggiunti almeno 160 CFU, superati due esami caratterizzanti – uno in Chimica farmaceutica e uno in Farmacologia – e frequentato un corso di Tecnologia farmaceutica. Il tirocinio ha una durata complessiva di 900 ore, da svolgere per almeno metà in una farmacia aperta al pubblico.

A questa fase segue l’esame di abilitazione, riformato negli ultimi anni: oggi consiste in una prova pratica valutativa legata al tirocinio, a cui segue la discussione della tesi. Superato questo esame, è possibile iscriversi all’Albo professionale e iniziare l’attività da farmacista a tutti gli effetti.

Quali competenze servono per lavorare in farmacia

Chi lavora in farmacia deve padroneggiare una serie di competenze tecniche e relazionali. Oltre alla conoscenza dei principi attivi e delle formulazioni dei farmaci, sono fondamentali la capacità di ascolto, l’attenzione al paziente, la precisione nella gestione delle prescrizioni e la padronanza delle normative sanitarie. 

A queste si aggiungono abilità informatiche, organizzative e gestionali, che tornano utili soprattutto nel contesto delle farmacie private, sempre più strutturate come aziende.

Lavorare nel settore industriale: quali opportunità per i farmacisti

Chi desidera affiancare alla formazione scientifica una dimensione più tecnica o manageriale può trovare ampie possibilità di inserimento nell’ambito industriale. Le aziende farmaceutiche cercano laureati in Farmacia per ruoli legati alla produzione, controllo qualità, regolatorio, sicurezza e ricerca

In questi contesti, non basta la laurea: servono anche una buona familiarità con l’inglese tecnico, l’uso di software specifici, una solida etica del lavoro in team e, spesso, competenze interdisciplinari acquisite tramite master o tirocini mirati.

Le alternative: marketing, comunicazione, divulgazione

Un altro sbocco interessante è quello del marketing farmaceutico, dove il farmacista analizza il mercato, studia i concorrenti e propone strategie per la promozione di prodotti. È un settore dinamico, che richiede doti comunicative, spirito analitico e aggiornamento costante. 

In parallelo, sta crescendo anche la domanda di esperti in informazione scientifica: professionisti che si occupano di rendere accessibili ai medici, ai pazienti e all’opinione pubblica contenuti complessi su farmaci, terapie e dispositivi medici.

Come trovare lavoro dopo la laurea: qualche consiglio utile

Per aumentare le possibilità di occupazione dopo la laurea, è utile iniziare presto a costruire un profilo professionale solido. Partecipare a tirocini curricolari in contesti stimolanti, approfondire l’inglese tecnico-scientifico, scegliere una tesi sperimentale e iscriversi a eventi o fiere del settore possono fare la differenza. 

Anche l’uso di piattaforme di job matching dedicate all’ambito sanitario può rivelarsi utile, così come la disponibilità iniziale a spostarsi o a valutare opportunità meno tradizionali rispetto alla farmacia al dettaglio.

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