Federico Bianchetti
Autore
Le studentesse che si prostituivano per la droga a Torino articolo

C'era la madre che lasciava da sola la figlioletta per tutta la sera; c'era la lavoratrice che saltava il turno di lavoro pur di ricevere la propria dose quotidiana di crack e c'era la studentessa di psicologia, che in un giorno era in grado di ricevere oltre 40 'clienti'.

Tutte loro erano finite in una spirale di droga e prostituzione, portata a galla da un'inchiesta della Procura di Torino. Gli inquirenti hanno fatto luce su una vera e propria casa dell'orrore ai piedi della Mole.

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La Torino del crack

Situata in via Urbino, in un contesto abbastanza residenziale, al primo piano di una palazzina, la casa era teatro di un giro che univa insieme spaccio e prostituzione. Le donne, molte delle quali insospettabili, frequentavano l'abitazione per prostituirsi: in cambio non il solito denaro, bensì una dose di crack. A gestire gli 'affari' era una donna transgender: proprio lei organizzava gli incontri con gli uomini che frequentavano la casa. Clienti che – nella maggior parte dei casi – erano anche gli stessi spacciatori. La dinamica era sempre la stessa: i pusher si presentavano sul luogo con le dosi richieste e, prima di consegnarle alle ragazze, ottenevano in cambio la prestazione sessuale.Quand’è che mi organizzi una serata? Due p****ne, io porto il resto”, diceva un cliente alla 'maitresse' per telefono, in una delle conversazioni anonime riportate da 'La Repubblica'.

La donna che gestiva il giro è stata condannata con rito abbreviato a due anni e otto mesi di reclusione e 3mila euro di multa per sfruttamento della prostituzione. A denunciare il tutto è stata proprio una ormai ex studentessa di psicologia: “Ho conosciuto almeno dieci ragazze che si prostituiscono per M*****e. È una prostituzione strana, nel senso che non c’è mai un’entrata di soldi. Il denaro che la ragazza guadagna viene subito investito nel crack che si fuma. Stavo a casa di M*****e anche per quattro giorni di fila e avevo rapporti con 30 o 40 clienti al giorno. Tutto il denaro me lo fumavo subito. Tutto in crack”.

 

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