
Si tratta di opere che hanno fatto la storia del cinema di animazione incantando il pubblico di tutte le età e che con il passare degli anni hanno contribuito a sdoganare gli Anime giapponesi in tutto il mondo. Parliamo di capolavori dell'animazione come “La città incantata” o “Il Castello errante di Howl”: opere che hanno lasciato il segno nel cinema nipponico e non solo. Oggi vogliamo parlarvi di un'altra creatura del Maestro Miyazaki che, seppur meno famosa, è tra i prodotti di punta del regista del Sol Levante: il film dal titolo “Porco Rosso”.
-
Leggi anche:
- 5 buoni motivi per recuperare “Steins;Gate” su Netflix
- 5 buoni motivi per recuperare “Your Name” su Netflix
- Anime su Netflix imperdibili: la nostra selezione
Il confronto con se stessi
I film di animazione di Miyazaki tendono verso un universo alternativo in cui immergersi completamente, ma che allo stesso tempo hanno una missione “educativa”: quella di accompagnare la crescita dei personaggi attraverso un percorso di crescita e confronto con se stessi e con altre realtà. E' quel che succede in “Porco Rosso”, dove la storia del protagonista, un aviatore – Marco Pagot - trasformato in un maiale da un sortilegio, si sviluppa nel periodo della seconda guerra mondiale: un contesto dove in molti hanno perso se stessi, invece di ritrovarsi.Contrasto tra fantasia e realtà
Ciò che affascina delle pellicole di animazione come “Porco Rosso” è la fusione tra fantasia e realtà. Succede in tutti i film di Miyazaki, dove la componente fantastica è spesso la magia che si mischia con elementi reali, proprio come la guerra in “Porco Rosso”.
La metafora del maiale
L'uso delle figure retoriche è un tema caro al regista e ritorna anche in “Porco Rosso”. Infatti, il maiale qui è sinonimo di tutti i difetti dell'animo umano. La regressione alla forma animale simboleggia la vera identità degli esseri umani, ma solo alcuni fanno davvero i conti con il proprio IO: così come fa Marco Pagot.
Le dinamiche storico-politiche
La storia di Marco Pagot è ambientata nel corso della seconda guerra mondiale. L'aviatore, ormai rimasto l'unico del suo reggimento, deve fare i conti con i propri sensi di colpa. L'avvento dei regimi totalitari non fa che ingigantire le sensazioni negative del protagonista che, di fronte alle ingiustizie del nazifascismo, proprio non riesce a spiegarsi come il genere umano sia arrivato a quel punto. Lui però ha una sola certezza: ”Piuttosto che diventare un fascista meglio essere un maiale”.