
Dopo il successo planetario di Hayao Miyazaki, vero pioniere nell'ambito dei cartoons giapponesi, grazie a capolavori come La città incantata (che gli valse un Oscar), la nuova generazione di registi nipponici sembra non deludere le aspettative. Cresciuti all'ombra del “maestro”, artisti come Makoto Shinkai hanno saputo coniugare quanto imparato dal passato con nuovi stili di disegno e scrittura. “Your Name”, pellicola proprio di Shinkai, è il risultato provante di questa combinazione di fattori, con elementi ispirati dalle pellicole del celebre maestro e uniti alle tecniche di disegno moderne. Insomma, oggi vi daremo cinque buone ragioni per recuperare, se ancora non lo avete visto, “Your Name”, il film scritto e diretto nel 2016 da Makoto Shinkai.
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La trama intricata
Come ti sentiresti se ti svegliassi in un altro corpo? In un altro sesso? E in un'altra città? La narrazione di questo film è incentrata su Mitsuha, una ragazza stufa della sua vita quotidiana - e che aspira a vivere a Tokyo - e Taki un ragazzo che, invece, vive proprio nella capitale giapponese. Un giorno, in occasione della caduta di una cometa, attesa da 50 anni, i due si scambiano i corpi e iniziano a vivere l’uno la vita dell’altra per brevi intervalli di tempo, e senza nemmeno conoscersi. Lo strano fenomeno (che non vi spoilereremo) racconta come l'intreccio tra anime sia una mistificazione umana e di come delle volte il destino possa giocare in modo assurdo le proprie carte.
Grafica e stile artistico di alto livello
Your Name è un prodotto graficamente ineccepibile. E' qui che si possono scorgere le influenze che Miyazaki ha avuto su Shinkai. Se dovessimo giudicarlo esclusivamente dal punto di vista visivo, allora Your Name è di diritto il miglior film del 2016. L’animazione è di altissima qualità, lo stile artistico è bellissimo, i fondali sono spettacolari: Shinkai esprime la sua storia attraverso immagini e dialoghi di forte senso mimetico, contraddistinte da un'eccezionale potenza poetica. Non c’è fotogramma che non raggiunga la perfezione nella realizzazione delle ambientazioni naturali e metropolitane, offrendo la possibilità al regista di mostrare le sue alte capacità rappresentative. Le tecnologie, come l'uso della CGI, contribuiscono poi a rendere la pellicola davvero godibile dal punto di vista visivo.
Il significato celato dietro la trama
Your Name” veicola messaggi su diversi piani e, tralasciando per un attimo il più esplicito, cioè quello relativo alla sfera sentimentale, man mano che la trama prosegue ne emergono altri di tutt'altra natura. Sono molti gli elementi che offrono spunti di riflessioni su tematiche esistenziali, come la ricerca di se stessi, l’importanza di dar voce alle proprie convinzioni anche di fronte a chi non vuole ascoltarci e l'elogio della natura, stupenda quando crea, ma cinica quando distrugge. Ma più di tutto, è davvero affascinante il modo in cui il regista usa la fantasia per spiegare eventi di fatto inspiegabili legati al destino e al tempo.
La contrapposizione degli estremi: il sottile filo rosso del destino
Non stiamo parlando però solo di una pellicola dai forti risvolti esistenziali. La trama è sviluppata in modo da porsi come più leggera nella prima parte, per poi far crescere il climax con l'avvicinarsi del finale. Ed è nella prima parte che molti di voi potrebbero immedesimarsi. I due protagonisti del racconto, Mitsuha e Taki, altro non sono che una dicotomia con il quale il regista intende spiegare come elementi contrapposti tra loro, prima o poi, sono destinati ad incrociarsi.Da una parte la campagna, e il paesaggio campestre, dove abita Mitsuha, originaria di un piccolo paesino ancora legato a tradizioni e usanza centenarie. Dall'altra, la città di Tokyo, dove abita Taki. Emerge quindi la contrapposizione non solo di genere, ma anche tra la città e la campagna, tra l'antico e il moderno. Tutti gli elementi sono tenuti insieme come da un sottile filo rosso, comunemente accostato ad un destino già stabilito.
Your Name: il record al botteghino
Nell'anno di uscita (2016), la pellicola di Shinkai ha registrato un gradimento paragonabile solo alle opere del maestro Miyazaki. Nel corso di pochi mesi, il film ha incassato oltre 10 miliardi di yen, avvicinandosi a spodestare dal trono di film con maggiori incassi proprio La città incantata. Il pubblico giapponese ha talmente apprezzato la pellicola da andare fuori controllo. Un esempio? La biblioteca che compare nel film ha dovuto esporre un regolamento speciale per far fronte all’improvvisa ondata di visitatori. I giapponesi del resto sono forse un tantino esagerati, ma allo stesso tempo non è così assurdo comprendere i motivi di questa euforia. Se infatti per noi Miyazaki è un regista di fama internazionale, in Giappone è considerato alla stregua di un Dio.Non stupisce quindi che una pellicola che si è avvicinata a soffiargli il titolo di record di incassi abbia ottenuto così tanto clamore. E non è nemmeno la prima volta che i giapponesi impazziscono per un anime: basti pensare che, dati alla mano, nel 1995 le vendite legate al manga “Evangelion” influirono addirittura sul PIL nazionale. Insomma, Shinkai forse non contribuirà ad arricchire lo Stato giapponese, ma con i suoi lavori riesce a toccare una corda sensibile del nostro immaginario emotivo, regalandoci opere di assoluto livello.