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benedetta pilato

Dai banchi di scuola al tetto del mondo in poche settimane. Quasi per gioco. Benedetta Pilato, la 14enne di Taranto che ha conquistato la medaglia d’argento nei 50 metri rana ai mondiali di nuoto di Gwangju, sta stupendo tutta Italia.

Non tanto per l’impresa che le è riuscita nella vasca sudcoreana quanto per la semplicità con cui ha affrontato un risultato che vale quanto un oro e soprattutto per le modalità con cui si è avvicinata all’evento. Sembra che qualsiasi cosa si metta a fare le riesca alla perfezione. Perché Benedetta non è solo una campionessa nello sport, lo è anche nella vita. Riuscendo a conciliare cose che, anche prese singolarmente, mandano in tilt la maggior parte degli adolescenti.

Da record in piscina, quasi eccellente tra i banchi

Un anno di debutti, il suo 2019. Tutti vincenti: quello al Mondiale, nelle vesti di più giovane atleta italiana di sempre – con i suoi 14 anni e 6 mesi - a partecipare (e ovviamente a vincere una medaglia) a un Mondiale di nuoto (battendo il record di una certa Federica Pellegrini, presente ai Mondiali di Barcellona del 2003, quando aveva 14 anni e 11 mesi, tra l’altro gareggiando solo in staffetta); quello scolastico, con il primo anno delle superioriliceo scientifico all’Istituto Principessa Maria Pia della sua città (a differenza di molti suoi colleghi atleti Benedetta, per inseguire la gloria, non si è voluta trasferire, per restare accanto agli amici e alla famiglia, più volte indicata come suo vero punto di riferimento) – portato a termine con voti eccellenti e una media superiore all’8.

Per Benedetta un 2019 indimenticabile

Proprio durante questi mesi vissuti intensamente tra nuove materie, nuovi professori, nuovi compagni di classe, una mole maggiore di compiti e interrogazioni sicuramente più impegnative rispetto al passato, sono arrivati per lei anche i primi gradi successi sportivi. Una serie impressionante di record che l’hanno rapidamente proiettata dalle vasche dei suoi coetanei alle corsie dei campionissimi. Ad aprile, durante i campionati assoluti di Riccione, il pass per i Mondiali. Ma è a giugno, in occasione del Trofeo Settecolli, che tutti si accorgono di lei: col tempo di 30”13 ottiene in un colpo solo il nuovo primato italiano sui 50 rana (ulteriormente limato e portato sotto i trenta secondi – 29”98 – durante le batterie di qualificazione a Gwangju) e il terzo crono mondiale dell’anno. A inizio luglio l’antipasto di quel che accadrà in Corea del Sud: agli Europei giovanili di Kazan si prende la medaglia d’oro nella sua specialità, l’argento nella staffetta 4x100 mista femminile e stabilisce il record italiano juniores sui 100 rana.

La giornata della campionessa, tra libri e bracciate

Il resto è cronaca degli ultimi giorni, col secondo gradino del podio mondiale, alle spalle solo dell’irraggiungibile (almeno per ora) americana Lilly King. E con la testa incredibilmente in avanti: “Adesso devo pensare ai Mondiali juniores” (di fine agosto), le sue prime parole a caldo dopo aver fatto l’impresa. Tutto questo mentre anche a scuola viaggia come un treno. Una predestinata? Forse. Un prodigio di determinazione? Sicuramente. Basta scorrere la sua giornata per verificarlo: sveglia tutte le mattine per andare a lezione, un pranzo veloce e poi subito sui libri fino alle 18, dopodiché ben 15 chilometri di strada la separano dalla piscina Solaris di Pulsano (vicino Taranto), dove l’attendono il suo allenatore storico Vito D’Onghia e Max Di Vito (ex tecnico della Pellegrini che, intravedendo il potenziale di Benedetta, si è trasferito in Puglia per seguirla da vicino). Tutti i giorni in acqua per due ore e mezza che, tra vari tipi di allenamento, si trasformano in cinque chilometri di fatica. Unica pausa la domenica, quando però Benedetta ne approfitta per recuperare le materie lasciate indietro. Perché, come dice lei stessa, “Il nuoto è come un hobby. La scuola viene prima di tutto”.