
In questi giorni di isolamento da Covid-19, gli utenti della rete, ormai liberi da faccende esterne, stanno esplorando a fondo le mille risorse del mondo Internet e pare che alcune tendenze del passato stiano tornando di moda.
Condivisa tra gli utenti su WhatsApp e in trend su Youtube è la musica in 8D, un tipo di suono surround che ascoltato con le cuffie crea la sensazione che la musica si espande intorno a noi. Ma come funziona questa tecnologia e cosa la rende così innovativa? Ecco tutto quello che c’è da sapere.
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Musica 8D: gli audio che spopolano su WhatsApp
La sua invenzione risale agli anni ’80 ed è attribuita all’argentino Hugo Zuccarrelli. La scoperta è stata fatta attraverso un manichino tridimensionale, che si chiamava Ringo, che Zuccarelli usava per imitare l'effetto.Ascoltando un brano in 8D è come se ci trovassimo in una stanza circondata da altoparlanti e ognuno ci desse informazioni diverse sulla posizione di un oggetto specifico. Il messaggio su WhatsApp che accompagna l’audio in 8D, infatti, dice così: “Sarà la prima volta che ascolterete questa canzone con il vostro cervello e non con le orecchie”. Questa tecnologia si indirizza proprio agli algoritmi del cervello la cui funzione è di rilevare la provenienza di un suono: dall’alto o dal basso, da destra o da sinistra. Il suono surround veniva già utilizzato negli impianti di home theatre e la novità consiste proprio nella tecnica di distribuire il segnale sonoro in un campo stereo o multicanale.
Effetto Haas: come funziona la percezione del suono
Nonostante la natura innovativa della sua tecnica, Zuccarelli non ebbe successo commerciale, anche se ebbe l'opportunità di usarlo per registrare l'album dei Pink Floyd "The Final Cut".Oggi, invece, questa tecnologia ha un effetto psicologico e immersivo che fa credere al cervello che il suono provenga da un punto specifico. Ecco il perché.
Noto anche come effetto prioritario o effetto di precedenza, questa particolare tecnologia influenza la percezione che gli esseri umani hanno del suono: vari suoni indipendenti riescono a raggiungere il nostro cervello in un intervallo inferiore a 50 milli secondi, li unisce e li cattura come uno. Il cervello non percepisce più la direzione e interpreta i suoni come un riverbero o un'eco del primo.