
La laurea? In qualche modo la decide anche il “genere”. Ancora ai nostri giorni i maschi, infatti, sembrano più predisposti a diventare economisti e ingegneri mentre le femmine, invece, appaiono più orientate a intraprendere un percorso nelle professioni di area sanitaria (medico, infermiera, farmacista, ecc.).
Non sono i classici luoghi comuni ma le indicazioni che hanno dato direttamente loro, i circa 30mila giovani in uscita dalle scuole superiori nel 2023, raggiunti da AlmaDiploma per costruire il suo tradizionale report sul profilo dei diplomati.
La stragrande maggioranza dei quali (73,2%) hanno espresso l’intenzione di proseguire gli studi dopo la Maturità e, tra questi, quasi tutti (91,4%) proprio iscrivendosi all’università.
Economia per i maschi, Medicina per le femmine: anche il genere gioca la sua parte nella scelta della facoltà
Come segnala un’analisi più approfondita dell’indagine, effettuata dal portale Skuola,net, tanti però, poi, i fattori che influenzano la loro distribuzione tra le varie facoltà: provenienza geografica, status socio-economico della famiglia e, come detto, il genere. Tra gli uomini, attualmente vanno per la maggiore le discipline tecniche: quasi un quinto (18,2%) punta i corsi di Economia, mentre circa un sesto (16,9%) è tentato dalle lauree in Ingegneria industriale e dell’informazione. Al terzo posto ma molto staccate - si fermano all’11,1% di consensi - le facoltà di area Scientifica.
Tra le donne, lo scenario cambia, anche se non di netto. È vero che al primo posto ci sono i percorsi Medico-sanitari o Farmaceutici, selezionati praticamente da 1 su 5 ( 19,6%). Ma, a seguire, si conferma l’elevato appeal per gli studi economici: li sceglie oltre 1 su 10 (12,1%). Terzo gradino del podio per le lauree in Psicologia, scelte sempre da circa un decimo del campione (11,5%).
"Dimmi che scuola hai fatto e ti dirò chi sei"
Ma questo è un quadro generale. Perché, poi, c’è un variabile in più: la scuola di provenienza, il tipo di diploma conseguito. E qui le cose possono mutare di netto. Ad esempio, tra i liceali maschi restano in vetta Economia e Ingegneria industriale e dell’informazione, ma con percentuali più basse di apprezzamento, rispettivamente il 17,6% e il 14%. Al terzo posto fa la sua comparsa l’area Medico-sanitaria e Farmaceutica, col 13,2% di preferenze. Settore, quest’ultimo, che conferma la sua leadership tra le liceali femmine, crescendo ulteriormente e arrivando al 20,2%. Le altre due caselle del podio, invece, si scambiano la posizione: Psicologia è seconda (12,5%), Economia è terza (8,9%).
Diversa è la situazione per chi esce dagli istituti tecnici. Qui, tra i ragazzi, si impone Ingegneria industriale e dell’informazione (22,5%); l’ambito Economico si deve accontentare del secondo posto, ma con più preferenze della media generale (19,6%); mentre sul podio, terza, sale l’area di Informatica e delle Tecnologie ICT, con un ottimo 16,4%. Tra le ragazze, è l’ambito economico a spuntarla, con un notevole 28% di intenzioni di iscrizione. Il segmento Medico-sanitario e Farmaceutico scala in seconda piazza (20,2%) e anche qui c’è una novità al terzo posto, dove troviamo il settore Giuridico (8,8%).
Sorprese che non mancano nemmeno se osserviamo quali strade intraprendono i diplomati degli istituti professionali che proseguono gli studi all’università. Partiamo col dire che, in questo caso, tra maschi e femmine c’è comunanza d’intenti: in entrambi gli universi si affermano i corsi Medico-sanitari e Farmaceutici, rispettivamente con il 17,6% e il 31,1% di indicazioni. Dopodiché, tra i ragazzi scalano la classifica le Scienze motorie e sportive, seconde con il 15,1% dei consensi, mentre tra le ragazze, fanno lo stesso i corsi in Educazione e formazione, che si attestano al 18,4%. Economia, per i maschi, e Psicologia, per le femmine, sono le terze scelte, con il 14,5% e il 15,3%.
“Purtroppo le scelte dei percorsi universitari ricalcano ancora oggi alcuni stereotipi di genere vecchi a morire: gli uomini si ‘dovrebbero’ occupare prevalentemente di fare i manager e gli ingegneri, le donne ‘sarebbero’ più portate per professioni essenzialmente legate alla cura e quindi alla salute delle persone. Gli ultimi dati AlmaDiploma confermano che questi condizionamenti sociali orientano in maniera significativa il percorso post-diploma. E confermano la necessità di intervenire in maniera mirata sulle attività che permettono agli studenti di scegliere più consapevolmente cosa fare dopo il diploma di scuola superiore”, commenta Daniele Grassucci, direttore di Skuola.net.