
Il caso di Silvia, studentessa dell'università di Bologna senza Green Pass che non ha voluto abbandonare l'aula causando l'interruzione della lezione, è diventato virale sul web e nel dibattito nazionale.
Sui social rimbalza il video in cui lei racconta tutta la vicenda. Nelle scorse ore sono arrivate le parole della docente che ha interrotto il corso, stigmatizzando quanto è accaduto, e ricordando anche che la ragazza non ha subito aggressioni verbali. Ma cos'è successo davvero? Sul Corriere della Sera è intervenuta la ministra dell'Università, Cristina Messa per provare a fare chiarezza in merito.
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"Studenti no green pass sono la minoranza": le parole della ministra Messa
Per la Ministra il caso della studentessa dell'Università di Bologna è isolato: "Ci sono altri studenti che non vogliono o sono contrari al Green Pass, non possiamo negarlo. Ma sono una piccola minoranza rispetto a quelli che vogliono tornare in presenza". E poi afferma: "Lei è stata ingiustamente insultata, cosa che naturalmente non condivido. Ma fa meno scalpore la massa di ragazzi e ragazze che senza remore hanno deciso di farsi un vaccino senza averne bisogno, non per tutelare se stessi, ma per i più anziani e i più fragili, e per la necessità di tornare in presenza".
Tamponi gratis per gli studenti fragili? Il sì della Ministra
Un importante tema riguarda gli studenti non vaccinabili, lo riconosce la ministra Messa e dichiara: “ai fragili che non possono vaccinarsi ad esempio darei il tampone gratis, agli altri non so: ma bisogna procedere con gradualità, ed evitare asimmetrie”. Dunque potrebbe essere una delle mosse che il governo e il ministero dell'Università e della Ricerca potrebbero adottare nei prossimi mesi per assicurare le lezioni in aula per tutti. E, proprio sul ritorno in presenza al 100% negli Atenei, la ministra Messa conferma la volontà del governo di andare in questa direzione, ma sottolinea: "Lasciamo libertà agli atenei di regolarsi, il decreto parla chiaro, come per la scuola, all’università si può derogare al metro di distanza. Naturalmente dobbiamo anche considerare il periodo delicato: l’epidemia ha un andamento stagionale e andiamo incontro ad una fase in cui staremo sempre di più negli spazi chiusi. Cerchiamo di aprire sempre di più, ma senza ’liberi tutti’. Aspettiamo la massima copertura vaccinale”.