
Stando a quanto ricostruito dalle indagini della Guardia di Finanza, ai trenta indagati viene contestato il reato di “falsa attribuzione di lavori altrui da parte di aspiranti al conferimento di lauree, diplomi, uffici, titoli e dignità pubbliche”. A partire dal docente, insegnante ai tempi delle superiori di molti dei 29 studenti, che suggeriva ai suoi ormai ex alunni le risposte degli esami via WhatsApp.
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Studenti segnalano sospetti illeciti: prof colto sul fatto dalla GdF
A far partire gli accertamenti, alcuni studenti sospettosi dei loro colleghi. Il fatto che gli studenti che seguivano le ripetizioni del prof non venissero mai bocciati – nonostante una preparazione discutibile – non è passato inosservato. Inoltre, il docente sarebbe finito al centro dell'inchiesta giudiziaria per gli introiti illeciti che riceveva sempre dagli studenti. I fatti sono avvenuti tra il 2018 e il 2019, l'insegnante, oggi dirigente scolastico di un istituto comprensivo, oltre a supportare gli studenti illegalmente, scriveva anche le loro tesine di laurea triennale dietro compenso.Secondo l'accusa, il prof riceveva 35 euro per ogni ora di lavoro spesa sulle tesi dei ragazzi, oltre che per suggerire durante gli esami di Ragioneria, Statistica, Economia della Mobilità Urbana, Politica Economica e Finanziaria. A confermare l'accaduto è un infiltrato della Guardia di Finanza che, assistendo in prima persona agli esami, ha potuto fare luce sull'illecito. Il tutto poi è stato confermato dall'irruzione dei finanzieri nella casa del docente. Sorpreso con il cellulare in mano, e intento a suggerire le risposte degli esami agli studenti, molti dei quali provenienti dalla “Genova bene” e figli di noti imprenditori, avvocati e politici.