
Alla soglia dei 21 anni, Nicola Vernola è il più giovane laureato d'Italia in Giurisprudenza. Lo studente barese, romano d'adozione, ha discusso una tesi sul diritto tributario nella Sala Colonne del Campus Luiss di viale Pola.
Con un elaborato ”sulla neutralità dell'Iva e le sue concrete applicazioni” il giovane ha ottenuto il massimo dei voti e adesso sogna di aprire un grande studio a Roma. La sua è la storia di un ragazzo che ha bruciato tutte le tappe, anticipando i tempi fin da quando era bambino.
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Nicola arriva a Roma e in quattro anni conclude gli studi in Giurisprudenza
”Ho frequentato la prima elementare a cinque anni, e a sedici e mezzo mi sono già iscritto all’università, dopo essermi diplomato alla prima sezione internazionale quadriennale del Flacco di Bari”spiega Nicola al “Corriere della Sera”. L'arrivo a Roma è stato per lui uno stimolo, non solo dal punto di vista accademico: ”Questa città è fantastica, ci sono sempre cose nuove da fare, persone da incontrare. Ho iniziato a giocare a tennis, mi sono fatto tantissimi amici, ho girato diversi posti e locali”. Nicola è pieno di amici anche più grandi di lui, normale quando sei un genio che conclude l'ultimo anno di laurea a soli 20 anni.
Come lui stesso afferma, ”a me non sembra di essere troppo giovane, ho fatto tutto quello che volevo con calma e con i miei tempi”. Certo l'ambiente lo ha aiutato molto a non soffrire la solitudine lontano da casa ma anche per preparare tutti gli esami ”Non studiavo quasi mai a casa, perché temevo di distrarmi, ma sempre fuori, spesso in ateneo, che era aperto 24 ore su 24, con gli amici, per confrontarmi, e fare pause di belle chiacchiere. La socializzazione è stata sicuramente la molla che mi ha spinto ad andare avanti senza tentennamenti, non mi sono mai sentito solo o abbandonato”.
Giurisprudenza, un affare di famiglia. Nel futuro c'è un Master
I suoi genitori, entrambi avvocati, lo avrebbero voluto medico, ma Nicola ha scelto di continuare la tradizione di famiglia anche se – ricorda – ”non si parlava granché di lavoro in casa, la passione per la Costituzione mi è venuta da solo, e infatti ce l’ho sempre sul comodino”. Il giovane è anche un appassionato di politica ”anche se non vorrei farne parte”. Ma al di là del sogno di aprire uno studio a Roma, pensa anche alla carriera universitaria ”magari un dottorato”.
Al contrario di quanto dice, il giovane ha fretta, dettata però dalla sua voglia di emergere e di riuscire ad affermarsi.
Ecco perché non prende nemmeno in considerazione l'ipotesi di un anno sabbatico: ”Adesso devo darmi da fare, i master iniziano tutti in questo periodo, devo capire cosa voglio fare: non perché voglio correre, ma perché vorrei essere la versione migliore di me stesso”. La stessa ambizione lo terrà ancora lontano da casa, ma il rimpianto più grande al momento è abbandonare l'università: ”Sono stati gli anni più belli: ogni tanto mi viene la malinconia di aver fatto un anno in meno di liceo, di università, ma ciò che conta è vedere che le persone che ho al mio fianco vanno pari passo con me” conclude il più giovane laureato d'Italia.