
In questo modo, ha spiegato l'accademico italiano ora professore associato di cultura dei media all’università canadese, i ragazzi dell’ateneo potranno frequentare un ciclo di lezioni pensate per riflettere sulle implicazioni etiche e pedagogiche di ChatGPT.
- Leggi anche:
- Intelligenza Artificiale a scuola? "Può aiutare ma va regolamentata"
- ChatGPT: l'AI supera gli esami universitari del primo anno, ma dopo fa un disastro
- Chat GPT e tesi di laurea, all'Università i primi casi sospetti: si studia software per scovarli
- ChatGPT supera il test di Medicina, ma totalizza 46,3 punti su 90
Il primo corso universitario in cui il prof sarà ChatGPT
Paolo Granata, dopo aver insegnato nelle università di Bologna e Torino, è approdato alla Toronto University dove nel 2019 ha fondato il Media Ethics Lab per indagare le relazioni tra media digitali ed etica. Il professore, raggiunto e intervistato da ‘Wired’, ha approfondito la sua idea che ha poi generato il corso tenuto dall’AI: “L’avvento di ChatGPT ha dato una scossa al mondo accademico: c’era chi voleva bandirlo, chi l’ha equiparato al plagio e chi ha detto “torniamo agli esami scritti in presenza”. Mi è sembrato si stesse agendo d’impulso senza comprendere le reali potenzialità di questo nuovo scenario.”E proprio mentre i dubbi su questa tecnologia crescevano, Granata ha invece deciso di non lasciarsi spaventare dal nuovo strumento: “Quindi mi sono detto: invece di correre ai ripari, perché non proviamo a capire questa tecnologia, come cambia l’esperienza di apprendimento alla luce di questa rivoluzione, per far sì che anche gli studenti possano comprendere e utilizzare al meglio l’AI?”. Così, come racconta lui stesso, ha deciso di creare questo “corso sperimentale incentrato sull’AI Literacy e basato su una provocazione”, il cui insegnante sarà proprio un’intelligenza artificiale.
Tuttavia, a scanso di equivoci, il professore ha spiegato che nel suo progetto non c’è il fine di rimpiazzare gli insegnanti con l’AI, e infatti ha dichiarato: “Ciò non significa che licenziamo i professori e li sostituiamo con un’AI: non vogliamo mettere da parte la componente umana ma valorizzarla, potenziarla, espandere l’ambito di competenze che la società contemporanea richiede. Il mio obiettivo con questo corso è capire come cambia il ruolo del docente in questo scenario che lo trasforma in designer dell’esperienza, non più mero fornitore di contenuti, e incoraggiare un’esperienza di apprendimento sempre più attiva, partecipativa, responsabile.” E dunque ha affermato: “Ci concentreremo sul contesto di apprendimento nella convinzione che l’uso dell’AI in ambito accademico può stimolare il pensiero critico e creativo e aiutarci a creare responsabilmente il nostro futuro”.
Gli strumenti del corso sono perfezionati da insegnanti e alunni che lavorano insieme, ha spiegato Granata: “Stiamo costruendo il nostro ChatGPT utilizzando l’API di OpenAI e dataset specifici corrispondenti ai temi di nostro interesse: questo per garantire affidabilità nell’accesso ai contenuti. Stiamo anche creando avatar, sia con gli studenti di AI video generator sia con modelli 3D che reagiscono in tempo reale ai contenuti vocali, anch’essi generati con AI.” Con questi mezzi si potrà svolgere una vera e propria lezione guidata da un’AI, racconta il prof: “Utilizzando strumenti di speech-to-text avanzati, integrati tramite API con ChatGPT, saremo in grado di processare in tempo reale una discussione in classe o un report verbale degli studenti dopo un lavoro di gruppo.”