
Bandi di ricerca volti ai giovani ricercatori, investimenti strutturali per università e ricerca, borse di studio e finanziamenti per irrobustire la no tax area. Sono queste alcune delle novità annunciate dalla ministra dell’Università e della Ricerca, Maria Cristina Messa, nel corso dell’assemblea della Conferenza dei Rettori delle Università Italiana, tenutasi lo scorso giovedì 20 maggio. I progetti futuri dedicati all'intero mondo universitario si potranno concretizzare grazie alla somma delle risorse nazionali messe a disposizione annualmente, dei fondi del programma Next Generation EU e degli investimenti del Piano nazionale di ripresa e resilienza. Ecco tutte le novità.
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Università: nuovi finanziamenti per borse di studio e no tax area
Il piano per il futuro delle università italiane pensato da Maria Cristina Messa, ministra dell’Università e della Ricerca, inizia a prendere forma. Alcune novità sono state annunciate lo scorso giovedì nel corso dell’assemblea della Conferenza dei Rettori delle Università Italiane, alla quale ha presieduto anche la Consulta dei Presidenti degli Enti Pubblici di Ricerca. Come riporta il Fatto Quotidiano, tra le novità principali troviamo lo stanziamento di circa 1,5 miliardi di euro per le borse di studio e una serie di misure atte all’allargamento della no tax area, esenzione variabile dalle tasse universitarie per gli studenti con un determinato reddito.
Università: nuovi bandi di ricerca per ricercatori e dottorati
Nel corso dell’assemblea della Conferenza dei Rettori, la ministra ha annunciato importanti novità anche per i giovani ricercatori: “Aggiungiamo 600 milioni del Recovery ai 200 dei fondi strutturali. Per sostenere programmi di ricerca e innovazione realizzati da partenariati allargati a Università, centri di ricerca e imprese, possiamo contare su oltre 1,6 miliardi”. I dottorati, invece, potranno usufruire dei fondi già esistenti sommati ai 1,51 miliardi di euro del Recovery e del programma React-Eu. Sono inoltre stati messi a disposizione circa 3 milioni di euro per potenziare le Key Enabling Technologies, un insieme di discipline tecnologiche che la Commissione europea definisce “ad alta intensità di conoscenza e associate, a cicli di innovazione rapidi, a consistenti spese di investimento e a posti di lavoro altamente qualificati”.
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Università: edilizia e investimenti strutturali
Le novità annunciate riguardano anche l’edilizia degli atenei: all’ordinario Fondo Edilizia e Infrastrutture di Ricerca saranno sommati circa 960 milioni di euro del Piano nazionale di ripresa e resilienza. Non solo, la ministra ha aggiunto che “l’obiettivo di lungo termine è fare in modo che i miliardi all’anno aggiunti dal Recovery ai Fondi nazionali e alle altre risorse europee, insieme alle imprescindibili riforme, riescano a incentivare un virtuoso sistema tra pubblico e privato in grado di far crescere e consolidare nel tempo gli investimenti strutturali per università e ricerca”. In questo modo, integrando i fondi nazionali con quelli del PNRR si potranno strutturare i PRIN, progetti di rilevante interesse nazionale con una dotazione annuale di circa 500 milioni.