
Lo scandalo ha scosso la comunità dell’Università di Waterloo, in Canada. Qui, alcuni distributori automatici di M&M’s prelevavano i dati biometrici dei clienti, perlopiù studenti, senza prima chiedere il consenso.
La notizia arriva da ‘Tom’s Hardware’ e accende i fari su uno dei temi centrali del nostro tempo: quello della violazione della privacy dei dati.
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Il distributore e l’avvio del riconoscimento facciale
Tutto è cominciato per un messaggio di errore, senza il quale, probabilmente, le macchine avrebbero continuato indisturbate a raccogliere dati biometrici senza il consenso dei giovani clienti. La vicenda è infatti venuta a galla per caso, ed è stata segnalata da uno studente che ha postato su Reddit una foto con il messaggio apparso sullo schermo del distributore di M&M’s installato nel campus. La scritta indicava l’avvio di un’applicazione di riconoscimento facciale, destando la preoccupazione del ragazzo, visto e considerato che non aveva rilasciato nessuna autorizzazione.
Il post su Reddit non è passato inosservato, ma ha attirato l’interesse di molti, tra cui River Stanley, uno studente al quarto anno che ha approfondito la questione conducendo una vera e propria indagine. Ed è così che ha scoperto che i distributori automatici erano progettati per raccogliere in segreto i dati dei clienti, dall’età al genere, e il tutto senza richiedere alcun consenso. Stanley avrebbe anche citato un altro caso analogo avvenuto in un centro commerciale, finito sotto la lente di ingrandimento del commissario per la privacy del Canada perché alcuni chioschi informativi utilizzavano un software di riconoscimento facciale anche in questo caso senza informare i diretti interessati.
Distributori disabilitati, ma secondo l’azienda non ci sarebbe violazione
A seguito dell’indagine portata avanti da Stanley, l’Università di Waterloo ha dichiarato di aver richiesto la disabilitazione dei software dei distributori automatici, nonché la loro rimozione dal campus. Nel frattempo gli studenti, preoccupati per la violazione della privacy in atto, hanno cercato di tutelarsi a modo loro coprendo le telecamere delle macchine con gomme da masticare, adesivi o post-it.
L’azienda responsabile dei distributori automatici intelligenti, però, ha sostenuto che non sarebbe avvenuta nessuna violazione e che le macchine sarebbero conformi al GDPR, e cioè la legge europea sulla privacy dei dati.