4 min lettura
islanda sciopero donne un giorno
Operaie al lavoro in un impianto di produzione di pesce in Islanda - fonte foto: @Olivier Morin
Un giorno senza donne, come già avvenne nel 1975.

Anche nei Paesi europei più evoluti i diritti non vengono mai dati per scontati. Così, proprio oggi, l'Islanda assiste al più grande sciopero femminile della storia: una mobilitazione che non si vedeva dal 'kvennafrí' (giorno libero delle donne) del 24 ottobre 1975, quando il 90% delle donne del Paese smise di lavorare per un giorno intero.

Questa volta, oggetto della manifestazione, sono il gender pay gap (divario di retribuzione tra uomini e donne) e le violenze sessuali e di genere. Lo sciopero, al quale hanno aderito migliaia di donne lungo tutto il Paese, prevede una giornata di stop del lavoro, retribuito e non, che comprende inoltre anche il lavoro domestico, troppo spesso prerogativa riservata alle sole donne in casa. In segno di solidarietà, anche il Primo Ministro Katrín Jakobsdóttir incrocerà le braccia quest'oggi.

"Tu questa la chiami parità?": le donne scendono in prima linea per rivendicare la parità salariale

Secondo il report del World Economic Forum sulla parità di genere in ambito lavorativo, negli ultimi 14 anni l'Islanda è sempre stata il Paese più vicino al raggiungimento della parità di genere salariale. Nonostante ciò, alcune organizzatrici hanno evidenziato come in alcuni ambiti il divario salariale raggiunga ancora picchi del 21%. Sebbene, infatti, dal 2017 esista una legge che impone alle società e alle aziende di certificare che lo stipendio di uomini e donne sia uguale a parità di mansioni lavorative, questa trova difficile riscontro nella realtà.

Specialmente nei settori ad alta concentrazione femminile, come quello assistenziale e delle pulizie: secondo i dati delle organizzatrici, gli stipendi in questi settori sarebbero di molto inferiori  a quelli di altri settori comparabili. Alla questione sulle discriminazioni economiche si lega poi a doppio filo quello delle violenze sessuali e di genere. Allo sciopero, infatti, hanno aderito anche molte persone di genere non binario perché ”stiamo tutte lottando contro lo stesso sistema, siamo tutte sotto l’influenza del patriarcato” ha spiegato Freyja Steingrímsdóttir, una delle organizzattrici, al 'The Guardian'. Le fa eco la collega Drífa Snædal che ha affermato: ”La violenza contro le donne e il lavoro sottopagato sono due facce della stessa medaglia e hanno effetto l’una sull’altra”. E proprio perché si parla da sempre dell'Islanda come il paradiso della parità di genere, ”dobbiamo assicurarci di essere all’altezza di queste aspettative” ha aggiunto Freyja Steingrímsdóttir.

Skuola | TV
E ADESSO? La verità su cosa fare dopo la maturità

Rivedi lo speciale di Skuola.net e Gi Group dedicato a tutti i maturandi che vogliono prendere una decisione consapevole sul proprio futuro grazie ai consigli di esperti del settore.

Segui la diretta