
Protagoniste assolute di uno sciopero senza fine, sono le donne operaie del settore tessile. Le lavoratrici, scese in piazza nelle ultime ore, lamentano condizioni di lavoro ampiamente al di sotto della soglia di povertà, con uno stipendio medio di 104 euro. Ed è paradossale perché i prodotti per l'abbigliamento da loro confezionati poi diventano merce di punta per i più importanti marchi della moda. Lo sciopero ha di fatto paralizzato l'industria del Paese e non è chiaro quando avrà fine.
-
Leggi anche:
- Strage di Nassiriya: cosa successe il 12 novembre 2003
- Lo sfogo della studentessa sui social: “Il mio zaino pesa 12 kg, noi ragazzi non ce la facciamo più”
- Mare fuori, il musical: il cast e le date del tour nelle città
Bangladesh: sciopero a oltranza nel settore tessile
Quel che è certo, al momento, sono le precarie condizioni di lavoro per milioni di lavoratrici del settore, definite disastrose dalle associazioni umanitarie e per la difesa dei diritti delle donne. Per intenderci, parliamo di gran parte della manodopera su cui le grandi aziende basano le loro produzioni. Tutto è iniziato lo scorso mese con la richiesta di migliori condizioni salariali da parte delle operaie del settore tessile.Dopo un'ondata di manifestazioni, represse dalle forze dell'ordine, e diversi scioperi di massa, in settimana è arrivata la notizia che il comitato che sovraintende alla categoria avrebbe proposto un aumento del 56 per cento del salario mensile di base per quattro milioni di lavoratori del settore, quasi tutte donne, portandolo all’equivalente di 104 euro al mese: un incremento giudicato “ridicolo” dai sindacati, come riporta 'la Repubblica'.
Da qui è nato un corteo di oltre 15mila operaie che è poi degenerato in breve tempo. Le manifestanti hanno infatti assaltato e saccheggiato 'Tusuka', una delle maggiori aziende tessili della capitale Dacca, e una dozzina d’altre fabbriche. Ciò ha portato a più di 11mila denunce verso ignoti da parte delle forze di polizia. E, proprio in risposta a questo, i sindacati hanno proclamato lo sciopero a oltranza che ha provocato la chiusura di 150 fabbriche tessili.