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lavoro donna managerQuante volte abbiamo osservato un'organigramma aziendale di imprese italiane e abbiamo potuto leggere il nome di una donna accanto alla mansione CEO, AD o Manager? Solo 1 volta su 4. È quanto evidenzia la ricerca svolta dall’Osservatorio per l’imprenditorialità femminile di Unioncamere-InfoCamere.

Un piccolo passo in avanti, proprio durante la pandemia, pare sia stato compiuto: le posizioni lavorative con donne al vertice sono lievemente aumentate, ma non è ancora abbastanza.

Soprattutto se guardiamo le percentuali generali dove sono sempre gli uomini e farne da padroni. "I nostri studi mostrano che le donne sono più innovative, più attente ai valori della sostenibilità ambientale, più responsabili nei riguardi dei loro collaboratori" - afferma il presidente di Unioncamere, Andrea Prete. Una realtà che però, ancora, non è stata totalmente sfruttata.

Ai vertici delle aziende c'è solo 1 donna su 4

Più innovative, capaci e attente, ma sempre relegate a ruoli professionali inferiori rispetto ai colleghi uomini. È la fotografia della donna in carriera che ancora oggi, nel 2022, non riesce a raggiungere i ruoli dirigenziali delle aziende. Lo evidenzia l'analisi svolta dall’Osservatorio per l’imprenditorialità femminile di Unioncamere-InfoCamere: solo 1 donna su 4 è una manager in Italia.

Qualcosa - una percentuale minima pari al +0,88% - durante la pandemia, è cambiata: le lavoratrici che sono salite ai vertici degli organigramma aziendali sono cresciute di 8.602 posizioni. Un dato comunque esiguo se lo raffrontiamo a quanto accaduto nel mondo imprenditoriale generale, dove la figura femminile si è ridotta sensibilmente, perdendo quasi 12 mila posizioni.

Responsabilità sul lavoro? Ci pensano sempre e solo gli uomini

Un gap lampante se andiamo ad analizzare le cariche di guida e amministrative presenti all'interno delle imprese dove la presenza femminile tende a ridursi al salire del livello di responsabilità. "Le donne presidente sono infatti 33.645. Pur aumentando del 2,03%, restano comunque solo il 18,03% del totale". Lievemente diversi i numeri se si guarda all'analisi delle donne vice presidente che, in Italia, rappresentano il 26,57% del totale. I direttori donna sono solo il 15,62%: ancora una volta un confronto che non ha nulla a che vedere con l'uguaglianza.

Le imprese femminili crescono al Sud

Sono, però, aumentate le imprese femminili, cioè le aziende in cui una donna è stata fondatrice o ha partecipato alla fondazione. Dal 2019 queste sono aumentate dello 0,19% che, tradotto, equivale a 2.569 industrie in più, per un totale di 1 milione e 342mila. Di queste, ben 7.646 sono state aperte nelle regioni del Mezzogiorno.

"Al contrario, il Centro vede diminuire la presenza di imprese femminili di 7.207 unità, mentre nel settentrione gli incrementi sono stati modesti: +1.696 nel Nord Ovest (+0,54%) e +434 nel Nord Est (+0,19%)". Il motivo? Molte aziende femminili si occupano di commercio, il settore che ha risentito di più della crisi data dalla pandemia.

Maria Zanghì