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Giorno della memoriaIl Giorno della Memoria: una data importantissima, per ricordare l’orrore dell’Olocausto, per riflettere sul tempo passato e presente, e sulle ingiustizie che ancora oggi macchiano il nostro mondo. Perché l’attualità conferma che siamo ben lontani dall’essere del tutto liberi da razzismo, intolleranza, discriminazione.
Ma è un momento utile anche per evitare che la memoria storica col tempo sbiadisca. Il rischio c’è visto, che specie per le nuove generazioni, la Shoah sembra esser diventata più un capitolo tra i tanti da studiare sui libri anziché un incubo reale e concreto.

A metterlo in luce un recente sondaggio del portale Skuola.net, effettuato su più di 3mila studenti di medie, superiori e università. Tra i ragazzi, infatti, numerose sono le incertezze sui fatti rievocati dal Giorno della Memoria. Ma, attenzione, per 1 ragazzo su 2 la colpa è da attribuire anche alla scuola, sostenendo che negli istituti l’argomento si tratta poco o male. Ma quali sono i passaggi su cui le nuove generazioni vanno in crisi? Non serve entrare nei dettagli, basta fermarci alle cose che dovrebbe essere fondamentale sapere.

Dove si trova Auschwitz

Il 33%, ad esempio, non sa dove si trovi Auschwitz (alle medie si arriva al 50%): tra le alternative, il 19% lo colloca in Germania, l’8% in Austria. L’1% in Ungheria. Anche in questo caso, il 5% alza le mani e si arrende. Solamente 2 su 3 sanno che il campo di concentramento simbolo dell’orrore è in Polonia.

Cosa vuol dire e dove si colloca la frase Arbeit macht frei

Incertezze anche sulla giusta collocazione (e, di conseguenza, del vero significato), della scritta “Il lavoro rende liberi” (Arbeit macht frei). Anche se la maggioranza sa che era affissa all’entrata di numerosi lager nazisti, su tutti proprio quello di Auschwitz, per il 5% si può leggere sui resti del Muro di Berlino, per il 4% in cima alla Statua della Libertà. Per pochi di più è contenuta in un libro di Hegel. Quasi 1 su 5 naviga nel buio.

La morte di Hitler

Non pochi intervistati, poi, non hanno idea di come sia morto Adolf Hitler (suicidato nel suo bunker di Berlino). Il 4% pensa che sia stato ucciso dopo una condanna a morte, il 5% ha sentito da qualche parte che sia stato assassinato da una spia americana. Non manca una minoranza che pensa sia morto in esilio di vecchiaia, mentre circa 1 su 10 lo ammette: non sa proprio che fine abbia fatto.

Perché si celebra il 27 gennaio

Giorno della Memoria, ma perché proprio il 27 gennaio? In molti se lo sono chiesto e sanno che, proprio in questa giornata, si celebra la liberazione da parte degli alleati del campo di concentramento di Auschwitz. Ma non si può ignorare che oltre il 20% non conosca il motivo per il quale si celebri la ricorrenza in questa data precisa: per il 6%, è il giorno in cui è stato firmato l'armistizio tra Italia e le forze Alleate; per il 5%, è addirittura il momento della fine della Seconda Guerra Mondiale. Sempre meglio di quel 2% convinto che la scelta della ricorrenza sia casuale. Onesto, l’8% confessa che non ne ha idea.

Chi è Liliana Segre

E che dire, per restare sulla stretta attualità, di coloro che non hanno idea di chi sia Liliana Segre, senatrice a vita ma soprattutto superstite della Shoah? Il 33% afferma di non averla mai sentita nominare. Eppure è un nome che quotidianamente fa il giro di giornali e tv. Il 2%, invece, le assegna il premio Nobel per la letteratura, il 3% grandi meriti scientifici, il 4% le conferisce addirittura un ministero. Per fortuna, il 58% indica correttamente che la senatrice è una dei pochi sopravvissuti all’Olocausto.

Le stime sulle vittime dell’Olocausto

Chiudiamo con un ultimo “strafalcione”. Pur non avendo ancora a disposizione dati ufficiali sul numero delle persone che persero la vita durante lo sterminio nazista, le stime più accreditate - tra cui quelle dello United States Holocaust Memorial Museum - ci dicono che furono tra i 15 e i 20 milioni gli individui di vario genere ed etnia uccisi nei campi di concetramento. Peccato che per il 44% degli studenti la cifra sia molto più bassa e si collochi tra i 5 e i 7 milioni. Per il 32%, addirittura, i morti furono soltanto di origine ebraica. “Dimenticando” tutti gli “altri”, coloro che, per idee politiche o religiose, orientamento sessuale, etnia, disabilità, senza contare lo stuolo di prigionieri di guerra, si spensero durante uno dei capitoli più bui della nostra storia.