
Martedì 5 novembre è il giorno dei giorni. Domani, infatti, andranno in scena le elezioni americane 2024, con i cittadini americani chiamati ad eleggere il nuovo Presidente degli Stati Uniti d'America. A contendersi la poltrona alla Casa Bianca saranno Donald Trump – alla sua terza candidatura in otto anni - e Kamala Harris, la seconda candidata donna della storia dopo Hilary Clinton. In attesa del risultato delle urne, vediamo tutto quello che serve sapere sulle elezioni americane per farsi trovare pronti all'appuntamento del 5 novembre.
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Elezioni americane 2024, chi sono i candidati?
Le elezioni americane 2024 si giocheranno tra Donald Trump e Kamala Harris. Il tycoon è alla sua terza candidatura consecutiva con i repubblicani, nonostante diverse vicissitudini processuali che lo hanno coinvolto nell'ultimo anno.
Per i democratici, invece, Kamala Harris è subentrata in piena corsa a Joe Biden, presidente uscente, ritiratosi in seguito alla richiesta dei vertici del partito di farsi da parte. La Harris è la seconda donna candidata alla presidenza degli Stati Uniti: prima di lei, sempre per i democratici, nel 2016 ci fu Hilary Clinton, che perse il confronto con Donald Trump.
Elezioni americane 2024, come funziona il voto?
Le elezioni americane si svolgeranno tramite un sistema elettorale non diretto. I cittadini, infatti, non votano direttamente il presidente ma un suo rappresentante: si tratta dei cosiddetti grandi elettori.
Nel sistema elettorale americano ogni Stato assegna un numero di voti elettorali che varia in rapporto alla popolazione e,chi fra Donald Trump e Kamala Harris riuscirà ad aggiudicarsene almeno 270 governerà per i prossimi quattro anni.
I grandi elettori sono infatti 538: chi ha la maggioranza dei voti in uno Stato, basta anche solo un consenso in più dell’avversario, ottiene tutti i grandi elettori di questo.
E' successo ad esempio che il candidato con più voti popolari non riuscisse poi a sedere alla Casa Bianca perché non in possesso dei voti dei grandi elettori.
Elezioni americane, cosa sono gli swing state?
La maggior parte degli Stati non è in discussione per le elezioni americane 2024. Nel senso che, storicamente, la maggioranza di questi è già schierata. California e New York, per esempio, votano per i democratici, Mississipi e Alabama per i repubblicani. Ci sono poi quegli Stati che a ogni tornata elettorale sono in bilico: ed è proprio su questi che si gioca la partita.
Si chiamano Swing state, stati che ondeggiano tra le due alternative: nel 1976 l'Ohio fu decisivo per Jimmy Carter, nel 2000 la Florida per Bush figlio. E, poi, ancora, nel 2016 Hilary Clinton ottenne 3 milioni di voti in più a livello nazionale, ma tra gli stati in bilico vinse solo in Nevada, mentre Trump ne vinse sei su sette.
I sette stati in bilico che assegnano in totale 93 voti popolari potrebbero essere decisi da un pungo di voti. Parliamo di Michigan, Arizona, Georgia, Pennysilvania, North Carolina e Wisconsin, dove i due candidati sono divisi da meno di un punto percentuale.
Elezioni americane 2024, come votano i vip americani?
In occasione delle elezioni americane sono molte le star che rivelano pubblicamente il loro apprezzamento per il candidato presidenziale. Quest'anno, per esempio, la maggioranza del mondo dello spettacolo è schierata al fianco di Kamala Harris: Taylor Swift, per citare giusto un nome, non ha mai fatto mistero di votare democratico, invitando più volte i suoi fan a fare come lei.
Non solo, la vice-presidente gode anche del supporto dell'ex governatore della California Arnold Schwazenegger e di una delle figlie di George W. Bush. A favore di Trump, troviamo una folta schiera di wrestler professionisti, tra cui, i più famosi, Hulk Logan e The Undertaker.
Anche Jake Paul, youtuber e pugile, ha pubblicato un video di 18 minuti in cui rivela di appoggiare il tycoon. Insieme a loro, non mancano le star dello spettacolo, come Mel Gibson, Kim Kardashian e Kanye West. Senza dimenticare Elon Musk, papà di Tesla e proprietario della piattaforma social 'X'.

Elezioni americane 2024, perché si vota sempre di martedì?
Le elezioni americane vanno in scena sempre il martedì che segue il primo lunedì di novembre. Questa scelta ha origini storiche che risalgono addirittura al 1845. All'epoca, il Congresso scelse di optare per una comune a tutti gli Stati dell'Unione per le elezioni presidenziali.
Solo che la maggior parte della popolazione viveva in aree rurali, e per raggiungere i seggi poteva impiegare fino a un'intera giornata. Votare di lunedì, dunque, avrebbe comportato mettersi in viaggio di domenica: il giorno del riposo.
Allo stesso tempo, anche il mercoledì, da sempre dedicato al mercato, era off-limit. La scelta cadde quindi sul martedì, l'unico giorno della settimana in cui le operazioni di voto non avrebbero inficiato le attività quotidiane.
Anche il mese non è casuale, e fu scelto sempre per ragioni logistiche: il mese segue infatti la fine del raccolto, il che permetteva ai contadini e agli agricoltori di essere più liberi.