
C’è ancora tanto lavoro da fare per sconfiggere o, perlomeno, arginare due tra i fenomeni più pericolosi che investono bambini e adolescenti: il bullismo e il cyberbullismo. I numeri sono allarmanti, nonostante gli sforzi fatti a tutti i livelli sociali e istituzionali.
Ad esempio, in base al rapporto Eu Kids 2017 – elaborato dal Centro di ricerca su Media e Comunicazione dell’università Cattolica – il 6% dei ragazzi (tra i 9 e i 17 anni) è vittima di episodi di cyberbullismo; mentre il 19% ha assistito (ma solo la metà di loro ha cercato di aiutare la vittima, gli altri hanno assunto un atteggiamento passivo). A illustrare questi e altri dati alla Commissione parlamentare per l’infanzia e l’adolescenza, impegnata in un’indagine conoscitiva proprio su bullismo e cyberbullismo, chi ha un punto di vista privilegiato sull’argomento: il ministro dell’Istruzione, Marco Bussetti.
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Il web amplifica la violenza
La Rete: eccolo il vero nodo problematico, l’elemento che contribuisce ad amplificare la portata delle violenze fisiche e psicologiche. Un luogo pieno di insidie: basti pensare che, sempre secondo la ricerca Eu Kids, i numeri di quanti (tra i più giovani) vivono esperienze negative navigando su Internet in pochi anni sono più che raddoppiati: dal 6% del 2010 al 13% del 2017. Inoltre, il 31% (tra gli 11 e i 17 anni) si è imbattuto online in messaggi d’odio o commenti offensivi contro un individuo o un gruppo di persone. Ma il 58% afferma di non aver fatto nulla per difendere la vittima. Forse perché è ancora alto il numero di ragazzi che sono indifferenti ai rischi del web: il 35% ignora il problema sperando si risolva da solo; solo il 10% modifica le impostazioni di privacy dopo esperienze negative, appena il 2% segnala contenuti o contatti inappropriati ai gestori (piuttosto ci si rivolge ad amici e genitori).
La scuola terreno privilegiato dei bulli
In questa battaglia, la scuola potrebbe dare un contributo fondamentale. Innanzitutto perché è uno degli ambienti in cui vanno scena o partono moltissimi di questi episodi. In base a un’altra ricerca - quella elaborata da Generazioni Connesse in occasione del Safer Internet Day, la giornata per sensibilizzare all’uso consapevole della Rete – più del 50% dei ragazzi intervistati ha dichiarato di aver osservato episodi di bullismo in classe (per dare un parametro, gli spettatori di cyberbullismo scendono al 30%). Un fenomeno che, preso nella sua interezza, segue un andamento purtroppo stabile nel tempo: nel 2016 e nel 2017, la quota di quanti hanno riportato di aver subito atti di bullismo è stata del 20%; a metà 2018 il dato è sceso di appena un punto percentuale (19%).
Tanti i pericoli che si corrono online
Ma l’indagine, costruita con il supporto dell’università di Firenze, parla diffusamente anche dei pericoli del web, in tutte le loro forme. Dal 2016 al 2018, ad esempio, le vittime di attacchi personali online si sono attestate attorno al 10% del campione, con un picco del 12% nel 2017 e una lieve flessione solo di recente (9% nel 2018). Internet, però, significa anche adescamento online: il 18% del campione, sempre nel periodo 2016-2018, dice di essere stato infastidito sul web (nel 2017 è salito al 21%). E, ancora: tra il 43% e il 48% si è imbattuto in immagini violente in Rete. Per finire col Sexting, lo scambio di materiale intimo online: i numeri sono inferiori rispetto agli altri comportamenti ma vedono un incremento da tenere sotto controllo (dal 7% del 2016 al 9% del 2018).
L’impegno delle istituzioni
Molteplici, però, sono le iniziative già messe in campo anche dal mondo della scuola, avendo come riferimento la legge 71/2017 (che si occupa proprio di cyberbullismo). Perché, come dice lo stesso Bussetti: “La scuola non può non relazionarsi con il web. Al contrario, deve essere capace di insegnare a cogliere le opportunità del digitale e, al tempo stesso, di vigilare affinché vengano rispettati online quei principi”. In questo quadro s’inserisce il già citato “Safer Internet Day” – l’evento annuale organizzato grazie al supporto della Commissione europea in oltre 100 paesi, per far riflettere sui rischi presenti quando si naviga e per rendere la Rete un luogo più sicuro – promosso in Italia dal Miur con il Dipartimento per le politiche per la famiglia e, anche nell’ultima edizione, celebrato in concomitanza con la giornata contro il bullismo e il cyberbullismo a scuola (“Un Nodo Blu”).
Tra gli strumenti di prevenzione anche un gioco
Altro documento importante sono le Linee Guida per l’uso positivo delle tecnologie digitali e la prevenzione dei rischi nelle scuole, rivolto a tutte le istituzioni scolastiche e agli enti pubblici e privati che realizzano iniziative in tema di sicurezza online, per promuover un uso positivo e consapevole delle tecnologie e prevenire episodi negativi. Oppure “Cybercity Chronicles”, la prima applicazione istituzionale italiana di intrattenimento educativo ambientata nel cyberspazio - sviluppata dal dipartimento delle informazioni per la sicurezza (DIS) della Presidenza del Consiglio, nell’ambito della campagna “Be Aware, be digital”, per creare una relazione tra didattica e nuove tecnologie, attraverso il gioco.
Studenti coinvolti in prima persona
Tra gli strumenti operativi non si possono non citare: “Helpline”, la piattaforma di Telefono Azzurro per la segnalazione degli episodi di cyberbullsimo; la piattaforma web “Generazioni Connesse”, che ha un’intera sezione dedicata alla campagna di sensibilizzazione portata avanti dal Miur assieme alla Camera per il contrasto alle Fake News; “Youth panel”, gruppo di consultazione per diffondere le attività progettuali e le iniziative realizzate, composto da oltre mille ragazzi su tutto il territorio nazionale; il tour teatrale che affronta queste tematiche, coinvolgendo oltre 4mila studenti delle scuole secondarie, nel corso di dieci tappe; “E-policy”, documento programmatico che ciascuna scuola può produrre per promuovere competenze attraverso l’uso delle tecnologie digitali nonché per gestire eventuali situazioni problematiche; “Webtrotter”: il giro del mondo in 80 minuti, il concorso sul corretto uso degli strumenti digitali, che ha lo scopo di potenziare le capacità di ricerca online dei ragazzi (solo quest’anno coinvolti 142 istituti, oltre 2500 studenti e 362 docenti).