
L’emergenza sanitaria da Covid-19 non si è ancora arrestata e il Governo è al lavoro per elaborare nuove misure in base all’andamento dei contagi in ciascuna regione italiana. Nel frattempo, a dare speranza è il piano vaccinale. Ma quale differenza c’è tra i diversi vaccini prodotti? E soprattutto, c’è uno più efficace dell’altro? Per fare un po’ di chiarezza abbiamo pensato di proporti una guida con tutti i vaccini prodotti per l’emergenza sanitaria da Covid-19 con tutti i dettagli sulla loro efficacia. Vediamoli insieme.
Guarda anche:
- Vaccino anti-covid, le risposte alle fake news dell'Istituto Superiore di Sanità
- Piano vaccini: priorità per insegnanti e Ata
- Niente vaccino, niente tirocinio: l'università detta le regole per i futuri infermieri
Vaccini anti-covid: quali sono stati prodotti
L’Italia è il Paese europeo che ha il maggior numero di vaccinati. È questo quanto emerso dallo studio dei dati comunicati dal Commissario per l’emergenza coronavirus, Domenico Arcuri, che ha conteggiato la somministrazione di più di 2 milioni di dosi di vaccino anti-Covid dal 27 dicembre, il giorno del #VaccineDay. Pfizer-BioNTech e Moderna sono stati i primi due vaccini a ricevere un’autorizzazione di emergenza da parte delle autorità di controllo per i farmaci negli Stati Uniti e nell’Unione Europea e risultano, ad oggi, essere i due vaccini più somministrati per la lotta contro la diffusione del Covid-19 e per ora ritenuti tra i migliori disponibili. L’altro nome che si è sentito spesso è quello di AstraZeneca, il cui vaccino è stato da poco autorizzato nell’Unione Europea, anche se è somministrato da inizio gennaio nel Regno Unito e da qualche settimana in Ungheria. Ma quali sono le differenze tra loro? Scopriamolo.
Vaccino AstraZeneca: qual è l’efficacia?
Partiamo proprio dall’ultimo vaccino, il più discusso, quello di AstraZeneca. L’ultimo a essere stato autorizzato all’interno dell’Unione Europea e sul quale vi sono tutt’ora i più grandi dubbi relativi alla sua efficacia. Ma come mai? Ebbene, da precedenti sperimentazioni si era osservato come il vaccino AstraZeneca fosse il più debole dei tre, in quanto potesse arrivare a un'efficacia variabile tra il 59% e il 62%, e di come inoltre non fosse stata provata la sua idoneità per i soggetti più a rischio, come gli anziani. Ma nelle ultime ore sono arrivati nuovi dati dalle sperimentazioni in corso in Gran Bretagna monitorate dall’Università di Oxford, dove si è osservato di come l’efficacia salga dal 59,5% all’82,4% se tra le due dosi si aspetta almeno 12 settimane, come riportato dal Corriere.it. Dunque, se inizialmente l’Agenzia europea per i medicinali aveva concesso ad AstraZeneca l’autorizzazione per la diffusione del suo vaccino nella fascia di età dai 18 anni in su, senza però estenderlo alla popolazione più anziana, dopo questi ultimi rilevamenti potrebbero esserci ulteriori cambiamenti per quanto riguarda la diffusione di questo specifico vaccino. Tuttavia sembra essere proprio questo il vaccino che sarà destinato, più avanti, alla popolazione tutta, una volta che saranno vaccinati operatori sanitari, anziani e categorie a rischio e personale scolastico, lavoratori di servizi essenziali e dei setting a rischio, carceri e luoghi di comunità, persone con comorbidità moderata di ogni età.
Vaccino Moderna: tutto quello che c'è da sapere
Passiamo poi a trattare il vaccino di Moderna, che insieme a quello collaudato da Pfizer-BioNTech, sono stati i primi a ricevere l’autorizzazione di emergenza da parte delle autorità di controllo per i farmaci negli Stati Uniti e nell’Unione Europea. Come riporta Open.it entrambi i vaccini sono basati sull’RNA messaggero e hanno un’efficacia molto simile che supera il 95%. La differenza sostanziale si registra però osservando lo studio di fase 3 attuato su questa specifica formula ed effettuato su 30 mila persone il cui risultato lo definisce efficace e sicuro per una somministrazione su tutti i soggetti dai 18 anni in poi.
Pfizer-BioNTech: efficacia ed effetti collaterali
Soffermiamoci infine sull’ultimo vaccino sviluppato da Pfizer-BioNTech, che, come accennato si basa anch'esso sull’RNA messaggero, ma, che a differenza del suo collega Moderna, è attualmente il vaccino in prima linea in quanto raggiunge il 95% di efficacia sugli adulti a partire dai 16 anni, quindi scendendo di qualche anno rispetto alla soglia di Moderna, che non può essere invece somministrato agli under 18. Concludiamo quindi con uno sguardo agli effetti collaterali, come riportato da Open.it, conosciuti per i vaccini Pfizer e Moderna, che per adesso sembrano essere comuni a entrambe le formule: entità lieve e di breve durata. I sintomi riconosciuti che le due soluzioni hanno in comune sono stati soprattutto gonfiore nel sito di iniezione, stanchezza, brividi e dolori muscolari.
Dopo esserci immersi nel complesso mondo dei vaccini, è bene tornare con la testa sui libri: ma come si può studiare senza annoiarsi? Ecco tutti i trucchi.